Caterina
Noxon, Mr Darcy: i
colpi di scena sono diluiti, presto ce ne saranno altri. Che dite, ce
la farà la povera Tris a sopravvivere anche a questo? Sembra
che la ragazza sia dotata di un senso dell'umorismo straordinario,
quando non si piange addosso. La canzone di Elisa che ho inserito è
un tributo ad una parte della mia vita che se n'è andata,
portando con se una consapevolezza nuova. Un po' come sta succedendo
alla nostra protagonista. Sarà maggiormente chiaro a fine
capitolo. Buona lettura e grazie per aver recensito.
Un
periodo difficile stava scorrendo I miei occhi non riuscivano a
vedere le stelle brillare Il mio cuore non riusciva a sentire la
bellezza del sole che sorge(va) E sono persa come una bottiglia
che galleggia nel mare... per sempre Qualcuno raccoglierà
la mia speranza? Qualcuno ci proverà?*
Oggi
gran riunione al completo. Ho saltato la scuola per alcuni esami
ospedalieri. Sono andata sola perché la mamma non poteva
prendere il permesso a lavoro e papà è dovuto andare
fuori per un convegno. Solita routine. Analisi delle urine, analisi
del sangue, TAC, etc.
Siamo
nell'appartamento di Kley, Jon è tornato dal suo misterioso
viaggio, Eva sembra aver dormito sui carboni ardenti tanto è
isterica, Kley si batte il petto per qualcosa che potrebbe aver fatto
e Konsta... beh, lui continua a guardarmi come se fossi una completa
estranea. Io continuo a frugare fra i vinili di K, passo al piano
inferiore e tiro fuori cd di gruppi mai uditi primi. “Quindi
cosa sono? Un dhampir o un vampiro?”
“Non
lo sappiamo.”
“Negli
specchi mi rifletto.”
“Ti
sei mossa alla velocità della luce. Questo un dhampir non può
farlo.”
Sbircio
Jon con la coda dell'occhio, prendo un cd e lo infilo nel lettore.
Non riesco a staccarmi da questa parete e ogni tanto cado in
contemplazione.
“Ha
dormito nella terra.”
Metto
le cuffie e spingo play. Leggo di labbra di Kley mentre lo
dice. Lui mi guarda, ansioso. “Tris, potresti posare quella
roba e dedicarci la tua attenzione per cinque minuti?”
“Vorrei
farlo ma non ci riesco” ammetto. “Ehi, Schianto. Questo
si trova in commercio?”
Gli
mostro la facciata della custodia del cd, lui mi guarda in maniera
strana. Sembra sorpreso. E va bene, lo comprerò quando avrò
i soldi.
Eva
tamburella i polpastrelli fra loro, non mostra la stessa pazienza di
K. “Tesoro, stiamo cercando di risolvere un tuo problema...”
“Hai
rimbalzato la patata bollente a due vampiri che, in teoria,
dovrebbero essere gli ultime creature di queste mondo interessate a
prendersi cura di me.”
Eva
si fa quasi cinerea e non apre più bocca. Tolgo il cd e ne
inserisco un altro. Konsta spinge la lingua nella guancia e fa per
dire qualcosa ma ci ripensa. Kley non mi stacca mai gli occhi di
dosso. “Possiamo fare una prova.”
Eva
gli getta un'occhiata preoccupata. “Non mi sembra il caso di
fare esperimenti con le vostre vite.”
“Che
esperimento?” domando passando all'ennesimo cd. Devo ascoltarli
tutti, non posso smettere prima di aver dato fondo alla sua
collezione.
Kley
sorride e si alza dalla poltrona con un saltello. “Ti mordiamo
e vediamo cosa succede.”
Ma
sono matti? Guardo i due fratelli, spingo play e poi stop.
Un altro cd. Ne ho ancora tanti da ascoltare.
Konsta
si stacca dal muro e si avvicina a me. “E' ossessionata.”
