DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
Quel
rumore banale, odioso e sgradevole finì il suo ciclo di vita contro il muro
della mia camera 10 secondi dopo che aveva iniziato a suonare. Avevo ucciso la
mia sveglia a forma di porcellino con un destro degno di un pugile. Ma poco
dopo, non appena il mio cervello iniziò a connettere, capii di aver commesso l’
omicidio di un innocente. Alla fine quell’ aggeggio voleva solo farmi presente
che la mattina dell’arrivo di Anna era finalmente
arrivato.
Dopo due mesi trascorsi in
Germania,infatti, la mia migliore amica sarebbe tornata in Italia, a casa
nostra. Vivevo con lei da 2 anni ma ci conoscevamo praticamente dalla nascita.
Inutile dire che per me era come una sorella che, per giunta, non avevo mai
avuto. Così diverse, così diametralmente opposte, ma così
legate!
Io
ero la più forte, lei la più debole, io era giusto carina, lei dannatamente
bella, io ero attaccabrighe, lei estremamente pacifica. Avevamo la stessa età,
lei era la più responsabile e ragionevole, io invece la classica testa calda che
agisce d’impulso. Anna aveva paura del giudizio degli altri, doveva essere
sempre all’altezza, questo era ciò che la rendeva insicura. Alle superiori le
bullette la odiavano perché invidiose ed io non lo sopportavo. Molte volte mi
ero ritrovata in presidenza perché avevo scatenato delle risse in difesa della
mia amica .
Insieme frequentavamo la scuola
interpreti e per seguire i corsi ci eravamo trasferite nella città della facoltà
, lontano da casa nostra.
Se
la perfezione avesse avuto un nome, non ci sarebbero stati dubbi: si sarebbe
chiamata Anna. Era bellissima, con quella cascata di capelli neri, lisci fino ai
fianchi, con quegli occhi di ghiaccio e con quel fisico scultoreo. Ma
soprattutto Anna era intelligente e riusciva in tutto quello che faceva. Se
aveva un obiettivo, quello sicuramente sarebbe stato raggiunto. Così come
l’ultimo che si era prefissata: vincere quel concorso, quel
sogno!
A
coloro che frequentavano la nostra facoltà si era presentata la possibilità di
partecipare ad una competizione. Chi l’avesse vinta avrebbe avuto l’ opportunità
di svolgere uno stage di 2 mesi in Germania con una delle interpreti più famose
d’Europa : Ingrid Miller, l’interprete dei Tokio Hotel e viaggiare insieme a lei
al seguito del gruppo.
Il
concorso consisteva in un esame di lingua tedesca e inglese. Quello sarebbe
stato il mio sogno, ma Anna era imbattibile, questo lo sapevo già in partenza.
Infatti fu così, fu lei a vincere quell’ opportunità. Ma neanche per un istante
provai invidia nei suoi confronti. Era Anna, era semplicemente lei, colei con la
quale ne avevo passate tante e che mi aveva aiutato in
tutto.
Solo in un momento avrei pagato oro per
essere al suo posto:
FLASH BACK
“Maggie, non ci crederai, finalmente
è successo, avevo capito che c’era qualcosa, ma non volevo crederci, adesso,
però, non ho dubbi!! Oh mio dio quanto sono eccitata!” Mi disse urlando Anna al
telefono.
“Calmati,che è successo? Ti sei resa
conto che non puoi vivere troppo a lungo senza di me?”
“Dai scema… è un sogno! è un
sogno!”
“Che hai sognato? Bill Kaulitz nudo
che ti incita ad avvicinarsi a lui? Perché se è così io lo sogno tutte le notti,
quindi non sarebbe una novità…”
“In effetti c’ entra Bill Kaulitz,
ma il sogno lo sto vivendo..”
“Anna che vuol
dire?”
“Che mi ha baciata Maggie, mi ha
baciataaaaaaaaa” Urlò la mia amica portandomi via un timpano e facendo sì che
dovessi spostare la cornetta dal mio orecchio .Ok, forse ero definitivamente da
ricovero e avevo iniziato ad immaginarmi le cose …forse non avevo capito bene…
Forse la mia amica delirava perché aveva bevuto troppa deutsche Bier o mangiato
troppi crauti… o forse era vero e avevo appena scoperto che la mia migliore
amica se la faceva con il mio idolo di sempre.
