Capitolo Uno
Capitolo Uno
"Prenditi cura di loro", disse la signora Lupin a suo figlio. Gli
scostò i capelli color sabbia dal viso, gli sorrise e poi lo
avvolse in un abbraccio. "Oh, Remus! Non riesco a credere che sei
all'ultimo anno!"
Gli occhi marroni di Remus Lupin incrociarono quelli nocciola di James
Potter da sopra la spalla di sua madre e gli lanciarono uno sguardo
esasperato. James sogghignò; Remus stava stringendo sua madre
tanto quanto lei. Sirius Black, che era appoggiato alla sua valigia, sghignazzò.
"Aw, guarda il piccolo Lupin"
tubò Lucius Malfoy, un ragazzo del settimo anno alto e biondo,
mentre passava insieme a Narcissa Black, l'arrogante e altrettanto
bionda cugina di Sirius. "Si fa coccolare dalla mammina. Ti
mancherà, Lupin?"
James chiuse gli occhi, serrando la mascella. Non
era dell'umore per affrontare questo. Sirius gli lanciò
un'occhiata. "Certo che gli mancherà!" abbaiò in
direzione di Malfoy. "L'affetto è sintomo di una relazione
funzionale, Malfoy."
"E tu che cosa ne sai di relazioni che funzionano, Black?" Gli chiese il biondo, sprezzante.
"Più di molti purosangue!" Rispose Sirius allegramente. "A parte James, è ovvio. Vedi, Lucy-"
"Felpato." Disse Remus, in tono d'avvertimento; sua madre se n'era andata e lui ora stava seguendo con attenzione il battibecco.
"Oh, va bene!" sbuffò Sirius, assottigliando i suoi occhi grigi verso Remus.
"Prendi ordini da un Mezzosangue, ora, cugino?" Chiese Narcissa, rivolgendo uno sguardo freddo a Remus.
"No," rispose Sirius. "consigli, in verità. Vedi, quando ricevi
un consiglio, puoi scegliere se seguirlo o no. Un ordine - quello che
voi ricevete - è quello che non ti lascia scelta."
"Si chiama schiavitù," li informò James. "In
realtà è illegale. Cessazione forzata del libero arbitrio, quel
genere di cosa..."
"Vi consiglierei di pensarci"
Sirius disse loro. "per quanto possa essere inutile. Nel frattempo, noi
dovremmo andare. Volete che abbracci l'abitudine dei Purosangue di
mentire spudoratamente in faccia alle persone e dire che è stato
un piacere vedervi, o..."
Malfoy e Narcissa si voltarono e se ne andarono, furibondi.
"Credo che sia un no, Felpato!" Disse James, ridacchiando.
"Siamo qui da cinque minuti e avete già rinnovato le vostre
rivalità!" Borbottò Remus, massaggiandosi le tempie.
"Sciocchezze!" disse James, controllando l'orologio. "Siamo qui da sette minuti."
Sirius esplose in una risata simile ad un latrato. Remus si
limitò a scuotere la testa. "Cerchiamo uno scompartimento?"
Chiese.
"Dovremmo." Disse Sirius, imitando molto bene la voce altezzosa di sua cugina. "Dopo di lei, Messer Lunastorta."
Remus rise e trascinò la sua valigia sull'Espresso per Hogwarts.
James e Sirius fecero una piccola lotta per decidere chi sarebbe salito
subito dopo - vinse Sirius- e poi, ridendo, si mossero lungo i corridoi
del treno. Chudley, il gufo di James, bubolò felice agli altri
studenti.
"Quella è o una primina davvero piccola, o una neonata
gigantesca." Commentò Sirius mentre una bimbetta dai codini neri
squittiva e tornava di corsa nel suo scompartimento. "Giuro che
Ninfadora è più alta e ha solo sei anni!"
"Probabilmente. Direi una neonata," disse James. "E destinata a
Tassorosso, per di più. Ecco, questo qui è libero!"
Misero giù i bagagli e si sedettero.
"Dove pensate che sia Pete?" Chiese Sirius, distendendosi su tre sedili
contemporaneamente. Remus alzò gli occhi al cielo e si
spostò per fargli spazio.
"Non ne ho idea," rispose James. "Prima o poi salterà fuori, sicuramente."
"Preferibilmente prima delle un quarto." commentò Remus.
"Perchè?"
"Dovremo andare nello scompartimento dei Prefetti," disse Remus,
indicando se stesso e James. "E sappiamo tutti che non ti si può
lasciare da solo da nessuna parte!"
"Almeno è addestrato!" Disse James, tranquillamente. Remus rise sotto i baffi.
"Non ci andrai sul serio, vero, Ramoso?" Chiese Sirius.
