Premessa:
la
seguente storia è ispirata a
The
storm of our hearts
di
mangakagirl
mi scuso fin da adesso con l'autrice per non averle chiesto il
permesso, se in qualche modo ti avessi offesa fammelo sapere che
provvederò a cancellarla immediatamente.
Per tutti gli altri andatevi a leggere quella one-shot ^_^
*
LA
TEMPESTA PERFETTA
*
capitolo
unico
*
“Il
suo resto signorina” La commessa porse a Ran un paio di Yen che
ripose nello scomparto delle monetine assieme alle altre.
“Grazie”
Prese il sacchetto con la cena per la sera e uscì dal
supermercato.
Il vento
forte che stava soffiando in quel momento sulla città di
Tokyo, la travolse, e se non fosse stata svelta a reggersi ad un
paletto vicino, sicuramente sarebbe caduta a terra, portandosi dietro
le patate, i pomodori, e tutto il contenuto della busta marrone che
teneva in mano.
“C'è
mancato un pelo”
Quando
era entrata nel supermercato, il sole era alto nel cielo,
all'orizzonte c'erano si delle nuvole nere, ma non credeva che
potessero arrivare con quella velocità, oppure era stato il
dilemma tra il dover acquistare i pomodori datterini da quelli
cigliegini a farle perdere tempo?
In
ogni caso doveva sbrigarsi a tornare a casa prima che il temporale
che da li a poco si sarebbe abbattuto scatenando tutta la sua
potenza, avesse la meglio su di lei.
Correva
veloce e con passo deciso, sperava che i suoi occhi, ormai ridotti ad
una fessura e lacrimanti, non la tradissero proprio ora andando a
sbattere contro qualcosa di alto e duro, tipo un palo della luce.
A
metterci del suo, una ciocca di capelli le si appiccicò sulle
labbra “Ho avuto proprio una bella idea mettersi il rossetto
per andare a prendere le patate!”
Come
se tra gli ortaggi avrebbe potuto incontrare qualcuno che non vedeva
da tanto tempo.
Lasciò
l'orlo del vestito che stava tenendo con la mano sinistra perchè
non volasse via scoprendo i lineamenti delle sue gambe così
perfette, e altro, per prendere la chiavi di casa dalla borsa rossa a
pois.
Una
carta oleata di pizza andò a spiaccicarsi sul suo volto e la
gonna del vestito si alzò di colpo facendo infuriare la
ragazza che optò per suonare il campanello dell'agenzia
investigativa Mouri.
“Bentornata
Ran” Le sorrise Conan che cercò di aiutarla con la spesa
“Che cosa hai fatto? Perchè ti sei conciata in quel
modo?” Le chiese guardandola e per poco non scoppiò a
ridere.
Ran
guardò il suo riflesso nello specchio e inorridì quando
si accorse che i suoi capelli si erano modellati in modo da formare
un nido di rondini e come se non bastasse qualche foglia secca si era
magicamente impigliata tra i capelli; del rossetto era rimasto poco
niente, anzi, aveva dal lato del labbro fino alle orecchie due segni
rossi, e se in quel momento avesse partecipato al provino del film
“Batman” l'avrebbero sicuramente presa per
interpretare il Joker.
“Ma
perchè capitano tutte a me!” Piagnucolò andando
in bagno e cercando di rimediare al suo aspetto.
“Dai
Ran non fare così” Cercò di consolarla il
piccolo.
La
liceale non badò a quelle parole, piuttosto cercava il
genitore in ogni stanza urlando il suo nome.
“Goro
è andato alle terme con amici un paio di giorni, te ne sei
dimenticata?” Le disse prima che potesse urlare ancora più
forte l'appellativo “Papà”
Nel
frattempo un lampo squarciò il cielo illuminando il corridoio
lasciando Ran impietrita, aveva sempre avuto paura dei temporali fin
da piccola.
