Highschool

di seasonsoflove
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AU – Alternative Universe
I personaggi di Once Upon a Time nei panni di normalissimi studenti ed insegnanti al Liceo di Storybrooke.
Inizialmente era iniziata come una raccolta di One-shot, poi si è evoluta in una long vera e propria! :)
Affronterò vari pairing (canon e crack):
Rumbelle (coppia principale e filo conduttore)
SwanQueen
HookedBell ( per delucidazioni: non sono Hook e Belle, ma Hook e Tinkerbell)
GoldenQueen
HookedQueen
Ed altri possibili...e...a sorpresa ;)
 
 
 
Rumbelle Xmas & Mistletoe
Popular!Rumplestiltskin & Nerd!Belle



 

Era quasi ora di pranzo alla Storybrooke High School, e Belle era seduta in classe insieme ai suoi compagni.
Belle era la tipica ragazza…atipica.
Graziosa ma di una bellezza antica, di classe. I lunghi capelli rosso scuro, leggermente mossi, la carnagione pallida ma le guance rosee, gli occhi di un azzurro irreale, il viso tondo, e il corpo minuto.
Seduta in prima fila, con gli occhiali sul naso e l’espressione diligente, seguiva con attenzione la lezione di storia e mitologia.
“Qualcuno mi sa dire dove nasce la simbologia del vischio e perché tutt’ora le coppie usano baciarsi sotto di esso?” chiese entusiasta la professoressa Blanchard.
Belle alzò la mano. Da dietro sentì le risatine dei compagni, e qualcuno sibilò a mezza voce “Secchiona”.
Lei arrossì ma parlò con voce sicura.
“E’ un’antica leggenda nordica. Si dice che Odino, Dio scandinavo, e sua moglie Freya, avessero due figli: Balder e Loki. L’uno amato per la sua dolcezza e onestà, e l’altro crudele ed invidioso. Odino e Freya fecero giurare a tutti gli elementi che mai avrebbero osato ferire Balder, ma dimenticarono il vischio. Così Loki lo scoprì e forgiò una freccia coi rami di vischio, e uccise suo fratello…ma…Freya ne fu così sconvolta che pianse tutte le lacrime che aveva in corpo e queste si cristallizzarono e divennero le bacche del vischio. E Balder tornò in vita. E così i suoi genitori benedirono il vischio e lo dichiararono pianta simbolo di felicità e amore” concluse emozionata.
“Esatto. Esauriente come sempre Belle!” le rispose la professoressa.
Suonata la campanella tutti uscirono.
La ragazza, soddisfatta del suo risultato si avviò per il corridoio, la borsa piena zeppa di libri e così le braccia, e un grosso sorriso stampato sul volto.
Era quasi Natale. Quel Natale l’avrebbe passato con suo padre Maurice e sua zia. Da quando sua madre era morta, lei aspettava il Natale solo per poter festeggiare riunita con la sua famiglia. Mancavano pochi giorni, doveva ancora comprare i regali. Avrebbe fatto l’albero quel pomeriggio, aveva comprato tutti gli addobbi nuovi e…SBAM.
Inciampò su qualcosa e rovinò a terra. Tutti i libri le scivolarono sul pavimento, e gli occhiali anche.
Sentì uno scroscio di fortissime risate intorno a lei.
Chiuse gli occhi.
Era una giornata così bella…le pareva strano.
“Poverina!” esclamò una voce odiata.
Alzò gli occhi e guardò con vergogna verso l’alto.
Regina Mills.
Bellissima, mora, atletica, alta, ricca e ovviamente capitano delle cheerleader, erano circa quattro anni che la bullizzava e le rendeva la vita impossibile.
Dal primo dannatissimo giorno in quella scuola, la sua vita era stata un inferno.
Ed evidentemente neanche quell’anno il Natale avrebbe cambiato le cose.
“Io…sono inciampata” bofonchiò Belle.
“E’ inciampata!” le fece il verso Katherine, la spalla di Regina e capitano della squadra di volley femminile.
Risate sguaiate, qualcuno che la additò dal fondo del corridoio.
Belle si rialzò raccogliendo le sue cose e sistemandosi la gonna e il colletto della camicetta, rossa in volto.
“Lasciatemi stare” sussurrò.
“Come? Non abbiamo sentito bene” la schernì Regina, piazzandosi davanti a lei con le mani sui fianchi.
La guardò con fare arrogante, e le ributtò i libri a terra.
“Ops” Ridacchiò Killian Jones, capitano della squadra di football.
Perfetto. C’era anche la squadra di football.
Belle vide parecchi volti conosciuti dei suoi compagni di classe. James Nolan, Graham…
“Ho detto di lasciarmi stare Regina!” disse più forte Belle, evitando il suo sguardo.
Regina proruppe in una risata cattiva. Poi la lanciò contro l’armadietto.
Belle cercò di difendersi.
“Ti sei divertita a fare la secchioncella in classe sì?” le ringhiò contro la cheerleader.
“Lasciami in pace! Non hai alcun diritto di trattarmi in questo modo!” le urlò quasi piangendo.
“Piccola leccaculo…”
“LASCIAMI STARE!”
“Scusami French, ho appena iniziato a divertirmi! Cosa stai leggendo?”
Le strappò di mano uno dei libri che ancora cercava di raccogliere da terra.
I suoi amati libri, buttati lì nel corridoio…
“Le Fiabe dei Grimm” lesse ad alta voce, poi scoppiò a ridere e continuò
“Ti piace sognare? Perché sai bene che non avrai mai niente di tutto questo. Principe Azzurro, felicità, lieto fine…Sei troppo brutta e i tuoi occhiali sono troppo spessi perché tu abbia una speranz-“
Belle la spinse con forza contro il muro.
“TI HO DETTO DI LASCIARMI STARE!” Urlò tremando di rabbia.
Regina si preparò a contrattaccare, quando improvvisamente venne interrotta.
“Sai, forse ha ragione…potresti lasciarla in pace”
 
