N//A: ATTENZIONE!
Per quanto mi riguarda, gli Olex non sono mai successi (Ryan/Alex FOR
THE FUCKIN' WIN!), perciò leggete questa fanfiction
tenendolo bene a mente. #notevensorry
La prima parte è ambientata in pre-season4 e la seconda
parte è ambientata in post-series.
Unspoken.
La prima volta è successo dopo una
giornata sfiancante, trascorsa a districarsi tra i mille impegni di cui
straripa l'agenda di Alexandra. Sono entrambi stanchi e quando si
ritrovano nudi l'uno tra le braccia dell'altra, nemmeno sanno chi dei
due abbia iniziato per primo a spogliare l'altro. Il giorno seguente,
non fanno accenno alla cosa – non che ci sia effettivamente
qualcosa di cui parlare.
La seconda volta Alex è furiosa con se stessa per essersi
lasciata sfuggire la possibilità di raccogliere informazioni
sulla sede iraniana della Bottega, e Ryan vorrebbe solo
tranquillizzarla. Non è ancora l’alba quando
sgattaiola fuori dalla camera di Ryan; lui sta solo fingendo di dormire.
La porta della stanza di Alex sbatte con forza, mentre lei si accascia
al suolo: il volto di Sean si è intrufolato nei suoi sogni.
Ancora.
La terza volta è stata una debolezza, e Alex sta proprio per
opporsi, ma le labbra di Ryan sul suo collo si rivelano particolarmente
abili a persuaderla a non farlo.
La quarta volta è lei a baciarlo. Il fatto è che
Ryan ha davvero un buon profumo – e poi, si è di
nuovo messo gli occhiali.
La quinta volta Alex è stufa di cercare delle
giustificazioni valide, o anche solo delle scuse accettabili.
Ha notato come i gesti di Ryan, da frettolosi e impazienti, si siano
fatti di volta in volta sempre più accorti e delicati, ed
è consapevole di aver rimandato troppo a lungo il momento in
cui dovrà affrontare l'argomento, con se stessa prima che
con lui; ma neanche quella volta ne ha il coraggio. E allora tace,
approfittando del fatto che anche lui farà altrettanto.
Perché Ryan la ama – questo, lei l'ha capito
dall’inizio – e non le metterebbe mai pressione;
lui sa tutto ciò che ha dovuto affrontare - sa di Sean, sa
di Thom, e sa perfino di Nathan -, perciò le darà
tutto il tempo necessario per riflettere su di loro, sempre che un loro esista
davvero, almeno per lei. Si accontenta solo del fatto di trovarla
ancora nel suo letto, al mattino; le dita sull’addome,
all’altezza della cicatrice lasciata dal proiettile.
***
Sonya è al suo fianco. Nelle prossime settimane,
dovrà sostituire Ryan, così che lui possa tornare
in America e collaborare con Michael e Birkhoff. Alex vorrebbe
raggiungerlo sulla scaletta del jet, deve dirgli qualcosa, ma il suo
corpo non le risponde, i muscoli non si muovono, le braccia rimangono
inermi lungo i fianchi e la bocca è serrata.
Questa scena si ripete all’infinito nella sua testa, come
un’accusa; sembra rimproverarle il fatto che nemmeno
lì, nei suoi sogni, dove adesso c’è
Ryan, riesca a dire o a fare qualcosa. Alex si sveglia di soprassalto,
sudata, odiandosi per non aver avuto la forza di non innamorarsi di
lui. E adesso che Ryan è diventato un altro lutto da
affrontare, un’altra tomba da visitare, Alex si odia anche di
più per non essersi chiarita con lui quando ne ha avuta
l’occasione.
Vorrebbe sfogarsi, ed è esattamente quello che fa: colpisce
il muro, con violenza. Piange, ma non è dolore fisico
ciò che sta provando; solo quando il sangue comincia a
scorrerle tra le dita decide di fermarsi.
Distoglie lo sguardo da tutti quei fogli appesi alle pareti, da quegli
appunti che hanno la calligrafia di Ryan. Si avvicina alla scrivania:
lo schermo del portatile è abbassato, il tappo della penna
aperta è rotolato sul pavimento e allo schienale della sedia
è appesa una giacca- non ha bisogno di avvicinarla al viso
per sapere che il tessuto è ancora impregnato del suo
odore-. Controlla le tasche e incontra un oggetto; la sua fronte
corrugata si distende quando le dita ne riconoscono la forma.
Forse l'aveva già intuito da tempo, ma è proprio
allora che si rende conto che, nonostante siano riusciti a fermare per
sempre Amanda e a porre davvero fine alla parte della loro vita legata
alla Divisione, è in quel momento che ha inizio tutto. E,
dal canto suo, Alex non ha dubbi sul fatto che l'unica via possibile
per lei sia quella intrapresa quando ha accettato l'incarico offertole
da Maryam Hasan, quella che aveva intrapreso insieme a Ryan e che ora
si ritrova a dover percorrere da sola.
Inforca gli occhiali che sono stati suoi. Dopotutto,
pensa, Ryan non sarà così distante come temeva.
“Quindi
è così il mondo visto con gli occhi di Ryan
Fletcher”, commenta in tono scherzoso, sistemandosi meglio
gli occhiali sul naso e sforzandosi di distinguere le lettere sulle
decine di post-it che ricoprono la cartina geografica e di decifrare il
significato di tutti quei punti interrogativi.
“Ebbene sì”, la asseconda lui.
“E purtroppo è ben poco interessante”.
“Non saprei giudicare riguardo all'interessante, ma di sicuro
se tutti lo guardassero coi tuoi occhi, ci sarebbero un po'
più di giustizia e di verità nel mondo”
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