Figlia della Confraternita

di _LeChatNoir_
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Elena scese dalla nave, respirando a pieni polmoni l'aria salmastra. Aria di casa finalmente.
Spaziò con lo sguardo la banchina, mentre intorno a lei i marinai scaricavano casse e altri tesori, insultandosi e ridendo in quel dialetto che stentava quasi a riconoscere come proprio. Niente era cambiato di quel luogo, solo lei lo era. Non era più la ragazzina scaprestata di un tempo. Non solo era una donna fatta e finita, era una delle migliori Assassine degli ultimi anni. Aveva affinato la sua tecnica durante i molteplici viaggi per il Mediterraneo, accompagnando il marito nelle diverse missioni. L'aveva accompagnato ad Istambul, con lui aveva reso omaggio al grande Altaïr nella sua tomba sotterranea, aveva visitato la Grecia finché non avevano fatto rotta verso la Spagna, dove vi erano rimasti per cinque anni. Una mano si posò sulla sua spalla, strappandola dalle profumate terre spagnole e riportandola alla realtà
«Qualcuno ti reclama moglie» Ezio le sorrise, il volto dorato dal sole di quella terra straniera, porgendole un fagotto di coperte. Era cambiato anche lui, l'età aveva cominciato a lasciare i primi segni sul suo volto, ma la donna lo trovava comunque bellissimo. Prese il fagotto gorgogliante
«Lamentoso come te» baciò la guancia del suo ultimo bambino, il piccolo Leonardo, chiamato così in onore del maestro Da Vinci grande amico di Ezio. Elena aveva insistito per dargli il nome del nonno paterno, ma il marito era stato irremovibile declamando che l'unico Giovanni Auditore ormai riposava in pace da anni.
«Taci donna, deve essere come me!» l'uomo rise, voltandosi ad osservare gli altri due figli che ridevano poco lontano, parlando tre lingue diverse. Dante, il primo genito, era la copia del padre, tranne che per gli occhi grigi, ereditati da Elena. Era nato poco prima della loro partenza per la Turchia ed era cresciuto scorrazzando nei bazar, insieme ad altri giovani Assasini e alla sorella, Vittoria, di due anni più piccola.
Elena aveva indossato la tunica turca con grande orgoglio, e fu Yusuf; capo di quella gilda, a marchiarle l'anulare, rendendola a tutti gli effetti un'Assassina. 
«Bambini» li richiamò, in italiano «Tutti qua. Adesso scendiamo e andiamo dalla zia Stella e dallo zio Lorenzo» Vittoria corse dal padre, che la prese in braccio mentre Dante era abbastanza restio a scendere da quella barca. Elena gli si avvicinò
«Tutto bene tesoro?» il figlio annuì, senza però guardarla «Sicuro?»
«Si mamma» Dante si azzardò a guardarla «Ma davvero restiamo questa volta?»
La donna gli sorrise «Ah capisco» gli arruffò i capelli riccioluti e arruffati «Si tesoro, questa volta rimaniamo» Lo prese per mano «Siamo tornati a casa. Abituati, Roma è bellissima Dante» gli sorrise «e piena di misteri» lo guidò verso il resto della famiglia, verso la Caput Mundi, la loro nuova casa. 

Buonasera!!! Sono viva e mi sto riattivando!!!! 
Ok, con questo capitolo si conclude (lo so, l'avevo già scritto) la vicenda di Ezio ed Elena.
Vi ringrazio per tutte le recenzioni (108... ancora non ci credo!) e tutti quelli che seguono la ff.
Bene, vi lascio dicendovi che sto lavorando anche ad altri progetti, ma non abbandonerò questi nuovi piccoli personaggi!!! 
Un bacio, un abbraccio e ancora grazie!!!
Vostra Foxy <3 





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