Lo
guardo di sfuggita e passo ad una nuova traccia. “Non è
vero.”
“Fuori
voi. Vi chiamiamo se troviamo qualcosa di interessante.”
Vedo
Eva schizzare via dalla stanza, forse i filtri hanno cessato
l'effetto. Jon esita a lungo, prima di obbedire. Konsta mi sfila le
cuffie dalla testa e le appoggia sul lettore cd. Batto le palpebre e
mi allungo per riprenderle, ma lui mi blocca le braccia dietro la
schiena. Mugolo e continuo a fissare il tastino illuminato della
pausa.
“Scusa,
Tris.”
Scusa
che?
Konsta
sposta i capelli dal collo e mi bacia dolcemente. Esco dalla
catalessi musicale con un sussulto e mi divincolo, spingendolo via.
“Ma che fai?!”
“Ti
distrae.”
Mi
volto di scatto, ritrovandomi Kley a due centimetri dalla faccia.
“La
paglia più corta è toccata a me.”
Anche
la voce è diversa. Quella di Kley è più bassa e
mi fa... cazzo... faccio un passo indietro e mi ritrovo bloccata da
Konsta. Mi sento in trappola. “Volete proprio le botte, voi
due?!”
“L'aggressività
è tipicamente maschile...” conferma il vampiro dietro di
me. “Dhampir.”
“...
ma si bagna come una donna.”
Che...
che ha detto? Sento i miei lineamenti deformarsi per lo stupore,
l'imbarazzo e... uh, mi fa male la bocca. Il peggior mal di denti
istantaneo della mia vita.
“Oh!”
Kley fa un salto indietro e sgrana gli occhi. “Porca vacca!
Togliti di lì!”
Mi
sta scoppiando la testa per il dolore. Stringo le tempie fra le mani
e il battito assordante del cuore si affievolisce fino a svanire. Ora
respiro regolarmente e l'adrenalina che mi ha incendiato le vene
sembra sia stata drenata via dal mio corpo. Resto ginocchioni a
terra, tirando indietro i capelli che sono caduti sulla faccia.
Konsta è il primo ad avvicinarsi.
“Come
ti senti?”
Mh...
non so. Stanca. Un po' triste. La sensazione di pericolo è
passata, però. “Scusa se sono stata stronza con te...
anche io ti voglio bene.”
“Eh...
meno male...”
“Non
avete bisogno di mordermi per avere il mio sangue... mi basta un
serramanico sterilizzato e un'anestesia totale.”
***
Basta
una goccia per provocare una piaga dolorosa nel dito di Kley. Lui
soffia di dolore, stringe il polso con la mano e apre e chiude le
dita, cercando di far passare il dolore. “Cazzo...”
“Pensare
che volevi mordermi. Sei proprio un genio del male” borbotto
posando la guancia contro il pugno chiuso. Una gocciolina fa tutto
quel danno? Forte. “Allora cosa sono? Un dhampir o un vampiro?”
“Qualcosa
di mai visto prima” rantola il moribondo continuando a scuotere
la mano.
“Facciamo
un'ultima prova prima di affibbiarle l'etichetta di mostro.”
Konsta
mi piazza davanti una sacca di sangue e mi invita a servirmi. Ma sta
scherzando? E dove l'ha presa, quella roba? “No, non lo
faccio... e non chiamarmi mostro.”
“Io
ho quasi perso un dito per te, vedi di ricambiare il favore.”
“Tu
sembravi aver visto il diavolo in persona” sibilo a Kley
aprendo la sacchetta. Ci infilo il dito dentro, esitando per paura
che faccia lo stesso effetto corrosivo. Niente. Guardo il
polpastrello rosso e lo mostro ai due fratelli.
“Non
devi giocare con la mia scorta, devi berlo.”
