File
01.
“
Perdonami,
da quando comandi tu?
”
“Il
buongiorno si vede dal mattino” recitava il proverbio e a
detta
dell'Ispettore Gregory Lestrade, lo era se quel giorno portava il
nome di “sabato”, il suo giorno libero. Non aveva
in programma
assolutamente niente da fare, se non quello di perdere tempo dietro
alle registrazioni della partita di calcio del suo Arsenal mandata in
onda due giorni prima, per poi andare a comprarsi dei pantaloni nuovi
come aveva promesso alla moglie, prima di salutarla
all'aeroporto.
Dopo la soddisfacente vittoria della sua squadra
del cuore e dopo aver indossato quei jeans rattoppati per l'ennesima
volta, si diresse con moltissima riluttanza ad Oxford Street
– dove
era solito fare da schiavo alla moglie, quando aveva quelle
incredibili voglie di spendere uno stipendio in shopping –.
Quasi
si dimenticò di avere un cellulare e per un momento lo
scambiò per
quello di lavoro, quando gli vibrò in tasca.
Buon
pomeriggio, Gregory. Mi chiedevo se avessi già scoperto
dell'austriaco e di tua moglie.
M
SMS
da M. Holmes – 16.25
Si
fermò nel bel mezzo dell'uscita metropolitana di Bond
Street. Tra
tutti i nomi della sua rubrica, quello di Mycroft Holmes era l'ultimo
che potesse mai sperare di leggere. Soprattutto, non un testo del
genere. Non si sentivano dal giorno di Pasqua e il loro ultimo
incontro – in cui Lestrade gli spifferava clandestinamente
gli
affari del fratellino minore – risaliva a più di
un anno fa. E
poi, perché accidenti pensava al loro ultimo incontro e
scambio di
messaggi? Il testo riportava ben altra informazione.
Buon
pomeriggio a te, Mycroft. Io e mia moglie abbiamo chiarito, non
c'è
nessun austriaco.
SMS
da G. Lestrade – 16.31
Scelse
una risposta educata, chiara e concisa, nonostante
l'assurdità del
testo riportato. Semplicemente, la moglie era impegnata per via di un
corso d'aggiornamento lavorativo e sarebbe rientrata da lì a
giorni.
S'infiltrò in uno dei tanti negozi della zona, acquistando
due capi
assolutamente anonimi ed uscì, confondendosi con il traffico
pedonale composto principalmente da turisti.
Ti
consiglio di controllare il portagioie in camera da letto.
M
SMS
da M. Holmes – 16.38
Non
si scompose più di tanto, sapeva che tipo di persona fosse
Mycroft
Holmes, sapeva cosa gestiva ed essendo abituato con Sherlock, lui non
sarebbe stato da meno in fatto di deduzioni. Non che si fidasse di
quel messaggio, si chiese soltanto perché. Si stava forse
annoiando?
Probabile.
Ora
non sono a casa.
SMS
da G. Lestrade – 16.39
Non
sei al lavoro, secondo le mie informazioni.
M
SMS
da: M. Holmes – 16.48
O
forse aveva semplicemente voglia di socializzare? Decise di stare al
gioco, continuando a rispondergli. Fu quasi intenzionato a mandargli
una fotografia della strada affollata da ragazzi e ragazze che
invadevano i negozi, in modo da indurlo ad indovinare, ma ci sarebbe
arrivato in meno di mezzo secondo e non ci sarebbe stato nessun
divertimento per entrambi.
Ho
semplicemente il giorno libero. Sarebbe gradevole, se smettessi di
spiare le persone.
SMS
da G. Lestrade – 16.51
Certamente,
faceva parte del suo hobby quello di aver il controllo di ogni
telecamera della città, se non dell'intera regione, il che
lo fece
rabbrividire e gli provocò un fastidio che non
riuscì a togliersi
di dosso, senza sapere nemmeno il perché di tanto astio
tutto
insieme.
Le
entrate delle stazioni metropolitane avevano almeno una telecamera,
in modo da controllare chi entrava e chi usciva. Alzò lo
sguardo
verso di essa, accennando un sorrisetto sarcastico, mentre tirava
fuori dalla tasca il pacchetto con l'ultima sigaretta che
fumò
velocemente prima di buttarla dentro l'apposito spazio e scendere le
scale che portavano ai binari.
Ora
potrai controllare il cassetto.
