"Aspetta! ti darò il doppio,
non mi uccidere ti prego!" la supplicava l'uomo mentre la donna
nell'oscurità gli puntava addosso una pistola
"tu moglie mi ha pagato abbastanza, porco" la voce
sferzò gelida l'aria mentre la caricava " lo avrei fatto pure gratis"
"no..la prego.." continuava ad
implorarla
La donna sparò : due colpi, alla
testa e al cuore..il silenziatore attuì
il rumore..due leggeri 'tump
tump' e l'uomo si afflosciò in terra mentre il sangue
fluiva copioso dalle ferite mortali.
La donna abbassò l'arma svitando il silenziatore e
mettendolo via, nella corta giacchetta di pelle bianca che indossava.
Diede un calcio al cadavere dell'uomo e raccolse la borsetta
che Lyse le aveva prestato
credendola ad una festa.
Aprì il portasigari dell'uomo e ne prese uno che infilò
nella borsetta tempestata di perline. Un sorriso appena accennato e Maret uscì silenziosamente dalla stanza dall'albergo
ancheggiando sui tacchi a spillo neri .
Sulla strada illuminata dai lampioni forti e dalle scritte
al neon, si accese il sigaro che aspirò con una lunga boccata.
Lyse inorridiva vedendola fumare quella roba
pestilenziale..a lei dava un'idea di potenza, di ricchezza, denaro;
Una prostituta la avvicinò "hai da accendere,
sorella?" le chiese guardando il sigaro che fumava.
Maret si stranì. Prese l'accendino e acconsentì alla sua richiesta
"grazie" mormorò la ragazza prima di allontanarsi
Non sono una tua sorella..le disse mentalmente, facendo un fischio molto poco
femminile ad un taxi. Salì dentro chiudendo la porta con un leggero tonfo.
"signora, non può fumare qua dentro" la avverti il
conducente guardandola dallo specchietto retrovisore
Maret fece una smorfia e lo spense
" vada adesso" gli ordinò dopo avergli dato un falso indirizzo.
Guardò fuori mentre sfrecciavano fra le strade della
metropoli..un altro porco di meno, un altro bel pò
di soldi sul mio conto in banca, pensò soddisfatta leccandosi il labbro
superiore con piacere.
Una volta nel loft segreto che
possedeva, si fece una doccia togliendosi la parrucca bionda e le lenti a
contatto colorate ; prese il telefono mentre apriva il frigo per
prepararsi un panino
"tutto a posto" disse solamente prendendo la
bottiglia dell 'acqua, un clic tolse la breve telefonata.
Soddisfatta si sedette davanti al portatile per scaricare la
posta..di
nuovo la lettera del suo ammiratore, pensò leggendo il nick
'quando mi concederai un
appuntamento?' le domandava con una faccina sorridente vicino ' ti aspetterò al
modo alle 7, se verrai sarò il tuo servo devoto per il resto della vita'
Maret sorrise sentendosi lusingata
' come corri! lasciamici
pensare su..' gli scrisse inoltrando la risposta
Guardò l'orologio, spense il computer e si stirò
arruffandosi i capelli che aveva appena tagliato...bella la vita del killer, pensò
gettandosi sull'enorme letto giapponese che aveva comprato da poco.
Uff.. la
riunione il giorno dopo..non aveva preparato la
relazione! Pensò d'un tratto allarmata...al diavolo mi
darò malata, decise chiudendo gli occhi nocciola e abbracciando il cuscino.
Il giorno dopo, si recò al suo lavoro di copertura..faceva
la segretaria in una casa di moda, tutti la conoscevano come Monique Leroy : 28 anni, single conviveva con Lyse,
una giovane architetta di 26 anni scatenata, non aveva animali domestici nè a
quanto sembrava, una famiglia.
Faceva sospirare i suoi colleghi per l'aria misteriosa di
cui si ammantava : molto bella e curata, attirava
l'invida delle colleghe, ma il sorriso
spontaneo che possedeva e una modestia innata la rendevano esente da malignità
e pettegolezzi.
