Non voglio essere un adulta
“Sorellona!
Sorellona!” Mi girai verso la ragazza che mi
chiamava, e notai che aveva tra le braccia un gattino. “Lo
possiamo tenere?” Mi
guardavano entrambi con occhi imploranti e sospirai, mettendo una mano
sulla
testa della sorellina e le scompigliai i capelli. “Okay.
Vallo a dire alle
altre, ok?” Lei annuì, felice, prima di correre
dalle altre. Noi non eravamo
davvero imparentate, così come nessuna delle ragazzine che
erano lì lo era.
Eppure, erano molto affiatate tra di loro, e sembravamo davvero una
famiglia.
Quando
eravamo uscite da Rapture, non sapevo cosa fare per
far sopravvivere le ragazze. Non volevo che venissero sfruttate di
nuovo, forse
in qualche modo peggiore dell’essere le sorelline. Era lei
che ci aveva
salvato. Eravamo lì per andare a trovarla, come ogni anno.
Non veniva in
viaggio con noi perché diceva che le faceva venire in mente
troppi brutti
ricordi volare, ma era lei che ci aveva insegnato come fare volare il
nostro
rifugio. Alla fine rimanevamo sopra al suo appezzamento di terra, in
volo e
scendevo da sola a fare provviste per tutte, portandomi raramente una
delle
sorelline per una mano. Avevo visto anche io Rapture dai loro occhi e
sapevo
che nel mondo esterno non sarebbero sopravvissute.
Sentii
le urla del Songbird quando ci vide arrivare e notati
Elisabeth venirci incontro. In
cambio
del suo aiuto, lei aveva voluto che le aggiustassi
quell’enorme creatura. Era
stato difficile, ma ce l’avevamo fatta. Era lui che ci
aiutava a difenderci da
eventuali assalitori aerei. Nonostante tutti i problemi che avevamo,
tiravamo
avanti. Mi avvicinai alla donna, che ormai mostrava i segni
dell’età: molte
ciocche di capelli erano chiare e le rughe erano ormai comparse sul suo
viso.
“Eleanor,
vuoi un po’ di the?” chiese la donna,
sorridendomi.
“Si,
grazie. Pensavamo di restare un po’ qui prima di
tornare di sopra. Non diamo fastidio, vero?”
“No,
non preoccupatevi. E’ bello vedere un po’ di
attività,
e poi lo sai che siete sempre le benvenute qui”
Entrammo in casa, mentre le
ragazzine si avvicinavano al Songbird per
giocarci. La gigantesca creatura era molto simile al Big Daddy che le
proteggeva quando raccoglievano l’Adam. Mi sedetti su una
sedia nella piccola
cucina, mentre metteva l’acqua nel bollitore.
“Allora,
come va lassù?” Sospirai, mettendomi una mano tra
i
capelli.
“Ho
paura. Ho paura che qualcuno venga per sfruttarle, per
renderle di nuovo delle sorelline, per ricreare Rapture. Stanno
imparando dai
loro errori. Stanno creando nuove armi, e se continua così
penso che prima o
poi, l’opzione che mi resterà per non farle cadere
nelle loro mani sarà di
ucciderle tutte. E non voglio farlo… Le ho
deluse.” Nascosi il viso tra le
mani, sospirando. Le avevo portate lì per salvarle, ma
sembrava solo che le
avevo condannate di nuovo.
Sentii
la mano di Elisabeth sulla mia testa e alzai lo
sguardo, notando che mi sorrideva. “Le hai protette, hai
mostrato loro una
nuova vita e le hai rese felice. Sei stata un ottima sorella maggiore
per loro.
Non le hai deluse, Eleanor. Però, non puoi continuare a
portare questo peso
sulle spalle. Sicura che non c’è nessuna di loro
che possa, o voglia aiutarti a
mantenere il loro piccolo paradiso intatto?” –
Scossi la testa.
“Non
posso farlo! Non lo meritano…”
“Mi
hai detto tu stessa che le Big Sister erano state delle
Little Sister violente e per questo erano state scelte. E non credo che
tutte
le ragazze che accudisci siano dolci e gentili. Non ti dico di decidere
ora,
Eleanor, ma almeno pensaci”
Era
notte e pioveva, ma sapevo che dovevo andare lì fuori
per sconfiggerli. Presi il Vigor del bacio del diavolo e il plasmide
del
ghiaccio, bevendo il primo ed iniettandomi l’altro, prima di
indossare i
vestiti da Big Sister. Li avevo ridisegnati sia perché ero
cresciuta e sia
perché la vecchia tuta si era rovinata durante un attacco.
Sospirai, chiudendo
un attimo gli occhi per abituarmi ai plasmidi e al Vigor.
Padre, mi stai
guardando?
Urlai,
spaventandoli con il grido tipico delle Big Sister.
Non avevo mai capito
prima d’ora, cosa provavate voi Big Daddy quando ci
proteggevate con la vostra
stessa vita.
Gettai
in faccia ad uno una palla di fuoco, prima di
comparire alle spalle di un altro e infilzargli il mio ago nella
schiena.
Mi hai salvata per
portarmi via da una vita piena di pericoli e per portarmi via da
Rapture, ma
questo non è identico a ciò a cui hai tentato di
sottrarmi?
Il
Songbird abbatté uno dei loro aerei, illuminando la zona
per un attimo, prima di passare a quello successivo, come feci io
contro quegli
uomini che tentavano di prendere le sorelline. Le mie sorelline.
Non penso che la mia
libertà valga questo prezzo. L’inferno di Rapture
era gestibile, tutto sommato,
mentre questo è molto più caotico ed
imprevedibile.
Evitai
un attacco, ma non il successivo. Sentii la
pallottola entrare nella spalla ed urlai di dolore, spaventandoli di
nuovo.
Non toccatele… Era
questo che pensavi, mentre salvavi le Little Sister, mentre le
proteggevi
durante la raccolta? Padre, è questo che sopportavate?
L’ennesimo
cadavere cadde a terra, da buttare giù quando tutti
coloro che attaccavano sarebbero morti.
Come facevate a
sopportarlo, come facevate a difenderci? Io non ci riesco, è
troppo difficile.
Padre, forse era troppo presto per lasciarmi, per farmi diventare
un’adulta.
Forse… sarei voluta rimanere piccola, al tuo fianco,
un altro po’.
E' da tempo che non scrivevo one shot su qualcosa che non fosse
Nanoha e così rieccomi con Bioshock. Non ho ancora finito
Infinite, quindi se dico cavolate sul suo conto non infuriatevi.
Spero che vi sia piaciuto e che non ci siano errori grammaticali. Alla
prossima!
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