Verso L'Inferno

di Sheego Watakuri
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Vago per le strade della mia città, non curante delle cose vicino a me: magnifici monumenti, strade affascinanti, case architettonicamente bellissime… no, non mi importa niente di tutto questo: la mia mente è focalizzata su un unico obbiettivo

Vago per le strade della mia città, non curante delle cose vicino a me: magnifici monumenti, strade affascinanti, case architettonicamente bellissime… no, non mi importa niente di tutto questo: la mia mente è focalizzata su un unico obbiettivo. La mia destinazione, in questo istante, è l'unica cosa rilevante. Tutto il resto è futile, obsoleto… io detesto le cose intorno a me. Proprio così: il mondo è un posto disgustoso, che ha perso ogni principio ed ogni valore, per non parlare della dignità, del rispetto, della razionalità… tutte cose utili, no, indispensabili per vivere bene e in pace ed io sono stanca di questa vita ingiusta nei riguardi di chi cerca di affrontarla ogni giorno con un sorriso, trovandosi poi con un pugno di schegge di delusione in mano, taglienti come lame affilate, che avvelenano la voglia di vivere. Mi fermo. Guardo il vuoto davanti a me. La gente che mi vede mi chiede cosa stia facendo sull'orlo di una strada sospesa a 23 metri dal suolo. Io non rispondo, ignoro i curiosi e mi arrampico sulla ringhiera. Quando le persone intorno a me intuiscono cosa stia per fare, cercano di fermarmi, urlandomi contro, cercando di farmi ragionare, ma non osano toccarmi: una mossa falsa, una mano tremante e potrei cadere di sotto. Io rimango in silenzio; la concentrazione ovatta il mio udito. Mi metto in piedi sulla ringhiera, stando ben retta. Chiudo gli occhi, allargo le braccia e mi lascio andare in avanti. Mentre il vento mi avvolge nel mio viaggio di sola andata verso L'Inferno, posto sicuramente migliore della vita terrena, urlo a tutti le mie ultime parole, soffocate per anni dalla mia razionalità: - Ci rivedremo al mio arrivo… demoni infernali.-

 

 





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