Sempre di buon umore, salutava cortesemente tutti, portando
caffè o tramezzini ai lavoratori più indaffarati..la consideravano una brava ragazza di gusti
difficili , ma affidabile e discreta. Maret ne rideva : non si rendevano conto che la faccia che mostrava era falsa fin al midollo?
Cinica a livelli impossibili, gelosa, egoista e possessiva..questi erano i corretti
termini per definirla..e poi era una sporca assassina.
Già..pensava guardando i tabulati..una
lurida assassina senza scrupoli, ma sono brava..sono
dannatamente brava nel lavoro che faccio!pensò assaporando già la giacca di
pelle di Chanel che avrebbe comprato col lavoretto
della sera prima.
Posò la Mont Blanc
sulla relazione e guardò avanti a sè, stringendo gli
occhi nocciola.. però era vero..quello
lo avrebbe fatto fuori anche gratis..quello schifoso
pedofilo!
Si incupì per un attimo, ma si
riprese subito quando si sentì chiamare dal capo.
Chiuse la cartellina di pelle che si era regalata per
festeggiare il buon lavoro che aveva fatto sul marito di quella cretina francese
che l 'aveva pagata fior di milioni, per fare in modo
che il marito smettesse la relazione con ' la sgualdrinella
del piano bar'
Tzè!pensò ancheggiando verso
l'ufficio del principale : un colpo ben piazzato a
quel grassone che allungava le mani su quella poveretta e il problema era stato
risolto..peccato che la francese non avesse
apprezzato il suo operato.
Poco male, l'aveva comunque pagata..certo aveva minacciato di fargliela pagare, ma Maret non pensava che avesse mai mantenuto la promessa..almeno, non fino a quel giorno!
Alle 6 uscì dall'ufficio, stringendosi nel cappotto di pelle..aveva
proprio la passione per quel materiale. Lungo fino ai piedi, in morbida nappa
le stava un incanto..ma dopotutto io sto bene con tutto. si
disse altezzosa, rimirando la sua immagine nella vetrina di un negozio.
Un uomo biondo la guardava, lo poteva vedere riflesso nel
vetro, ma dopotutto faceva questo effetto a molti. Sorrise cinicamente sentendosi una dea e restò a
guardare le ultime camicette alla moda.
L' individuo si staccò dal muro dietro di lei..Maret
non lo vide avvicinarsi, mentre faceva i conti di quando avrebbe dovuto chiedere
al suo prossimo cliente per potersi permettere uno stock di quelle meraviglie.
L'uomo tirò fuori la pistola dalla giacca discretamente,
guardandosi intorno per prudenza..c'era poca gente benchè fosse la via
principale.
Maret ammirava estasiata i foulards che adornavano le camicette al collo dei manichini
chiedendosi quale sarebbe stato più indicato alla sua carnagione ambrata.
"Ciao Maret" sibilò una
voce dietro di lei..qualcosa le fu premuto sulla schiena..Maret
sgranò un attimo gli occhi sentendosi chiamare col suo vero nome. Vide l' uomo di prima riflesso accanto a lei e si riprese
immediatamente.
"Mi sta confondendo con un'altra donna, il mio nome.." cominciò sorridendo
"Monique Leroy,
28 anni, single...abiti con la bella Lyse che lavora
allo studio di architettura sulla 10° strada..ti basta o preferisci
che continui?" le chiese a bassa voce mentre un gruppo di ragazze
passavano accanto a loro.
"chi sei?" domandò leggermente inquieta.
"un collega.." rispose premendole la canna della pistola sulla schiena.
"non ce n'è bisogno..e non rovinarmi la
giacca, l' ho comprata da poco" ribattè
nervosa Maret.
"peccato rovinarla con un forellino" le disse
freddo.
"perchè? chi
ti manda?"
"una tua cliente che hai preso in giro"
"la francese?" domandò stupita.
"non glielo dovevi ammazzare il marito..se l'è presa un pò" le
disse guardandosi attorno..stava arrivando gente
"andiamo spostiamoci di qui..e se fai un gesto
di sparo" la minacciò prendendola sottobraccio