Ours.

di mlousty
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Prologo.

 

 

 

 

 

«Ed anche questa è piena.» disse il ragazzo non appena terminò di sistemare i libri negli scatoloni.
Aveva passato le ultime due settimane a richiudere tutte le sue cose, tutti i suoi oggetti, i quali ognuno raccontava una storia, dentro a degli scatoloni.
Aveva passato quelle due settimane a vivere pienamente ogni azione fatta, ogni parola detta, ogni idea pensata ed ogni attimo vissuto assieme a quelle persone che fino ad allora erano state la sua vita, quella vita che fino ad allora era stata accompagnata dalla sua amata città.
A chiunque, New York sarebbe potuta sembrare una città assai caotica e non ordinaria; chiunque avrebbe pensato che vivere a New York potesse equivalere al suicidio della propria tranquillità.
Ma per Conor non era così.
New York rispecchiava il suo essere ribelle, il suo essere caotico all’apparenza ma estremamente tranquillo e pacato in realtà. New York era la sua città, l’amava, e separarsi da lei significava separarsi da un qualcosa di estremamente importante. 

Mentre riempiva un ultimo scatolone, tra le mani del biondo capitò una cornice con una foto che ritraeva lui e sua madre, sorridenti ad Hyde Park.
Oh!, sua madre, pensò.
Sua madre era la donna più forte che avesse mai conosciuto, ed era anche la donna più importante che mai ci fosse stata nella sua vita.
Sua madre, Anne, aveva subìto molte sconfitte, ma nonostante tutte le cadute era ancora in piedi, lì, più forte di prima, che lo aiutava a metter a posto tutte le sue cianfrusaglie.
La guardò muoversi, e sorrise.
Sorrise pensando che quella partenza era necessaria, ne valeva la carriera di sua madre e la sua felicità.
In quel momento, Conor si rese conto che la felicità di Anne scatenava e nutriva anche la propria, e fu allora che ideò un pensiero che mai si sarebbe aspettato.
Londra, stiamo arrivando!

 

 

 

 

 

 My space:

 

Heeeey!
Salve ragazze c:
Son qui con questa specie di prologo quassù (?).
E’ l’inizio di una nuova storia, che sinceramente a me piace – ed è una cosa strana.
Per questo vi chiedo un piccolo aiuto, e cioè quello di dirmi che cosa ne pensate.
So che è poco ciò che ho scritto per poter giudicare, però potete almeno dirmi se continuare o meno. Ci terrei a saperlo, così che io possa continuare solamente se ne vale la pena.
Vi ringrazio già da ora, e spero vivamente che qualche anima pia si fermi a farmi sapere che cosa ne pensa.
Un bacione,
Mary





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