Che
schifo... lo lecco con la punta della lingua. Mh... strano. Non sa di
sangue. Sa di gelato alla vaniglia. Schiocco la lingua sorridendo.
“L'hai aromatizzato o cosa?”
Kley
esala un gemito, Konsta tira indietro la testa e in quel momento,
sembrano uno la fotocopia dell'altro.
“Questo
è un cazzo di casino, fratello...”
Perché?
Infilo un'alta volta il dito nella sacca e lo lecco per tutta la
lunghezza. “Hai una cannuccia? No lascia, la trovo da me.”
Quell'affare
mi ha aperto una voragine nello stomaco. Trovo le cannucce, apro il
frigo e tiro fuori tre birre, dell'affettato e infine i panini che
usano da Mac Donalds. “Perché un vampiro ha tutta questa
roba?”
“Perché
ha un sacco di amici scrocconi che piombano qui a tutte le ore”
sospira il padrone di casa allungando le gambe. “Il cibo è
la prova del nove.”
“La
seconda prova del nove?” ribatte Konsta quando scarico
tutto sul tavolo.
***
Divoro
i panini, la birra e quantità smodata di sangue. E ho ancora
fame. “Ho voglia di pizza. Posso ordinare una pizza?”
Kley
è annichilito e Konsta commenta a bassa voce di non aver mai
visto nessuno ingurgitare tanto cibo tutto insieme.
“Sto
crescendo...” mi difendo piluccando le briciole del panino.
Sposto la sedia vicino a Kley e mi interesso di cosa sta scrivendo.
“Che fai?”
“La
lista della spesa. Studia e trai le tue conclusioni.”
Mi
passa un foglio dove ha elencato le mie caratteristiche. Da una parte
c'è scritto 'vampiro' dall'altra 'dhampir'. “Che vuol
dire questo simbolo?”
“E'
la formula della velocità della luce. Somara.”
“Non
è colpa mia se ho lacune nell'istruzione. Sto sempre in
ospedale...” borbotto leggendole una ad una con il dito mignolo
ficcato in bocca. “Ho i denti?”
“E
belli grossi... come quelli di un animale.”
“Perché
l'hai messo in mezzo alle due colonne?”
“I
dhampir posso assumere forma animale ma non hanno i canini come i
vampiri” interviene Konsta leggendo sopra la mia spalla. Gli
tiro una schicchera sul naso. “Ossessionata dalla musica... non
sono ossessionata!” esclamo. “Sono appassionata.”
“Sei
ossessionata” insiste Kley mettendo da parte il blocchetto.
“Bevi sangue come un vampiro e ti nutri di cibo come un
qualsiasi dhampir. Sei forte come un mezzosangue e veloce come un
succhiasangue. Trai da te le conclusioni.”
Struscio
le mani sulle cosce e li guardo, intimidita. “Sono un mostro?”
“Però
carino.”
Sorrido
a Konsta con un angolo della bocca, poi guardo Kley e sento
l'impellente bisogno di restare sola con lui. Schianto si fa evasivo
e tira indietro la sedia. “Non ho tempo. Devo andare a lavoro.”
Ma
io non ho detto niente!
Kley
si immobilizza e mi guarda. Poi osserva il fratello, stupito come
lui. “Non l'ha detto...?”
“Non
ha aperto bocca.”
Il
vampiro sospira, esausto. “Aggiungi telepatia. In una colonna
qualsiasi... tanto...”
***
“Che
lavoro fai?”
“Se
te lo dico non ci credi.”
Allaccio
la cintura di sicurezza e guardo il tetro conducente. “Prova.”
“Sono
un medico, lavoro in un'ospedale.”
Scoppio
a ridere. “Tu salvi la vita della gente?!”
Kley
fa una smorfia che sembra voler dire 'lo sapevo'. “Pronto
soccorso, così ho accesso alla banca del sangue e rifornisco
Konsta di nutrimento. Come credi riesca a sopravvivere, un vampiro
senza denti?”
