A Valentina, perché
mi dimentico le cose ma le voglio comunque tanto bene.
What’s
your favourite colour?
Il
colore preferito di Lisa era il blu, Ianto lo aveva scoperto al loro
terzo
appuntamento, quando, in un ristorante elegante di Londra, lei aveva
sorriso da
dietro il suo calice di champagne e gli aveva detto che era finalmente
arrivato
il momento di conoscersi meglio.
La
serata era terminata a casa di lei.
Invece
Ianto non ha idea di quale sia il colore preferito di Jack e
domandarglielo
sarebbe soltanto ridicolo, visto che non ha idea nemmeno di quale sia
la sua
vera identità e, insomma, bisogna pur distinguere le
priorità.
Sono
entrambi nella base, sdraiati sul letto di Jack. Ianto ha promesso di
andare a
trovare sua sorella, ma non vede perché dovrebbe lasciare il
petto tiepido di
Jack e condannarsi volontariamente ad una serata di urla e tifo per
qualche
squadra di football che lui non conosce neanche.
Così
rimane immobile nel letto e ascolta il respiro di Jack. E’
sveglio, proprio come
lui, e Ianto lo sa, ma capita spesso che stiano entrambi in silenzio a
godere
del calore dei loro corpi, mentre fuori il mondo si disintegra.
A
Ianto fa quasi ridere perché sa che hanno poco tempo e forse
dovrebbero
impiegarlo meglio, ma in realtà è già
tutto perfetto così com’è. E in fin dei
conti è anche un modo per illudersi di poter fare quello che
tutte le coppie
normali fanno, illudersi di poter semplicemente lasciare che il tempo
passi e
ascoltare l’uno il respiro dell’altro, anche se
tutto finirà. Sono in
Torchwood, tutto finirà di sicuro, è
così che vanno le cose.
L’unica
consolazione di Ianto è che non sarà di nuovo
come con Lisa, il
petto di Jack non cesserà mai di alzarsi e
abbassarsi sotto i suoi occhi. Forse tutto quello in cui crede
verrà distrutto,
ma il suo Capitano rimarrà una certezza incrollabile. Una
certezza che al
momento si trova a letto con lui.
E lì,
sotto le coperte, con una gamba infilata tra le cosce del Capitano,
Ianto si
concede il macabro lusso di fantasticare sul dolore che sarà
Jack a provare,
per una volta.
Sospira
e cinge con un braccio la vita di Jack.
Chissà
qual è il suo colore preferito.
Lui e
Lisa condividevano tutto, non c’era quasi nulla di lei che
Ianto non sapesse.
Lisa lo completava, era passione e amore. Di Jack non sa quasi nulla e
non osa
nemmeno chiedere perché chiedere vorrebbe dire rovinare
tutto. E poi Jack è
qualcosa di diverso da Lisa: Jack è casa.
Ianto
sa di non essere la sua metà, non è nemmeno
sicuro che Jack abbia una metà –
puoi averne una se non muori mai?, e si rende conto di essere soltanto
un
minuscolo puntino in uno sconfinato infinito, però
è proprio l’infinito in cui
vuole trovarsi. E si aggrappa a Jack, come se potesse svanire da un
momento all’altro,
nasconde il volto nell’incavo del suo collo e respira il suo
odore.
Il
Capitano si muove piano tra le lenzuola e prende ad accarezzargli con
dolcezza
la schiena.
-
Jack? –
- Sì,
Ianto? –
Jack
è casa.
-
Qual è il tuo colore preferito? -
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