Vago
per le strade della mia città, non curante delle cose vicino a me: magnifici
monumenti, strade affascinanti, case architettonicamente bellissime… no, non mi
importa niente di tutto questo: la mia mente è focalizzata su un unico
obbiettivo. La mia destinazione, in questo istante, è l'unica
cosa rilevante. Tutto il resto è futile, obsoleto… io detesto le cose intorno a
me. Proprio così: il mondo è un posto disgustoso, che ha perso ogni principio
ed ogni valore, per non parlare della dignità, del rispetto, della razionalità…
tutte cose utili, no, indispensabili per vivere bene e in pace ed io sono
stanca di questa vita ingiusta nei riguardi di chi cerca di affrontarla ogni
giorno con un sorriso, trovandosi poi con un pugno di schegge di delusione in
mano, taglienti come lame affilate, che avvelenano la voglia di vivere. Mi
fermo. Guardo il vuoto davanti a me. La gente che mi vede mi chiede cosa stia
facendo sull'orlo di una strada sospesa a 23 metri dal suolo. Io non
rispondo, ignoro i curiosi e mi arrampico sulla ringhiera. Quando le persone
intorno a me intuiscono cosa stia per fare, cercano di fermarmi, urlandomi
contro, cercando di farmi ragionare, ma non osano toccarmi: una mossa falsa,
una mano tremante e potrei cadere di sotto. Io rimango in silenzio; la
concentrazione ovatta il mio udito. Mi metto in piedi sulla ringhiera, stando
ben retta. Chiudo gli occhi, allargo le braccia e mi lascio andare in avanti.
Mentre il vento mi avvolge nel mio viaggio di sola andata verso L'Inferno,
posto sicuramente migliore della vita terrena, urlo a tutti le mie ultime
parole, soffocate per anni dalla mia razionalità: - Ci rivedremo al mio arrivo…
demoni infernali.-