Can you feel the love, tonight?

di SellyLuna
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Titolo: Can you feel the love, tonight?
Autore: SellyLuna
Prompt: Colpo di fulmine
Fandom: I pinguini di Madagascar
Rating: verde
Avvertimenti: Probabile OOC.
Eventuali note dell’autore: Ed eccoci qui. C: Questa è la mia prima raccolta ed è la mia prima challenge. Questa raccolta, infatti, nasce proprio grazie alla challenge a cui partecipa e cioè “Challenge in Love” indetta da _Marlene_ sul forum di efp.  
Ho voluto iniziare dal prompt “Colpo di fulmine” e la coppia più adatta per rappresentarlo mi sembrava la Kowalski/Doris. È la prima che scrivo, spero che l’OOC, in caso fosse presente, non sia troppo fastidioso. O.o Inoltre, spero che questo loro probabile primo incontro possa essere verosimile.
A voi il giudizio! C:
Buona lettura! ^_^

 
 
CAN YOU FEEL THE LOVE, TONIGHT? 
 
 


Colpo di fulmine.

Kowalski si ricordava perfettamente il giorno in cui la vide per la prima volta. Era un martedì, quella sera ci sarebbe stata la luna piena e, da qualche parte nel mondo, si poteva assistere al passaggio di una stella cometa, un evento più unico che raro.
Tuttavia il suo evento speciale era stato la fortuna di incontrare lei, quella dea del mare. Era un incanto, non aveva mai visto nulla di più bello e mirabile.
La sua parte razionale e scientifica non condivideva affatto i pensieri troppo enfatici e pieni di sentimento che aveva formulato per una sconosciuta, per quanto potesse essere realmente affascinante.
Ma, in quel frangente, Kowalski ignorò il raziocinio e si rifugiò nei suoi sentimenti, si affidò a quella parte della sua personalità a cui non dava mai ascolto e che non credeva nemmeno di possedere, arrivando a seguirne i consigli che lo avrebbero portato a compiere follie per amore.
Ne era certo: si era innamorato veramente. Il suo non era un sentimento effimero come una semplice cotta giovanile e quindi passeggera; sapeva che l’avrebbe amata per tutta la vita e che, se non fosse stato ricambiato, ne avrebbe sofferto enormemente.
Da scienziato qual era non credeva nel potere dell’amore, tuttavia aveva tutte le prove per poter affermare di essere stato vittima di Cupido e delle sue infallibili frecce. Era stregato dalla bellezza di quella splendida creatura.
Ma è semplicemente un delfino e tu sai benissimo che non c’è futuro alcuno per voi: è scientificamente provato.
La ragione riuscì a far capolino nella sua mente incantata e, cattiva, gli sbatté in faccia la verità, cercando di convincerlo.
Ma Kowalski decise di non ascoltare la voce della propria coscienza e, titubante, si avvicinò alla femmina che gli aveva rapito il cuore e a cui aveva già, segretamente, promesso amore eterno.
<< Ciao! >> lo saluto lei non appena lo vide approcciarsi. << Come ti chiami?>> chiese, curiosa e gioviale. 
<< C-ciao! M- mi c-chiamo Ko-Ko-Kowalski. >> le rispose, balbettando.
Si meravigliò; non aveva mai avuto problemi di balbuzie, aveva sempre espresso le sue tesi in modo impeccabile, utilizzando “paroloni” come li definiva Soldato, padroneggiava particolarmente bene la lingua e il linguaggio scientifico e tecnico.
Non si seppe spiegare perché davanti a lei non riusciva a formulare frasi sensate e intere, senza singhiozzi.
Era talmente estasiato che doveva proprio avere un’espressione da imbecille; si immaginava con il becco leggermente aperto – sperò di non avere la lingua di fuori come capitava spesso a Rico, sarebbe stato troppo imbarazzante – e i suoi occhi che fissavano il dolce muso della delfina catturando ogni suo movimento e cambio d’espressione; era più forte di lui, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
<< Ok Ko-Ko-Kowalski. È un piacere conoscerti. >> gli disse, sorridendo.
<< Lo sai? Sei davvero buffo. >> Sembrava divertita.
Kowalski non afferrò il significato profondo della frase, altrimenti avrebbe intuito come sarebbe andata a finire.
Rispose a tale affermazione con un sorriso tirato.
Calò il silenzio tra loro; Kowalski, stranamente, era a corto di parole, rimase immobile a fissarla.
Doveva esserle sembrato un tale imbranato, tutto sommato divertente, perché le sue espressioni avevano procurato in lei attimi di riso, ma poi sguardi confusi.
<< Si è fatto tardi. È meglio che vada. >> si congedò lei, in modo cordiale.
Stava per voltarsi e tuffarsi nel profondo blu, quando la voce del pinguino la fermò.
<< Aspetta! Non mi hai detto il tuo nome! >>
<< Doris. Mi chiamo Doris. >> gli disse, facendo l’occhiolino. << Addio. >> e si lasciò accogliere dalle profondità marine.
<< Doris. >> ripeté, gustandone il suono.
Sperò che quello non fosse un vero addio, desiderava incontrarla di nuovo per poter esternarle i suoi sentimenti.



 




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