Che
ne so?! Magari gli chiede gentilmente di incidersi una vena! “Hai
le prove per dimostrare che ciò che dici è vero?”
“Vuoi
vedere il diploma, conoscere i colleghi o dare un'occhiata al mio
profilo Facebook?”
“Hai
un profilo Facebook?”
“Chi
non ce l'ha? Avevo anche una fidanzata fino a due anni fa.”
“E
dove è finita? Te la sei mangiata?”
Schianto
mi lancia un'occhiata che... cazzo, mi sa che ho toccato un tasto
dolente!
“No,
ha cominciato a parlare di matrimonio e figli e sono stato costretto
a lasciarla. E un po' difficile spiegare all'amore della tua vita che
non invecchierai mai e che tuoi figli cercheranno di ucciderti nel
sonno, una volta raggiunta la maggiore età.”
“Era
l'amore della tua vita?”
“Era.”
“Non
l'hai più vista?”
“Mi
ha spedito l'invito al suo matrimonio, sei mesi fa.”
Carina.
“Quindi
va sempre così? Non cambia mai, a qualunque età”
commento osservando il semaforo rosso. Questa via la conosco. “Anche
Konsta ha subito una delusione simile? E' per questo che si
alcolizza?”
“Konsta
non sa cosa fare di se stesso. Proteggerti gli ha dato uno scopo di
vita. Poi è venuta fuori la postilla della maledizione e gli è
crollato il mondo addosso.”
Va
bene, sono una stronza per come l'ho trattato e per tutto il male che
ho pensato di lui.
“Sei
finita nel mio pronto soccorso, a quattordici anni. Ti ho
riconosciuto e ho posto rimedio. Tienilo per te, non si perdonerebbe
mai una simile svista.”
L'avevo
intuito, per quello ho chiesto un colloquio privato. Ehi, ma lavora
nel mio ospedale! Scendo dalla macchina e lui mi blocca mentre sto
chiudendo la portiera. “Tris, hai capito che potrebbe essere
colpa mia?”
Sento
i nervi a fior di pelle ma per una volta, non sono i miei.
“Il
mio sangue potrebbe aver alterato il tuo normale sviluppo, cosa che
non si verifica mai in un normale essere umano.”
Di
nuovo quella parola. Normale.
“Forse,
se il tuo cuore non si fosse fermato, tutto questo non sarebbe
successo. Forse...”
“Ti
prendi sempre la responsabilità di tutto, vero?”
Kley
mi guarda, batte le palpebre e quel movimento sembra tanto un 'sì.'
“Non era mia intenzione...”
“Ti
credo” lo interrompo, prima che ricominci la solfa di 'se' e
'ma'.
“Non
succede mai.”
“Perché
nessun vampiro si sognerebbe di aiutare un dhampir...” sussurro
guardandolo negli occhi. Sorrido, agganciando la sua giacca. “Ti
va di uscire con me, qualche volta? Prometto che non mi trasformerò
in un'animale. Niente coda.”
“No,
non voglio peggiorare le cose.”
Cazzo,
che botta! E' come se mi avessero colpito alla schiena
all'improvviso. Sento la delusione alterarmi i lineamenti. Sembrava
troppo bello per essere vero... ma allora perché me l'ha
chiesto, la prima volta?
“Tu
mi piaci, voglio conoscerti ma non succede mai che un vampiro e un
dhampir escano insieme. Di solito si rincorrono per uccidersi.”
Mi
sto scoraggiando. Abbasso le spalle e lui mi solleva il mento. Quanto
è sexy, porca miseria. Non lo chiamo Schianto per niente.
“Potrebbe
succedere di perdere il controllo” sussurra, tutto carino. Lo
odio, me lo fa apposta!
“Ed
è un male?”
“Ci
scapperebbe il morto” mormora indicandosi. “Ti morderei
ed il tuo sangue mi corroderebbe... oppure potresti essere tu a farlo
e Konsta dovrebbe portare fiori sulla mia tomba per il resto della
sua vita.”