Belle si immobilizzò e si sentì gelare dentro. Conosceva quella voce leggermente melliflua e sarcastica.
Robert Gold era Regina Mills al maschile.
Non a caso era il suo fidanzato.
Ricco, affascinante, capitano della squadra di Decathlon accademico, ambito e temuto da chiunque in quella scuola.
Lui e la sua amata cheerleader insieme governavano quella scuola con un gerarchico regime di terrore.
In quel momento Gold se ne stava appoggiato ad un muro, con fare indifferente, scrutandosi le unghie con apparente interesse.
“Robert” si ricompose Regina.
Killian gli si avvicinò e gli battè il pugno con fare fraterno.
“Non vi fa pena?” proseguì lui indicando Belle con un cenno della testa.
Regina ghignò, e Robert le si avvicinò.
Belle fissava in pavimento, con le guance rosse. Sentiva le risate, gli insulti delle cheerleader e della squadra di football.
Lui la guardò con un mezzo sorrisino, e le buttò a terra l’ultimo libro che aveva in mano.
“Passa un buon Natale French” le strizzò l’occhio.
Dopodichè posò il braccio sulla spalla di Regina.
La folla cominciò a diradarsi, mentre Belle scivolò a terra piangendo, accasciata contro l’armadietto.
Erano quattro anni.
Quattro anni di inferno.
Questo semplicemente perché era diversa.
Lei amava la tranquillità, il tè caldo, i libri, la cultura, i vecchi film.
Ma soprattutto era sola. E non era ricca. E non aveva la divisa da cheerleader.
E quindi aveva firmato la sua condanna a morte.
 
