Dopo
il ritorno dell’Oscuro Signore
«…Sirius,ho
bisogno che tu parta subito. Devi avvertire Remus Lupin Arabella Figg,
Mundungus Fletcher – il vecchio gruppo. Nasconditi da Lupin
per un po’,
ti cercherò lì.»
da Harry Potter e il Calice di Fuoco, pag 606.
Capitolo 1
...Un
grosso cane nero simile ad un orso si stava allontanando a grandi balzi
da Hogwarts. Gli era stato dato un ordine, e si apprestava ad eseguirlo.
Uno
spicchio di luna illuminava fiocamente i prati e le cime degli alberi
della Foresta Proibita, mentre un venticello fresco di prima estate
fischiava nelle orecchie dell'animale, accarezzandone il muso e
facendone lacrimare gli occhi grigi. L'erba umida scricchiolava sotto
le sue zampe mentre lui correva.
In
breve il grosso animale fu fuori dalle mura della scuola, diretto alla
stazione di Hogsmeade. Mentre percorreva il viottolo che lo avrebbe
portato al villaggio, alzò il muso verso il cielo: le nuvole
si stavano
addensando , avrebbe piovuto da lì a poco.
Sviò
per entrare nella foresta che fiancheggiava il viottolo, si sarebbe
riparato lì quella notte.
Vagò
tra gli alberi per pochi minuti e infine, sotto le fronde di un grande
noce, il cane prese le sembianze di un uomo alto ed emaciato, con il
viso scavato e luminosi occhi grigi,il suo viso portava le tracce di
una grande bellezza, da tempo perduta.
L'uomo
si sedette, appoggiandosi all'umida corteccia dell'albero proprio
quando le prime gocce di pioggia iniziavano a picchiettare sulle foglie
e sulla terra.
Mentre
la pioggia s'infittiva, l'uomo si strinse nella sua tunica logora: i
freddo iniziava a farsi sentire. Era strano però che facesse
così
freddo...dopotutto era giugno.
L'uomo chiuse
gli occhi mentre il suo respiro affannoso si condensava non appena
usciva dalle sue labbra...
Prima di
addormentarsi capì perchè faceva così
freddo...
Dissennatori...
Cavalcava
un ippogrifo, ma non era solo: a lui era avvinghiata una donna. Prima
che riuscisse a capire chi fosse, l'animale atterrò sulla
cima di un
monte innevato.
Lui scese...
ai suoi piedi c'era qualcosa di grigio che si dimenava.
Stava per
tendere la mano verso quel qualcosa...
L'abbaiare
sommesso di un cane svegliò l'uomo che si portò
una mano alla fronte, sbadigliando.
Era mattina, e
aveva smesso di piovere.
Si
alzò, stiracchiandosi. In un attimo aveva ripreso le
sembianze di un grosso cane nero.
Prima di
ripartire per Hogsmeade ripensò al sogno che aveva fatto.
Forse erano
stati i Dissennatori a fargli fare un sogno così idiota...
Si
voltò per dare un'ultima occhiata a Hogwarts. Tra quelle
mura c'era la
persona a cui lui teneva di più al mondo, e a cui purtroppo
non poteva
stare accanto.
Si
voltò a fronteggiare il viottolo e continuò la
sua corsa.
Arrivato
alla stazione si fermò. Ovunque la sua faccia da umano
scrutava torva
le persone, stampata su innumerevoli volantini che lo segnavano come
ricercato e riportavano la taglia che era stata messa sulla sua testa.
Con
un moto di tristezza, mista ad uno strano divertimento,
l’animagus
guardò il treno che si era appena fermato in stazione.
Salì nascosto da
un gruppo di maghi dall’aria frettolosa e buffamente
travestiti da
babbani che , come lui, avevano
come destinazione Londra.
Rimase
seduto al centro del corridoio tra gli scompartimenti; di tanto in
tanto un mago o una strega si affacciavano dal loro scompartimento e ,
vedendolo, gli lanciavano un morso di pane o un biscotto.
Il
sole calò molto più lentamente del solito e
quando a sera il treno si
fermò, al grosso cane nero sembrava essere passata
un’eternità.
Scese
dal treno senza guardarsi alle spalle, attraversò la
barriera del
binario 9 e ¾ e uscì in fretta dalla stazione di
King’s Cross.
Ritrovandosi
sul marciapiede si guardò attorno spaesato. Aveva
dimenticato quanto
fosse grande e caotica Londra e , a dirla tutta, quel trambusto era
alquanto fastidioso per lui, abituato com’era alla strana
calma di
Azkaban e al silenzio della sua caverna a Hogsmade.
S’incamminò,
doveva portare a termine gli ordini di Silente, ma la prima parte era
complicata.
Sapeva dove
doveva andare, ma non sapeva come arrivarci.
Per fortuna la dea
bendata aveva deciso di favorirlo.
Una donna si
era fermata a chiedere informazioni ad un vigile, a portata di orecchio.
-Mi scusi,
come devo fare per raggiungere in quartiere Nord?-domandò la
donna.
-Deve
prendere l’autobus che sta arrivando e scendere alla terza
fermata,
signora. Non può sbagliarsi.- rispose gentilmente il vigile.
-Grazie-
La signora
guardò il cane, lo accarezzò e salì
sull’autobus.
Quartiere
Nord, perfetto! Era la sua destinazione.
Salì
anche lui sull’autobus poco prima che si chiudessero le porte.
In
meno di un quarto d’ora fu nella piazzetta circolare del
quartiere
Nord, un quartiere periferico, costituito da piccole ma graziose case,
tutte con un ampio giardino davanti.
Il
cane cercò con lo sguardo il numero 4. Si
avvicinò alla porta, si
guardò intorno per essere sicuro di essere solo, e si
trasformò in uomo.
Bussò
alla porta. Un uomo dai capelli castani ampiamente striati di grigio,
vestiti rattoppati e dall’aria malaticcia gli aprì e lo guardò
sorpreso.
-SIRIUS!-
esclamò.
-Ciao Rem. Presto,
entriamo…- disse Sirius e Remus si fece da parte per farlo
entrare, poi si chiusero la porta alle spalle.
Perfetto. L'ho fatto! Ho pubblicato una mia storia! * cancella la voce
dalla lista di cose da fare.*
Comunque... Saalve gentili e pazienti lettori.
Questa è una piccola storia che nasce dalla mia
ossessione per Sirius
e dal mio bisogno di "saperne di più" su questo meraviglioso
personaggio.
L'idea è scaturita dalla frase del quarto libro che vedete
citata all'inizio.
Il tutto è quindi ambientato subito dopo il ritorno di
Voldemort, al quarto anno di Harry.
Ora, fareste un favore piiiiiccolo piiiiccolo a questa povera ragazza?
ç__ç
Mi lasciate un commentino? Anche solo per dirmi che il capitolo farei
meglio a bruciarlo
(o buttarlo nel cestino xD).
Graaaaaazie *___*
C'è sempre da specificare che tutti (o la maggior parte) dei
personaggi citati in questa storia
sono sotto il copyright della miiitica J.K. Rowling.
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