"Non ha scelta!" Rispose Remus prima che James potesse aprir bocca. "E' Caposcuola."
"Non ho mai chiesto di esserlo..." borbottò il moro.
"Ma lo sei comunque." Replicò Remus. Il treno ebbe uno scossone
e cominciò a muoversi. Genitori e fratelli iniziarono a gridare
i loro ultimi saluti dal binario. James guardò fisso le sue
scarpe, evitando deliberatamente di voltarsi verso il finestrino. Remus
continuò: "Il minimo che puoi fare è prenderla
seriamente."
Sirius sogghignò maliziosamente. "Prenderla come, Lunastorta?" Chiese. Remus gli tirò un calcio.
"Ahia!"
"Te lo meritavi!" Disse James. Tirò fuori una piccola spilla
dalla tasca dei jeans e se la rigirò tra le dita. C'era incisa
una miniatura dello stemma di Hogwarts con la scritta 'Caposcuola' al posto del motto. Dopo qualche istante di profondo dibattito interiore, James se la affibbiò al maglione.
"Orrore!" Gridò Sirius.
Remus gli diede un altro calcio.
"Le riunioni non sono così male, Ramoso. Tu e l'altra Caposcuola
vi presentate agli altri studenti, decidiamo i turni di ronda e
poi ritorniamo qui."
"Da me!" Esclamò Sirius. Questa volta riuscì a schivare
il calcio di Remus. "Perchè così violento oggi,
Lunastorta?" Gli chiese.
"La luna piena è tra una settimana." Disse James.
"Tra cinque giorni, in realtà..." lo corresse Remus, con una smorfia. Diede un'occhiata all'orologio. "Andiamo, Ramoso."
"Ve ne andate già?" Mugolò Sirius.
"Lo scompartimento dei Prefetti è dalla parte opposta del treno." Gli disse Remus.
"Oh, lo so. Ti ricordi al quinto anno, con la Puzzalinfa?"
Il viso di Remus si contorse in un'espressione indicante che sì, se ne ricordava eccome. Sirius e James si scambiarono un sorriso.
"Oh, no!" Disse Remus. "Conosco quello sguardo! James, tu ti comporterai bene alla riunione, e Sirius, tu non lascerai questo scompartimento finchè non torniamo!"
"E' un consiglio o un ordine?" Chiese Sirius, malizioso.
Remus sospirò, prese James per il maglione e lo trascinò fuori dallo scompartimento.
-o-
James si lamentò per tutta la strada.
"Non voglio andare! Voglio dimettermi in ogni caso; non è
possibile che Silente abbia voluto davvero darmi questa-" e
indicò la spilla. "- e anche se l'avesse fatto, probabilmente
l'ha fatto solo per pietà!"
"James." Rispose Remus, con un tono che preludeva un'affermazione di grande profondità.
"Sì?"
"Sta zitto."
James aggrottò le sopracciglia. "Nessuno mi prenderà sul
serio come Caposcuola. Penseranno che sia una barzelletta
colossale!"
"Tu prendi sul serio il tuo ruolo?"
"Certo che sì! Questo non significa che non sarò tremendo, però!"
"Andrai benissimo." Disse Remus. Si fermarono di fronte allo scompartimento dei Prefetti. "Dopo di te!"
"Va' tu per primo!" Replicò James.
"No, vai tu" disse Remus. "Siamo già in ritardo."
"Ma siamo partiti in anticipo!"
"Vai, Ramoso!"
"Tu vai!" Insistette James.
La
porta dello scompartimento si aprì, mostrando una ragazza magra
e dai capelli rossi. Lo stomaco di James fece una piccola capriola.
"Evans!" Esclamò, mentre la sua mano scattava a scompigliare i
suoi già spettinati capelli neri.
Gli occhi verdi di Lily Evans si assottigliarono e lei incrociò
le braccia. "Potter." Disse, in tono decisamente meno felice. Vide
Remus dietro di lui e sorrise. "Ciao, Remus!"
"Ciao, Lily." Rispose Remus, spingendo James un po' in avanti. "Scusa il ritardo."
"Non credo sia colpa tua." Ribattè lei, lanciando un'occhiata a
James. Remus tossì. James avrebbe scommesso la sua Nimbus 750
che il suo amico stesse cercando di non ridere. Lily scostò i
suoi lunghi capelli ramati e si rivolse a James.
"Per quanto sia bello vederti, Potter, devi andartene. Questo è lo scompartimento dei Prefetti."
"Diamine!" rispose James. "Dove si incontrano i Caposcuola, allora?"
"Prego?" A quel punto gli occhi di Lily caddero sulla spilla sul maglione di James. La sua bocca si aprì di scatto. "No."
