Al momento giusto

di mamie
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AL MOMENTO GIUSTO
 
Sei nel posto giusto al momento giusto, e te ne importa abbastanza per fare ciò che è necessario. A volte basta questo.
 
 
Non c’è niente in me dell’eroe. Io sono solo Bailey. Sono solo uno che viene da una fattoria del Massachusetts. Niente ascendenze illustri. Non mi hanno scambiato nella culla, niente parentele magiche, niente di niente.
Io sono solo Bailey e se, quella notte, sono corso via col cuore in gola e il fiato nelle scarpe, era solo per rivederti, Poppet. Solo per rivedere l’onda dei tuoi capelli di fuoco in mezzo a tutto quel bianco e quel nero.
Ho esitato, anche. Non ero sicuro di poter davvero lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle. Mi sono chiesto un sacco di volte se era giusto. Mi sono detto che i miei contavano su di me, che avevano bisogno di me. Il senso del dovere, che cosa tragica a volte, mi imponeva di rinunciare a tutto per sempre, di rinunciare ai sogni, di rinunciare a te.
Ho esitato finché non è stato quasi troppo tardi.
Il tempo. Cogliere l’attimo. È difficile. È la cosa più difficile del mondo essere al posto giusto al momento giusto. Non è una cosa che puoi calcolare. A volte la senti come un formicolio dietro gli occhi, come un frullo all’altezza del petto.
Potevo andarmene. Potevo voltare le spalle e lasciarmi dietro il mio sogno, potevo tornare alla mia rassicurante e piatta vita nella fattoria. Non sapevo cosa mi aspettava, ma chi è che lo sa a questo mondo? Neanche le tue visioni, Poppet, riescono sempre a far andare le cose come devono andare.
Non l’ho più rivista, la mia fattoria. Il Circo è anche tornato a Concord una volta. Avrei potuto andarci, rivedere la mia famiglia, se erano ancora vivi… ma io ormai non ho più nessuno, quello è un pezzo della mia vita che mi sono lasciato alle spalle per sempre. Siamo tutti orfani qui nel Circo. Orfani che cercano conforto alla loro solitudine.
L’unica cosa che a volte mi manca è la mia quercia. Quello scricchiolio che facevano i suoi rami quando mi arrampicavo, le saette impazzite degli scoiattoli, l’odore forte delle foglie e della corteccia. La bottiglietta di Widget, quella dove c’era la sua essenza che si poteva annusare (oh, era stato fantastico, potevo chiudere gli occhi e sentire ancora il sole che mi toccava la pelle filtrando fra le foglie) l’avevo buttata sul fondo del calderone. Era lei ad alimentare il circo, insieme al guanto che Poppet mi aveva dato quando avevo dieci anni, insieme a tutte le cose importanti della mia e della vostra vita.
No, niente rimpianti, neanche uno. Si sceglie e poi si va, senza stare a chiedersi “e se… allora…”.
Io non sono un eroe. Seguo solo un sogno, forse un po’ zoppicando all’inizio, ma poi con passo sempre più spedito.
 
A volte basta questo.
 
 
 
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NdA: Le parti in corsivo sono citazioni dal romanzo.
 




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