Il lamento della lingua italiana

di The Odd Storyteller
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Il lamento della lingua italiana

Il lamento della lingua italiana



Ahimè! Ahimè! Sento che la mia ora è giunta. Sento il mio pneuma diventare sempre più debole, sento il soffio vitale che dà la vita alle mie misere spoglie mortali farsi sempre più flebile, finché non lo esalerò completamente con un ultimo sussurro.

Lunga è stata la mia agonia, e numerosi i miei carnefici. Io, la lingua italiana, nata secoli or sono da nobili poeti fiorentini; io, che ho dato alla luce capolavori della letteratura secondi soltanto a quelli della mia inarrivabile madre lingua latina; io, che ho dato vita a tutte le emozioni che accendono la vita umana, dalla disperazione più cupa alla gioia più solare, dalla rabbia più viscerale all'allegria più spensierata; io, dunque, sto morendo.

Sto morendo; numerose sono le volte in cui mi sono risollevata impavida, confidando nel sostegno dei miei difensori; ma altrettanto e più numerosi sono i colpi che mi avete inferto.

Voi, voi infami siete i miei assassini; voi scrittori in erba, voi laureati, voi dottori, voi professori, voi giornalisti, voi personaggi televisivi, voi calciatori, voi politici, voi ignoranti illetterati; voi mi avete ucciso con i vostri errori grammaticali, i vostri aborti ortografici, il vostro linguaggio da sms, i vostri inglesismi spericolati, i vostri neologismi ignobili, i vostri apostrofi ubriachi, i vostri accenti ancora più sbronzi, le vostre punteggiature casuali, i vostri anacoluti, il vostro rifiuto sistematico del congiuntivo, i vostri tempi verbali che invece di concordare si picchiavano, le vostre sintassi traballanti.

Siate maledetti! Siate maledetti voi con tutto quello che avete detto e scritto, forse pensando di fare cosa gradita, mentre invece non facevate altro che infierire sul mio già martoriato corpo!

Quale vergognosa ignominia è per me cadere sotto i colpi di una tale risma di barbari; quale umiliazione è per me venire condotta alla ghigliottina da un popolo ignorante e bifolco.

Ma se è così forse è perché non siete degni della mia grandezza; se mi rimpiazzate è per avere qualcosa di più grezzo e ignobile, qualcosa quindi di più adatto alla vostra infima natura.

Vi dico addio, miei carnefici. Vi dico addio per sempre. Non vi permettete nemmeno di celebrare la mia morte; nessuno osi ricordare la mia dipartita né elevare ipocriti pubblici rimpianti per la mia scomparsa.

Addio per sempre





A.A.: Salve! Mi sono sempre chiesto come si dovrebbe sentire la povera lingua italiana ogni volta che viene maltrattata.

Così ho scritto questa flashfic. Senza nessuna pretesa.

Odd





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