FINE
FLASHBACK
Da quel giorno, al telefono, aveva
iniziato a raccontarmi di come la loro storia era iniziata, di come si stava
evolvendo e di quanto lei ne fosse già innamorata. Ad essere sinceri non avrei
mai creduto che avesse potuto continuare tra di loro… Insomma, la storia della
rock star e della stagista non mi convinceva più di tanto. Invece tutto filava
liscio e Bill Kaulitz pareva dimostrarsi ciò che sembrava: il ragazzo dolce e
incredibilmente sensibile che ti travolge con solo un’occhiata alla telecamera.
Del resto non si poteva non amare Anna, era ciò che ogni uomo avrebbe
desiderato. Tutto il contrario di me insomma…
Bassa,
per niente formosa, anzi, direi proprio gracilina. Avevo uno stile tutto mio,
poco mi importava che non piacesse alla gente. Il mio taglio di capelli era
tutto un programma. Quando mia madre mi vide per poco non mi apriva la porta di
casa. Avevo colorato il mio castano chiaro in un biondo chiarissimo, quasi
platino, nella parte superiore, mentre i capelli all’interno erano diventati
neri corvini. Una falda piuttosto ampia copriva il mio occhio destro ed il resto
dei capelli era scalato e lungo fino al seno. Avevo un piercing sotto l’angolo
della bocca e due tatuaggi, ancora dovevo decidere cosa dovesse rappresentare il
terzo. Quello sulla caviglia era una rosa colma di spine, una per ogni ostacolo
superato nella mia vita e quello sul polso, una farfalla che simboleggiava ciò
che nessuno mi avrebbe mai tolto: la libertà.
Libera..
si.. forse è l’aggettivo che più mi si addiceva. Ero libera di esprimermi come
volevo, di vestirmi come volevo, non mi importava che qualcuno disprezzasse la
presenza esagerata di catene e borchie nel mio abbigliamento , libera di dire
ciò che volevo e di pensare ciò che volevo. Non ero perfetta, no! Non ci andavo
nemmeno vicina, ma ero libera e mi piacevo terribilmente. Per questo non mi
piaceva passare inosservata, proprio perché mi piacevo ed il mio modo di vestire
era una sorta di provocazione per coloro che non avrebbero mai osato pensare di
conciarsi come me.
Anna
a differenza mia era schiavizzata dalla perfezione e se c’era una cosa che
voleva a tutti costi era piacere
alla gente prima ancora che a se stessa. Aveva frequentato corsi di postura ,
diceva che per essere interpreti era necessario mantenere un atteggiamento
elegante, era perennemente a dieta e aveva iniziato a frequentare un corso di
dizione per togliere definitivamente l’accento toscano che ci contraddistingueva
per le nostre origini. Come lavoro part- time impartiva lezioni private di
lingua. Diceva che era un buon metodo per ripassare la grammatica inglese e
tedesca.
Io
invece per racimolare qualche soldo facevo la cubista in discoteca. E’ vero si,
non è il massimo, ma il pensiero di studiare anche nel tempo libero mi dava la
nausea, fare la cameriera non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello,
avrei finito sicuramente per rovesciare un vassoio addosso a qualcuno , come
baby sitter sarei stata un disastro in quanto la mia pazienza è molto ma
moooolto limitata e qualche bambino ne avrebbe sicuramente pagato le spese.
Quindi decisi che la discoteca poteva fare per me… Avrei ballato e questo lo
adoravo, mi sarei lasciata andare e anche questo era decisamente nel mio stile e
mi sarei ubriacata ogni fine settimana. In più, non ero certo una meraviglia con
quei vestitini succinti, ma con le movenze ce la sapevo veramente fare. Vedere
l’espressione sbavante stampata sul volto di alcuni individui allupati non aveva
prezzo. Avrei potuto trovare qualcosa di meglio? Noooo, non
credo!
