FIRE.

di Palindromo_
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 FIRE







Sentì nelle narici l'odore acre del fumo che pigro saliva dall'edificio. Guardò con tristezza la grande casa vittoriana che gemeva sotto la morsa delle ultime fiamme che sempre più fievoli divoravano il suo legno antico. Aspettò fino a che non scese la notte e anche gli ultimi bagliori si spensero e dei crepitii delle fiamme non rimase che un lontano eco. 
Spuntò fuori dalla siepe in cui si era rannicchiato, scrollandosi di dosso i fili d'erba rimasti impigliati nei suoi capelli d'argento. Alzò gli occhi malinconico e con un sospiro entrò da quella soglia che tante volte l'aveva accolto di ritorno da scuola o da qualche scorribanda con gli amici. 
Percorse il corridoio sfiorando le pareti e ricordando i particolari che quella casa aveva sempre avuto : il muro scrostato in quel punto, l'orrendo dipinto in cucina, la mattonella scheggiata.. Tutto bruciato, tutto divorato dal furore del fuoco. 
Entrò nella sua camera e con un nodo in gola vide i suoi disegni carbonizzati e i brandelli di fogli bianchi svolazzare come neve spettrale nel bianco chiarore della luna che indisturbata illuminava la stanza. Percorse i suoi anni passati in quella casa : le feste, le risate, le riunioni di famiglia. 
Giunse infine in quella stanza là in fondo al corridoio.Con mano tremante abbassó la maniglia e entrò. 
La stanza non era stata risparmiata dal fuoco e là ai piedi del letto giacevano i corpi inanimati di quelli che erano i suoi familiari. I corpi carbonizzati si stringevano in un ultimo abbraccio di agonia, le mani ormai nere sembravano aver tentato in tutti i modi di ripararsi dalle fiamme. 
Con le lacrime agli occhi si gettò a terra e mise le mani nei capelli ululando come un animale ferito. 
Tutti sentirono le sue urla quella notte,urla disumane,urla roche e profonde che riempivano tutto il suo piccolo corpo e si riversavano prepotentemente fuori.
Dopo un minuto eterno la figura fu scossa da spasmi e alzò la testa. 
Gli occhi brillavano di una furia animale e la bocca si contorse in una smorfia di godimento. 
Si rizzò in piedi, si lasció alle spalle tutto quel dolore e si incamminò verso l'uscita. 

In tasca rigirava tra le dita un piccolo accendino d'avorio.




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