La Porta dell'Inferno: Ashley

di La_Matricola
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PROLOGO
Ashley, Kansas.

Una città di poco più di 600 anime. 679, per l'esattezza.

Ma se cerchi sulle mappe Ashley e tenti di raggiungerla, ad Ashley non troverai nessuno di quei 679 abitanti. Non è una città fantasma del vecchio west, non è stata abbandonata. I 679 abitanti sono tutti morti.
Morti.
E la città con loro.

 Il 17 agosto del 1952, quando i sismografi dell'USGS (U.S. Geological Survey) vibrarono concitati per un forte terremoto di magnitudo 7.9, i cui ipocentro ed epicentro furono localizzati proprio sotto la cittadina di Ashley. Quando i geologi e le forze militari americane giunsero nei pressi della città per valutare i danni del sisma, non trovarono nessuna città di Ashley, nessun abitante di Ashley, nessuno. Soltanto una gigantesca crepa nella crosta terrestre, che a detta di molti testimoni oculari, pareva essere la perfetta porta per l'inferno. Fumava, ribolliva di un bagliore rossastro. La ferita della Terra fu misurata: era lunga 1 chilometro e larga circa 500 metri.

Le ricerche degli abitanti proseguirono nei giorni seguenti senza sosta, ma nessuno fu ritrovato. Nemmeno i cognugi Milton, che durante i giorni precedenti al sisma si erano allontanati dalla città. Non furono mai trovati, ne gli sposi, ne i loro figli.

Così che l'esercito dovette dichiarare il decesso collettivo dei 679 abitanti della città di Ashley la sera del 29 agosto 1952.

Nella notte del 30 agosto, un altro sisma fece eccitare i punteruoli dei sismografi americani, e nuovamente i geologi individuarono l'epicentro e l'ipocentro sotto quella che era la città di Ashley. Di nuovo venne inviata una squadra di indagine per verificare gli effetti in superficie. Tutto ciò che trovarono fu una ruga nella crosta: la porta dell'Inferno si era richiusa.




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