M
SMS
da M. Holmes – 18.41
Grazie
al cielo era un uomo paziente, grazie anche al fratello di
quell'interessante soggetto che in quel pomeriggio era così
di buon
umore. Si diresse velocemente in camera buttando il cellulare sul
letto, così da accontentare i capricci del primogenito
Holmes. Prese
questo fantomatico portagioie in mano e lo osservò, non
trovandovi
naturalmente nulla, ma posandolo al suo posto notò un
microscopico
angolino di un pezzo di carta: sicuramente qualche ricevuta di
qualche regalo. Volendosi levare quello sfizio lo tirò,
facendone
fuoriuscire un biglietto che avrebbe preferito gli mangiasse la vista
all'istante:
“Non
potrei fare a meno di te nemmeno se lo volessi.
- Christoph
Wimmer”
Lo
rilesse più e più volte, non essendo ben sicuro
delle scritte
riportate. Guardò poi il portagioie, decidendo infine di
scassinare
il cassetto chiuso a chiave da cui era fuoriuscito il bigliettino.
Pessima idea; non contento di quanto aveva tra le mani, all'interno
di quell'affare vi trovò ciò che Mycroft
confermava: l'ennesimo
tradimento. Perché aveva deciso di dargli retta?
Perché gli aveva
scritto? Perché a lui? Ciò che aveva tra le mani
era un anello in
platino diamantato, costato probabilmente tre stipendi di Lestrade
stesso, che in meno di mezzo secondo, si sentì il fallimento
più
grande della Terra, mentre cercava a tentoni il cellulare abbandonato
sul letto.
Dimmi
come. Come potevi a saperlo. Come, Mycroft. Ho forzato il cassetto, e
ho trovato un bigliettino ed un anello.
SMS
da G. Lestrade – 19.01
Si
sorresse la fronte con la mano, non riusciva neppure a formulare un
pensiero di senso compiuto e si limitò ancora una volta a
cacciare
il cellulare al suo fianco, evitando di rispondere al messaggio. Non
tardò molto la vibrazione che lo disturbò ancora.
Ora
potrai stare meglio, non ho ragione?
M
SMS
da M. Holmes – 19.05
Era
così incazzato con il mondo e con chiunque, che se l'avesse
avuto
davanti un pugno su quel suo naso non glielo avrebbe tolto nessuno,
probabilmente in relazioni umane era messo peggio di Sherlock. Aveva
assolutamente bisogno di sfogarsi in qualche modo, era anche
intenzionato a chiamare a lavoro e sovraccaricarsi di straordinari,
ma poi avrebbe dovuto spiegare il motivo e no, non sarebbe diventato
ancora una volta lo zimbello dell'Istituto. Optò per uscire
velocemente di casa e imbucarsi nel primo pub di strada.
Non
permetterò di lasciarti passare la serata attaccato ad un
boccale di
birra scadente.
M
SMS
da M. Holmes – 19.53
E
cos'hai intenzione di fare? Sentiamo.
SMS
da G. Lestrade – 19.59
Venirti
a prendere.
M
Pensò
ad una visita da un neurologo molto bravo, considerando le fitte alla
testa che lo stavano prendendo da quando quella conversazione aveva
avuto inizio, forse era tutta una lunghissima allucinazione.
Riprese
coscienza di sé non appena posò il fondoschiena
sulla panchina
completamente gelata della piazzola, non accorgendosi minimamente poi
della grossa berlina scura appostata qualche metro lontano da essa,
decisamente fuori luogo.
« Prima che tu tragga conclusioni
affrettate, lo sto facendo per “buona educazione”.
»
Si
accigliò, alzando lo sguardo e notando la persona che non
vedeva da
circa un anno di fronte a sé: era esattamente come se lo
ricordava,
impeccabile ed elegante.
Scosse leggermente la testa e accennò un
lieve sorriso, probabilmente sarcastico, neppure lui lo sapeva.
Sapeva soltanto che Mycroft non si sarebbe schiodato da lì,
se lui
non si fosse alzato e lo avesse seguito in macchina. Così
come
sapeva benissimo che se avesse provato a svignarsela, qualcuno
sarebbe uscito dalle pareti di qualche palazzo e lo avrebbe riportato
lì di peso. Fu breve lo sguardo che si scambiarono non
appena
Lestrade si alzò , facendo qualche passo verso la macchina,
ma
inconsciamente s'impresse nella mente ogni singolo dettaglio del viso
di Mycroft che aveva dimenticato.
Una volta preso posto non
proferì parola, non chiedendo neppure dove fossero diretti.
Di tanto
in tanto si sentiva lo sguardo dell'Holmes analizzarlo a fondo,
sentendosi un po' il cucciolo di una scimmia allo zoo di fronte ai
turisti. Avrebbe dovuto invitarlo a smetterla? In quel momento non
gli importava, sarebbe potuto diventare anche una bestia da macello.