Deglutì
rumorosamente, non voleva andare sopra da sola, e se nel buio si
fosse nascosto un ladro? O peggio un violentatore?
Era
proprio quella la situazione in cui sui film dell'orrore succedeva
qualcosa di brutto ad uno degli interpreti.
Un
brivido le percorse la schiena quando le venne in mente l'ultimo film
visto a casa di Sonoko “Tratto da una storia vera!”
lesse dalla copertina dopo aver ultimato la visione.
Scosse
la testa più volte e poi guardò il ragazzino dietro di
lei.
“Conan!”
“Si?”
Rispose l'altro timidamente.
Ran
gli si avvicinò al volto e poi congiunse la mani in segno di
preghiera “Ti andrebbe di farmi compagnia mentre mi faccio il
bagno?”
Conan
arrossì vistosamente “C-chi? I-i-io?” Riuscì
a balbettare.
La
karateka lo prese per un braccio e lo costrinse a salire con lei
“Quante storie!”
*
Conan,
ancora in stato di shock, ma con un espressione beata di chi aveva
appena avuto una visione celestiale, si sedette sul divano ed accese
la televisione.
Ran
gli si parò davanti con un enorme sorriso, indossava indumenti
comodi e un grembiule rosa con un orsetto disegnato in pieno petto,
quello che usava di solito quando si metteva ai fornelli.
Al
bambino sembrò ancora di averla davanti agli occhi con il
turbante in testa per raccogliere i lunghi capelli castani e a celare
le sue intimità della semplice schiuma da bagno, la quale
lasciava poco all'immaginazione.
Perse
un po' di sangue dal naso che venne asciugato da Ran con il
grembiule.
“Scusami
Conan, è stata colpa mia, non dovevo esagerare con l'acqua
calda, ti ho fatto salire la pressione con tutto quel calore”
“Si,
l'acqua calda” Ran aveva
la brutta abitudine di trasformare il bagno di casa in una sauna
finlandese.
“Cosa
ti va di mangiare?” Gli chiese tornado in cucina per iniziare a
preparare prelibate pietanze per loro due.
“Quello
che vuoi” Si limitò a dire cercando qualche distrazione
per togliersi dalla mente ancora quell'immagine di Ran.
*
Un
lampo interruppe il silenzio che si era creato nella sala da pranzo.
Ran
sobbalzò e per poco non si strozzò con il pezzetto di
bistecca ai ferri appena addentata.
“Mamma
mia come piove fuori!” Si strinse in un abbraccio come se
avesse freddo.
La pioggia batteva insistente ormai da un paio d'ore non
dando segni di tregua.
“Le
strade sono quasi tutte allagate” Fece notare Conan
affacciatosi alla finestra colma di goccioline.
“Uffa
proprio stasera che devo uscire”
“Ma
dove vuoi andare con questo tempo? Non vedi? Ci mancano solo i lupi
là fuori!” Conan ritornò al suo posto a consumare
la cena “Dà retta a me! Stai a casa al calduccio”
“Dì
la verità Conan” disse maliziosa Ran con gli occhi
assottigliati “...hai paura anche tu del temporale, vero?”
Conan
con la sua aria spocchiosa e sicura di sé, si limitò a
dire di no.
“Vabbè,
ora chiamo Sonoko” Ma quest'ultima la precedette, il cellulare
di Ran squillò insistentemente finchè non rispose alla
chiamata.
*
Quella
serata, dopo cena, ispirò ai due la visione di un film,
ovviamente andarono a pescare qualcosa dalla videoteca fornitissima
di Goro, che ultimamente amava allargare con pellicole nuove e
inedite.
Se
fosse stato per Ran, avrebbero visionato l'ennesimo dvd
strappalacrime, nella mano destra teneva “Love Story”
e nell'altra “Dirty Dancing”.
“Quale
dei due Conan?” Chiese felice della sua scelta.
“Nessuno
dei due” Rispose senza nemmeno vedere quale potesse aver scelto
continuando la sua ricerca negli scaffali.