 
 
Erano le otto di sera, e Belle sedeva sola soletta in un angolo della biblioteca.
Si era nascosta il più lontano possibile dai tavoli principali, nel suo angolino di fiducia, con la sua minuscola lucina accesa e puntata sul fogli.
Era immersa in un'enorme pila di libri. Dopo quell’orrenda giornata, finalmente si sentiva a casa e al sicuro, tra le sue storie e le sue leggende preferite.
Ogni tanto sentiva il rumore della bibliotecaria Lucas, che leggeva il giornale.
Si alzò e si stiracchiò. Aveva bisogno del volume sulla mitologia nordica per approfondire la ricerca per la professoressa Blanchard.
Arrivata allo scaffale notò con disappunto che il libro era decisamente al di fuori della sua portata. Di almeno dieci centimetri. Si alzò sulle punte. Niente.
Sbuffò.
Riprovò invano.
“Serve una mano?”
Si girò di scatto.
Per la seconda volta in quel giorno Robert Gold se ne stava appoggiato ad osservarla con fare noncurante.
E per la seconda volta in quel giorno, lei si sentì gelare dentro.
Aveva creduto di essere al sicuro lassù, tra gli scaffali impolverati…
“No grazie” rispose lei freddamente. Ne aveva avuto abbastanza. Fece per andarsene, non voleva dargli modo di torturarla ancora.
“Eppure mi sembra che sia troppo alto per te” rispose lui.
“Preferisco che rimanga là in alto piuttosto che ricevere anche mezzo aiuto da te” gli sibilò contro.
“Come sei scontrosa French” sogghignò lui.
Si scostò dal muro, e le si avvicinò. Senza sforzo prese il libro e glielo porse.
Lei non si mosse.
“Ti ho detto che non voglio niente da te”
“Ti ho semplicemente aiutata”
“Dov’è la tua fidanzatina eh? E i vostri amici? E’…una specie di scherzo per distruggermi anche questa serata? Non vi siete divertiti abbastanza questa mattina!?” ringhiò lei.
La signora Lucas fece un sonoro “ssshhhh” e Gold ridacchiò.
“Attenta French, non vorrai farti riprendere”
Lei lo guardò con odio.
“Vattene”
“Non serve che mi guardi così. E’ un favore quello che ti ho fatto”
“Non ho bisogno dei tuoi favori.”
 “Sai” disse lui soppesando il libro “Anche a me interessa la mitologia nordica!”
“Immagino. Il tuo quoziente intellettivo ti permette di avere anche degli interessi al di là di…di…di scoparti Regina Mills e portare trofei alla scuola?”
Lui strinse gli occhi.
“Sei offensiva…”
“Sparisci.”
“Mi dispiace per oggi.”
“Per oggi? E per i quattro anni passati in cui non avete fatto altro che prendermi in giro, malmenarmi e…e…” sentì le lacrime che salivano di nuovo.
“Non è che mi diverta.”
“Allora smettila. Smettetela! Lasciatemi in pace una volta per tutte!”
“E’ così che funziona, lo sai.”
“Che funziona cosa?”
“La gerarchia scolastica.”
“Fottiti. Tu e la tua gerarchia.”
Lui le si avvicinò ancora un po’.  I grandi occhi quasi neri, i capelli castani sopra le spalle, quel mezzo sorrisetto perennemente stampato sul volto. La voce calma e la battuta sarcastica sempre pronta.
Lo odiava, eppure come tutte le ragazze, ne subiva il fascino. E odiava sé stessa per questo.
“Stammi lontano.” lo minacciò.
“In realtà...mi è piaciuto come hai raccontato la leggenda sul vischio oggi in classe” le disse lui, scrutandola attentamente.
“E’ per questo che poi mi avete pestata e mi avete rovinato i libri?”
“Mi dispiace, te l’ho detto!”
Belle lo guardò coi suoi occhi blu. Scosse la testa.
“Tornatene dalla tua fidanzata. Non voglio parlare con te.”
“Lei non è la mia fidanzata...non per davvero.”
La rossa inarcò le sopracciglia.
“Lo facciamo più che altro per convenienza e popolarità...”
“Beh, allora complimenti per la visione del mondo e dell’amore. Molto romantico.”
“Amore? Ma dai!”
