Un incontro piacevole

di LOVE_sucks
(/viewuser.php?uid=630774)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Penelope era spiazzata. Non sapeva cosa aspettarsi. Facendo un grande sospiro entrò nell'enorme edificio della BAU. Era stata chiamata per un impiego come informatica dell'FBI e ora era "pronta" per il suo primo giorno di lavoro. Odiava la violenza e il sangue la disgustava, ma sapeva che d'ora in poi, se avrebbe accettato l'impiego, sarebbero stati il loro pane quotidiano. Aprì la porta dell'ufficio e sentì tutti gli occhi puntati su di lei. Non era proprio il genere di persona che passava inosservata. Quel giorno indossava un vestito giallo canarino con delle applicazioni di piume dello stesso colore e dei plateau che si abbinavo perfettamente al mini dress, infine, per completare l'outfit un cerchietto con un ciuffo di piume nella parte Destra. Un uomo la raggiunse sull'uscio, aveva dei capelli scuri, dello stesso colore delle folte sopracciglia, due rughe gli incorniciavano la bocca dandogli un tono decisamente austero. -Ciao, io sono l'agente Jason Gideon. Ti porto a fare un giro per farti ambientare un pò. L'agente si incamminò senza attendere una risposta. Indicò qualche ufficio qua e la accompagnandoli con i nomi di alcuni agenti. Finalmente arrivarono dove Penelope avrebbe dovuto lavorare. -questa è la stanza dei monitor, buon lavoro. Mi lasciò li e si girò per andarsene. -Agente Gideon lo chiamò. -lei dovrebbe sorridere di più. Jason era spiazzato, poi sorrise e se ne andò. Soddisfatta prese posto davanti il computer centrale. In un foglio C'erano scritte tutte le indicative di quello che era il suo primo caso. Quattro donne erano state rapite e lei doveva scavare per trovare anche il più piccolo degli indizi che li avrebbero avvicinati alla risoluzione del caso. Iniziò a guardare le foto delle donne uccise. Quelle povere vittime erano state in un primo momento rapite e poi straziate e brutalmente uccise. Con un rapido click chiuse il file. Non sarebbe riuscita a lavorare in quel posto, a convivere con il crimine tutti I giorni. Andò alla stampante per recuperare la copia delle foto che gli avevano chiesto di stampare, le avrebbe consegnate alla squadra, e poi avrebbe detto all'agente Hotchner di non accettare l'incarico. Prese quelle foto e le guardò un'ultima volta cercando di non vomitare. Inizialmente non si rese Conto che qualcuno la stava chiamando. Una voce profonda chiamò "bambolina" e ci mise qualche istnte prima di capire che era riferito a lei. Si girò lentamente non capendo cosa stava accadendo. Rimase spiazzata ancora di più quando capì da dove proveniva la voce. Di fronte a lei, il volto calmo, lo sguardo fisso, c'era la rappresentazione di un Dio greco scolpita nel cioccolato fondente. Si dimenticò subito di tutto. Delle difficoltà del lavoro, delle ragazze trucidate, ora c'era solo l'agente di fronte a lei. Pensandoci, in effetti, questo lavoro sarebbe stato molto più piacevole di quanto avrebbe mai potuto immaginare.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2451051