Ho
capito. Sono un pericolo ambulante. Faccio un passo indietro,
accigliata e delusa. “La prossima volta pensaci due volte,
prima di giocare al giochino della seduzione...”
“Non
l'ho mai fatto” mormora con voce dura. “Quel che ti ho
detto, lo pensavo davvero.”
“Se
per te è normale farmi sentire donna e poi mollarmi come uno
stronzo... no, non l'hai mai fatto...”
***
Disfunzione
ormonale. Ecco come la scienza da una spiegazione alla mia crescita
improvvisa. Ho dovuto buttare tutte le scarpe e metà dei
vestiti, per colpa di quei dieci centimetri in più che mi
rendono irriconoscibile alla mamma. Insiste a guardarmi come se fossi
un'estranea, sento il suo sguardo su di me, durante la cena, non si
infila più in camera mia senza prima aver udito 'avanti' e non
mi domanda più niente. Ne della scuola, ne delle crisi
esistenziali. Non ha fatto una piega quando le ho detto che volevo
andare al salone di Sabine per tagliare i capelli e rimettere a posto
le unghie. Non mi ha neppure accompagnato. Papà sembra
tremendamente a disagio. Solo una volta mi ha chiesto di non girare
per la cucina in mutandine e magliettina. Fa caldo, cosa dovrei
indossare? Una muta da sub? Finnicella cerca spiegazioni nel suo
libro di incantesimi. Ha inventato una storia e ci ha creduto. Steffy
si è accesa una sigaretta e me l'ha passata. Ho scosso la
testa, nauseata dall'odore. Lei ha detto solo 'sembri rifatta' e
null'altro. E' vero, sembro rifatta. Non mi riconosco più.
“Sai
questo cosa vuol dire?”
“Cosa?”
Steffy
ha sbuffato il fumo dopo un tiro da professionista e mi ha guardato,
ammiccando. “Vuol dire che puoi comprare la birra senza bisogno
di mostrare un documento.”
Finisce
l'anno e scopro che sono stata ammessa agli esami finali come tutti
gli altri. Qualcuno deve aver avuto pietà di me. Forse i
certificati medici hanno fatto il grosso. Kley ha ragione, ho delle
enormi lacune nella mia educazione ma ora, come apro un libro,
assimilo tutto quello che c'è da sapere, rispondo alle domande
delle prof senza neppure pensarci e finisco i test multipli in cinque
minuti senza dover riguardare le domande. Non prendo il massimo, ma è
comunque un ottimo voto e mi permette di inviare richieste ai college
di un certo livello. Papà è orgoglioso, ma sempre in
imbarazzo. La mamma sorride, tirata. Sono sempre più certa che
siano pentiti di avermi adottato. L'estate passa senza incidenti,
senza visite inopportune da parte di Sigur, senza più sms di
Kley, ne improvvisate di Eva. Solo Konsta mi resta accanto come al
solito. Solo un vero amico lo farebbe.
A
settembre sbaracco la mia camera e preparo le valige per recarmi al
dormitorio del college. Hanno accettato la mia richiesta in tre, ho
scelto il più lontano da casa. La mamma si torce le mani, dice
che le mancherò, che devo telefonare e tornare a trovarla, ma
ho come l'impressione che sia sollevata dalla mia partenza.
L'abbraccio senza alcun calore o trasporto. Lei fa lo stesso e sento
un guizzo di paura attraversarla. Quando sono sul pullman, infilo le
cuffiette e sospiro, chiudendo gli occhi.
“Mi
piacerebbe essere uno di quei primi giorni estivi pieni di colore,
quando tutti son contenti del tuo arrivo, quando tutti ti sorridono
nel momento in cui i tuoi occhi incrociano i loro occhi...*”
*Elisa
- Broken
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