Ecco cosa sei

di Aching heart
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Maschere, maschere, maschere.
Ieri eri la ragazza depressa e malinconica, oggi sei la sorella dolce e paziente, domani sarai la stronza cinica allergica al genere umano.
Ma chi sei in realtà?
Chi sei quando i riflettori si spengono, quando cala il sipario, quando la gente va via?
Chi sei quando la maschera cade? Chi sei davvero, Giulia?
Ci provi, a spiegartelo. Ci provi una, due, tre volte. Non trovi mai le parole adatte.
Ti guardi allo specchio. E’ dura, adesso che il sipario è calato, i riflettori sono spenti e non c’è anima viva in giro. Di giorno è facile, interpreti un ruolo. Ma adesso, adesso che sei sola con te stessa, dimmi, Giulia, come fai a guardarti in faccia, se nemmeno tu sai qual è quella vera?
Ti guardi allo specchio. Cosa vedi? Vedi pelle pallida, troppo pallida, e labbra martoriate dai tuoi stessi denti, e occhi spenti e arrossati dal pianto. E’ questo che sei, dunque? E’ tutto qui?
Chi sei, Giulia?
Ti guardi allo specchio, e odi ciò che vedi.
Con un colpo secco, il tuo pugno si abbatte sul vetro. Il sangue caldo sgorga dalle ferite sulla mano, ma cosa importa?
Ti guardi di nuovo allo specchio. Adesso non ci sei più tu, ammesso che tu abbia mai saputo chi fossi. Adesso ci sono solo centinaia di pezzi di vetro acuminati. Adesso c’è solo uno specchio frantumato.
Ecco cosa sei.

 




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