Le strade notturne di Londra, avevano un interessante spettacolo da
offrirgli e decise di farsi catturare l'attenzione da
esse.
*
L'attuale casa di Mycroft, si trovava in una
zona decisamente tranquilla di Londra: il giardino colmo di verde e
due piani dello stabile furono le prime cose che si fecero notare,
insieme all'illuminazione. Mycroft ordinò all'autista di
fermarsi
una volta dinnanzi alla portone d'ingresso e così fece, ed
una volta
messo piede nel vasto ingresso accorse uno dei domestici a privarli
dei loro rispettivi cappotti: in men che non si dica il lusso di
Mycroft lo fece sentire volgarmente fuori luogo, così come
la prima
volte che mise piede in quel luogo per “affari”.
Rimase per un
attimo sulla porta, indeciso se entrare nel tutto, o girare i tacchi
ed andarsene a gambe levate, poiché le intenzioni di Mycroft
ancora
non le aveva capite. Optò per la prima scelta, seguendo
lentamente
il padrone di casa in quella grande sala che già conosceva
di
sfuggita.
Perché si trovava lì, esattamente?
Provò a cercare
una risposta, quando la voce di Mycroft interruppe ogni cosa con un
velo di noncuranza, con cui probabilmente invitava la propria
assistente per un tè pomeridiano.
« Se proprio devi bere
alcolici, prego... fallo decentemente. »
Gli porse uno snifter
con appena più liquido ambrato del normale e lo
invitò a prendere
posto dove meglio gli aggradasse. Appena titubante, afferrò
quella
specie di calice e prese posto sulla poltrona di fronte al camino,
poiché il fondoschiena era ancora gelato, nonostante tutto;
e lo
stesso fece Mycroft, prendendo posto sulla poltrona gemella. La
conversazione partì non appena Lestrade portò
alle labbra il
bicchiere e ne assaporò il contenuto, rimanendo
piacevolmente
colpito dal gusto, e non ci pensò due volte a riempire di
domande
Mycroft riguardo gli alcolici, il quale non se lo aspettava di
certo.
*
Quando la conversazione terminò, era ormai notte
fonda e Lestrade, dirigendosi verso l'ingresso, prese in
considerazione l'idea di trascorrere la notte senza dormire e andare
direttamente in ufficio a Scotland Yard, ma il suo raziocinio gli
ricordò che ormai vent'anni non li aveva più e il
suo organismo
aveva bisogno almeno di qualche ora di sonno per funzionare
correttamente.
« La stanza degli ospiti è sempre libera.
Domattina potrai andartene liberamente, ma non questa sera. »
In
meno di mezzo secondo Gregory trasalì, passando lo sguardo
dalla
mobilia costosa, a Mycroft, impassibile. Sicuramente era l'alcool che
gli fece pensare “insomma, perché no?”,
considerando gli altri
due (o forse tre) bicchieri di liquori altrettanto buoni che il
maggiore degli Holmes gli fece assaggiare durante la conversazione,
in cui aveva scoperto che sapeva tutto, qualunque cosa persino sui
liquori, o almeno quelli che gli interessavano.
Non rispose
subito, guardando di sottecchi Mycroft. Rispondeva agli ordini di
poche persone e quando si rese conto che l'uomo che aveva di fronte
era proprio una di quelle, la propria espressione cambiò,
cominciando a guardarlo accigliato.
« Perdonami, da quando
comandi tu? »
Mycroft fece elegantemente spallucce, accennando
perfino un sorrisetto, guardando l'Ispettore dritto in volto.
«
Sono abituato a dare ordini, questo dovresti saperlo da un po'. E ora
gradirei che andassi a dormire, la stanza ti verrà indicata
da uno
dei due domestici. »
Lestrade fece una piccola smorfia, in
risposta alle parole di Mycroft e pensò di non avere scampo
per
quella notte, poiché gli tornò in mente di avere
la propria auto
parcheggiata nel parcheggio di casa propria e l'idea di percorrere a
piedi Londra con un grado, lo fece appena rabbrividire.
Una
volta in stanza, continuò a sentirsi fuori luogo nonostante
la
solitudine della stanza, per di più nudo dei suoi vestiti,
poiché
il domestico, gli aveva quasi intimato di lasciare i vestiti fuori
dalla porta e glieli avrebbe fatti trovare fuori dalla porta il
mattino seguente, perfettamente puliti e stirati.
Santo cielo, che
strana accoglienza.
|