“Solo perché non ci credi non significa che non esista. Solo perché non sei in grado neanche di capire che cosa sia…”
“E cos’è l’amore?”
Belle soppesò le sue parole.
“E’…un mistero. Un mistero da scoprire. Evidentemente però non è fatto per le persone superficiali come voi.”
“Io non sono affatto superficiale” sussurrò Robert.
“Sei cattivo. E superficiale…e…tutti voi credete che io faccia brutta figura quando rispondo alle domande, e che io sia una sfigata perché leggo e perché mi piace la tranquillità, ma non sapete niente di me, siete sol-”
“Hai dei bellissimi occhi lo sai? ” la interruppe.
Lei si zittì e arrossì. Poi si ricordò che probabilmente era solo l’ennesimo modo per prendersi gioco di lei.
“Sono più belli di quelli di Regina. I suoi sono neri e…freddi. I tuoi sono così…vivi.”
La biblioteca era quasi buia, e così silenziosa.
“Gold, vattene e lasciami in pace, è l’ultimo avvertimento.” gli sibilò lei.
Ma lui sembrava non darle ascolto. La guardava con uno sguardo strano, quasi nuovo. Pareva non vi fosse traccia della solita strafottenza. C’era curiosità nei suoi occhi, e forse…paura?
“E’ quasi Natale...”
“Lo so. Me l’hai ricordato dopo avermi umiliata e dopo aver gettato a terra  il mio libro questa mattina.”
“Lo passerai con…i tuoi?”
“Con mio padre. Mia madre è morta qualche anno fa.” Disse bruscamente.
“Non…non lo sapevo. Mi dispiace.”
"Ci sono moltissime cose che non sai. E nessuno di voi, e non vi prendete il disturbo di chiederle prima di ferire qualcuno, o prima di additarmi come pezzente solo perché mio padre non può permett-”
Belle venne nuovamente interrotta.
“Mi piacciono anche i tuoi capelli”
Rimase in silenzio, poi chiese.
 “Gold..che cosa vuoi da me esattamente?”
“Capirti…?”
“Tempo sprecato.”
“Sono solo curioso...”
“Di sapere cosa esattamente? Altre cose per cui prendermi in giro?”
“No. Te l'ho già detto, voglio solo conoscerti.”
“Sono io che non voglio conoscere te.”
 “Ti…ti ho difesa questa mattina”
 “Mi hai umiliata di più.”
“Era l’unico modo per fermare la cosa!”
“L’unico modo per fermare la cosa sarebbe quello di dire alla tua fidanzata di-“
“Ti ho detto che non è veramente la mia fidanzata! Non mi interessano le ragazze come lei!”
“E che ragazze ti interessebbero? Sentiamo.”
Lui stette in silenzio ad osservarla, con la testa leggermende inclinata.
Belle per la prima volta resse lo sguardo con determinazione.
Non voleva più avere paura di quegli occhi scuri. Non avrebbe chinato la testa un’altra volta.
“Avvicinati” le sussurrò.
“Come scusa?”
“Avvicinati!”
“Sicuro!”
“E’ buio! Non ti vedo! Non è educato parlare senza guardare l’interlocutore negli occhi.”
“Cerchi un’altra occasione per farti due risate?”
“Ma dai! Non ti faccio niente!”
Lo fissò  stranita. Poi si avvicinò con fare di sfida, guardandolo negli occhi, dal basso all’alto, mantenendo un cipiglio serio.
“Ecco. Cosa c’è?”
“Te l’ho detto. Volevo vederti meglio”
Le sfilò gli occhiali e le spostò una ciocca di capelli dal viso.
Belle rimase immobile.
 “Sei…sei bellissima.”
Lei deglutì, guardandolo negli occhi.
“Oggi Regina ha detto che sono troppo brutta per avere… un lieto fine.”
“Perché la ascolti? Sei stupenda.”
Lei socchiuse gli occhi. Respirò.
“Perfavore. Ti supplico. Stammi lontano.” soffiò.
Non voleva continuare quella farsa. Le faceva solo male.
 “Non voglio starti lontano.”
“Cosa?”
“Mi hai sentito. Non voglio starti lontano.”
“Perché?”
“Non …non lo so”
Le accarezzò appena una guancia con delicatezza.
I due si guardarono a lungo, quasi studiandosi con attenzione.
Gli occhi azzurro cielo di Belle dentro quelli scuri e grandi di Robert.