“Ma
se non hai neanche visto cos'ho in mano” Fece lei dispiaciuta.
“Come
se non ti conoscessi” Le rispose continuando la sua ricerca
“...eccolo!” Esclamò dopo aver preso un film misto
tra horror, giallo e storia d'amore.
“Mmmm!”
La ragazza non era molto d'accordo con la scelta del piccolo
coinquilino, non poteva far vedere a un bambino certe scene, era un
film abbastanza cruento, almeno era quello che si poteva dedurre
leggendo tra le righe.
“No
Conan, non è adatto ad un bambino! E se poi hai degli incubi?
Non voglio trovarmi un moccioso nel mio letto che piange perchè
ha paura” Alzò il mento con fare autoritario.
“Ma
senti chi parla” Si ritrovò a pensare sospirando “Ti
supplico Ran! E poi c'è anche la storia d'amore che piace
tanto a te!” La pregò sbattendo le palpebre velocemente,
li avrebbe trovati irresistibili. “Allora che dici?”
Insistette vedendo che lei non rispondeva.
“Vado
a preparare i pop-corn” Disse rassegnata, le sembrò di
tornare indietro nel tempo a quando lei e Shinichi dovevano mettersi
d'accordo su quale film guardare, chissà perchè era
sempre lui ad avere la meglio.
L'ennesimo
lampo squarciò di nuovo il cielo illuminando il salotto dove i
due ragazzi si erano posizionati per vedere il film.
La
liceale si alzò per chiudere le tapparelle, almeno così
non ci sarebbero state distrazioni, poi tornò sotto il plaid
che tirò su lasciando solo gli occhi blu scoperti.
*
Il
film era più pauroso di quanto immaginasse, ad ogni scena
corrispondeva per Ran un mini attacco cardiaco, così decise di
avvicinarsi sempre di più al bambino in modo da avere più
conforto.
Conan
arrossì visibilmente, celata dall'oscurità della
stanza.
“Ti
dà fastidio se resto qui vicino?” Le chiese.
“Shhhh!
E' il momento cruciale questo!” La zittì.
“A
volte parla come Shinichi” Sorrise
silenziosamente continuando a visionare la pellicola che da lì
a poco sarebbe terminata.
*
Il
temporale continuava imperterrito a sfogare tutta la sua rabbia, al
telegiornale l'avevano definita “la tempesta
perfetta” che avrebbe
lasciato la città di Tokyo solo l'indomani, a tutti i
cittadini che abitavano ai piani terra era stato consigliato le
paratie in caso ce ne fosse stato bisogno e di non muoversi dalle
proprie abitazioni per nessun motivo.
Ancora
tuoni, ancora fulmini, ancora pioggia.
Ran
si era rassegnata a dormire con quel sottofondo, se mai ci fosse
riuscita.
“Buona
notte Conan” Lo salutò dopo averlo accompagnato nella
sua stanza.
“Notte
Ran” Fece di rimando lui chiudendo dietro di se la porta.
“Conan?”
Lo chiamò riaprendo l'accesso alla sua stanza ed entrando
timidamente.
“Si?”
Il bambino era già entrato nel letto caldo.
Ran
si inginocchiò al suo cospetto “Posso dormire con te? Io
ho paura del temporale!!” Piagnucolò infilandosi nel suo
letto velocemente prima di ricevere la risposta.
“E
poi sarei io quello che doveva piangere perchè ha paura?”
L'abbracciò per quanto le sue piccole braccia glielo permisero
ed insieme si addormentarono.
*
Spazio
dell'autrice: questa
storia inizialmente era nata come una drabble da aggiungere alla
raccolta LE MILLE E UNA DRABBLE, ma l'idea mi è piaciuta così
tanto che ho voluto svilupparla un po' di più.
Spero
vi sia piaciuta, se fosse così lasciatemi un commentino, ma
anche se fosse il contrario!!
Xoxo
Erika
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