Dopo
aver lottato con le lenzuola ed essermi resa conto di essere nuovamente in
ritardo, mi catapultai giù dal letto, corsi per la camera in cerca di qualche
dannato indumento da indossare e non nell’armadio come i comuni mortali, ma sul
pavimento data la mia allergia al tenere la stanza in
ordine…
Una
volta trovato qualcosa di mio gradimento mi incamminai velocemente verso la
porta ed inciampai in Bill… non Kaulitz, Bill il mio gatto! Lo avevo chiamato
come il cantante perché ero letteralmente ossessionata da lui, dal suo sorriso,
dal suo stile, dai suoi capelli, dalla sua voce e dal suo essere libero di
esprimere i suoi pensieri a tutto il mondo attraverso la sua musica. Adesso però
non era più un idolo da contemplare attraverso un poster, ma il fidanzato della
mia migliore amica…
Accarezzai
l’adorabile palla di pelo per scusarmi di aver interrotto il suo sonno e mi
diressi verso la mia auto scassata che mi avrebbe accompagnato a prendere Anna
all’ aeroporto.
Eccola,
mi sorrideva e stava correndo verso di me, aveva gli occhi che le brillavano e
la lunga chioma che scintillava sotto il sole. Quanto era bella e quanto mi era
mancata cavolo!
“Maggie
Maggie Maggie! Mi sei mancata, come ho fatto senza di te?” Mi aveva presa tra le
braccia e mi stava stritolando con le lacrime agli occhi. Anche a me veniva da
piangere, ma non lo feci, ero sempre stata la “dura” della situazione e odiavo i
saluti sdolcinati.
“Si
si ok mi sei mancata anche tu e tanto lo sai, ma ora TOGLIMI LE BRACCIA DAL
COLLOOOOO NON RESPIRO!!!!!!!!!!!” Le urlai non facendocela più. La aiutai con i
bagagli e ci avviammo verso la nostra casetta di nuovo
insieme.
“Casa
dolce casa!” esclamò Anna entrando nella nostra umile
dimora.
“Ormai
ero abituata ad altro, suite, alberghi, ville, ma l’atmosfera di casa è
impagabile…”
“Si
certo… soprattutto quando hai un certo Bill Kaulitz con quegli occhioni che ti
aspetta in una lussuosa camera di Hotel, posso immaginarmi come desidereresti
trovarti qui in questo casino!” Dissi ironica e scuotendo la testa
all’affermazione della mia amica.
Anna
arrossì, e si lasciò cadere sul letto con lo sguardo sognante. Mi aveva già
raccontato praticamente ogni piccolo particolare di quella storia da favola che
aveva vissuto in Germania e che ancora stava vivendo.
“Non
ti ho detto una cosa però…” mi disse guardandomi Anna
“Che
c’è?”
“Ecco
lui… verrà qui da noi in Italia per passare le vacanze, insieme a suo fratello
Tom”
“Qui
proprio Qui?” le chiesi balbettando.
“Si
qui… alloggeranno in un Hotel in città, ma è inutile dirti che lui starà molto
qui da noi per ovvi motivi..”
Il
mio volto assunse un’espressione incredula e inebetita.
“Cioè
vuoi dirmi che l’uomo che sogno ogni notte, il mio sogno erotico e per giunta
proibito perché fidanzato con la mia migliore amica si aggirerà nei
dintorni?”
“Maggie!
Non esagerare… comunque si hai capito… e guai a te se proverai a soffiarmelo” mi
disse sorridendo ingenuamente.
“Questo
dipenderà dai miei ormoni, e tu permettendo a misterbombasexyKaulitz di
aggirarsi nei paraggi li metti a dura prova”
Iniziammo a ridere e ci abbracciammo
buttandoci insieme sul letto insieme a Bill (quello a quattro zampe) che faceva
le fusa in cerca di attenzioni.
“Ti
voglio bene Anna, ben tornata” Le sussurrai dolcemente in un orecchio.
“Come farei senza di
te?”
Spazio
autrice:
Ecco la mia seconda FF, non so come
si svilupperà, ho giusto qualche idea. Scusate, questo capitolo è un pò
lungo, ma mi serviva per introdurre e presentare due delle protagoniste e la
situazione. Spero possa piacervi!
In verde descrivo i pensieri dei
personaggi.
(I
Tokio Hotel non mi appartengono non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto
della mia fantasia)
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