 “Sai…non c’è vischio qua in biblioteca. La Lucas si dimentica di appenderlo tutti gli anni. Io glielo dico sempre, ma lei non mi ascolta…io vengo sempre quassù, e mi piacerebbe che mettesse delle decorazioni natalizie…”
Robert la guardò e lentamente avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
Poggiò la fronte contro la sua.
Lei sentì il cuore esploderle nel petto. Non aveva idea di cosa stesse succedendo. Probabilmente era un crudele scherzo, e l’indomani l’avrebbero saputo tutti, e avrebbero riso, e l’avrebbero presa in giro fino alla morte, ma in quel momento non le importava.
L’unica cosa che le importava era la sensazione del volto di Gold vicino al suo, della sua mano sul suo viso, e dell’altra che le aveva leggermente adagiato sul fianco.
“Fa lo stesso. Non mi serve un pretesto per baciarti.” le sussurrò.
Dopodichè poggiò lentamente le labbra sulle sue.
E Belle inesorabilmente si lasciò andare, appoggiandosi completamente al corpo di lui, intrecciando le mani intorno suo collo, giocando coi suoi capelli.
Sentì le sue braccia cingerle la vita mentre entrambi approfondivano il bacio. Stavano per perdere decisamente l’equilibrio, così il ragazzo si appoggiò ad uno scaffale e la abbracciò.
Non era una stretta possessiva, o passionale.
Le accarezzava semplicemente la schiena con le mani con dolcezza.
Belle gli si strinse addosso. Non voleva interrompere quel contatto. Avrebbe voluto rimanere così per tutta la vita, sospesa in quel meraviglioso sogno.
Le labbra di Gold sulle sue, le loro mani e i loro corpi intrecciati.
Lui era il ragazzo più popolare della scuola, e in quel momento aveva scelto lei. Lui stava con Regina Mills, ma in quel momento era la sua bocca che stava baciando. Tutto il resto non importava.
Quando si staccarono lui le poggiò le labbra sulla fronte, tenendola stretta.
“Dimmi solo…perché” Sussurrò Belle
“Era da un po’ che volevo farlo...”
“Hai uno… strano modo di dimostrarlo.”
“Ti chiedo scusa, davvero.”
Rimasero ancora un momento abbracciati.
Belle sentì il bisogno allontanarsi.
“Devo andare.”
“Okay.”
“Buon Natale.” Si staccò e si allontanò tremante, col cuore che esplodeva.
Non si guardò alle spalle per vedere se lui fosse ancora lì. Raccolse i suoi libri e camminò velocemente verso l’uscita.
Uscì dalla biblioteca scossa. Non aveva idea di cosa fosse successo.
Né come. Il gelo le sferzò il viso. Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
C’era aria di neve.

In fondo aveva ancora due orette buone per addobbare l’albero di Natale.













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I'm back! Dopo due settimane di silenzio sono tornata a colpire. Diciamo che avevo in mente una cosa un po' più intelligente del solito delirio demente notturno. Volevo fare una cosa seria. Ovviamente con scarsi risultati.
Comunque questo è il primo capitolo, senza pretese, SOTTOLINEO, SENZA PRETESE!
Io Rumple al liceo me lo immagino come stronzetto ricco e popolare. Non riesco proprio ad immaginarlo come loser/freak alla Severus Piton...è troppo fighetto per fare l'emarginato. Stesso per Regina (qui Regina è proprio stronza, lo ammetto, ma la amo comunque).
E boh, spero vi sia piaciuta e vi interessi leggere il seguito!
Recensite, seguite, criticate...fate ciò che volete!
Stay tuned (& Stay Rumbelle)
Seasonsoflove
 


Piccolo postscriptum per le Rumbellers: Lo so che questi sono tempi molto difficili per noi e che dopo la 3x11 desiderate fortemente impiccarvi come la sottoscritta, ma non disperate. Loro si riuniranno di nuovo. E' così, ve lo posso assicurare! 




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