Non posso

di Tigre Rossa
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Non posso
 
 


 
Passi rumorosi attraversano di corsa il corridoio, fermandosi di botto davanti alla mia stanza.
 
Sospiro.
 
So a chi appartengono.
 
Lo so fin troppo bene.
 
Una mano leggera bussa alla mia porta e una voce dolce mi chiama.“Elsa, sono io, Anna. Aprimi.”
 
Oh, Anna, sorellina mia.
 
Non sai quanto lo vorrei.
 
Ma non posso.
 
Per il tuo stesso bene.
 
“Vattene via, Anna.”
 
“Dai, Elsa! Aprimi!”
 
Sento dolore nella tua voce, Anna. Tristezza e dolore. Gli stessi che straziano anche il mio cuore. Ma non posso risponderti diversamente. Non posso.
 
“Vattene.”
 
“Perché? Perché non mi vuoi più? Che cosa ti ho fatto? Voglio solo stare insieme a te, come una volta! ”
 
Oh, Anna!
 
Non è vero che non ti voglio più, anzi.
 
Non sai quanto vorrei abbracciarti, stingerti a me, stare di nuovo con te come prima, quando eravamo piccole.
 
Ma non posso.
 
E non potrò mai farlo.
 
Perché io sono un pericolo, per te e per tutti.
 
Ma soprattutto per te.
 
Ti farei di nuovo del male, come quella volta, l’ultima volta che abbiamo giocato insieme, l’ultima volta che ci siamo sorrise, l’ultima volta che ti ho fatto ridere con il mio potere.
 
E io non voglio.
 
Tutto ciò che voglio è proteggerti, Anna.
 
È solo stando lontana da te posso.
 
Sento i tuoi passi lenti e stracciati allontanarsi lungo il corridoio, allontanarsi dalla mia stanza, dalla mia porta, da me.
 
Sento che sospiri, triste.
 
Nascondo il volto tra le braccia e piango silenziosamente, nella mia prigione perenne.
 
Perdonami, Anna.
 
Vorrei darti la felicità, l’allegria, il calore che tanto desideri, ma non posso.
 
Non posso.
 
Perché io sono il gelo in persona, mentre tu sei la vita, la gioia di vivere, il fuoco stesso.
 
E il gelo non può stare con il fuoco.
 
Io non posso stare con te, Anna.
 
Vorrei, ma non posso.
 
 
 

 
 




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