"Già!" Disse James, come a chiederle scusa. Le passò
accanto, entrando nello scompartimento e si sedette nel posto vuoto
accanto a Frank Paciock, che rideva. Il ragazzo gli sorrise e gli porse
la mano. James la strinse, un po' intimidito. Alice Prewett, una ragazza bassa e
con la faccia tonda - una delle migliori amiche di Lily e la ragazza di
Frank- sorrise in segno di benvenuto. Dall'altro lato, i gemelli Bones
fecero lo stesso. Regulus era seduto al lato opposto dello
scompartimento e sorrise incredulo nel vedere la spilla di James,
mentre Narcissa e Malfoy lo fissarono a bocca aperta. Remus si sedette
accanto a James, dall'altro lato.
"Forse quest'affare del Caposcuola non sarà poi così male..." Pensò James.
"Hey, Evans!" Chiamò una
voce piacevolmente profonda. Lily si voltò, cercando di
nascondere al meglio la sua irritazione, che però rimase
intuibile dalle sue spalle tese e dal lampo nei suoi occhi.
Alzò gli occhi al cielo quando vide di chi si trattava.
"Buongiorno, Potter." Lui sorrise maliziosamente - il fatto che lei
l'avesse salutato sembrava aver illuminato la sua giornata - e si
passò una mano tra gli scompigliati, indomabili capelli neri.
Lily strinse i denti; quell'abitudine l'aveva fatta impazzire per
anni. Attorno a lei, però, delle ragazze stavano ignorando la
loro colazione per guardarlo. James Potter era attraente, senza dubbio e anche
eccezionalmente intelligente, un fatto che non era certo passato
inosservato tra la popolazione femminile della Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
Lei sbuffò e bevette un sorso di succo di zucca. Era cosa nota
che il ragazzo andava dietro a Lily fin dal primo anno. Altrettanto
noto era che Lily non provava lo stesso e poi Silente, per ragioni che
lei non riusciva a cogliere, li aveva nominati entrambi Caposcuola.
Potter era stato tollerabile il giorno prima sul treno ma lei sapeva
che non sarebbe durata; non poteva durare.
"Ramoso!" Gridò allegramente un'altra voce maschile. Lily fece
una smorfia, riconoscendo immediatamente quella voce morbida.
Apparteneva a Black, il quasi-fratello e compagno di scorribande di
Potter. Poteva vederlo oltrepassare la porta con disinvoltura. Era
almeno due centimetri più alto di Potter, con capelli neri,
lunghi e in disordine che gli ricadevano sul viso e sui tempestosi
occhi grigi, che, nonostante il colore, riuscivano ad essere calorosi.
Un passo dietro a lui c'era Remus, alto e magro, con capelli color
sabbia. Aveva un viso amichevole se si riusciva a guardare oltre le
cicatrici che segnavano la sua pelle pallida e i suoi occhi color
cioccolato erano sempre gentili. Aveva avuto più sfortune lui di
chiunque altro Lily avesse mai incontrato: sua madre stava morendo e
aveva parenti che passavano a miglior vita praticamente ogni mese, ma
lui non ne rimaneva afflitto. Probabilmente era una delle persone
migliori che avesse mai conosciuto.
Loro tre - Potter, Black e Remus - erano praticamente la casa reale di
Hogwarts, per il loro bell'aspetto e, nel caso di Potter e Black, per le
loro abilità a Quidditch. Insieme ad un altro ragazzo avevano
fondato un gruppo noto come i Malandrini. Il nome dell'altro membro era
Peter Minus e sorprendentemente il ragazzo, basso e con gli occhi
acquosi, era assente.
"Felpato! Lunastorta!" Li chiamò Potter, agitando la mano. I due
si sedettero accanto allo spettinato diciassettenne e Lily fu certa
di aver sentito il suo nome saltar fuori nella loro conversazione a
bassa voce. Sospirò di nuovo - stava sospirando parecchio,
quella mattina - e si servì del toast. Era riuscita a dargli un
solo morso quando...
"Lillian, tesoro!" Black le gridò in un orecchio. Lei
sobbalzò, trattenendo un urlo. "Non ti avevo vista! Ti spiace se
ci sediamo?"
"Sì, a dire la verità mi-"
Lily si arrese con un ringhio silenzioso, dato che Black si era
già seduto e dovunque lui andasse, Potter lo avrebbe seguito. E
infatti si sedette dall'altro lato. Remus era di fronte a lei e anche
se lui era quello che le piaceva di più dei tre, non potè
fare a meno di sentirsi circondata. Serrò le labbra e fece per
prendere la sua copia della Gazzetta del Profeta,
sperando di nascondercisi dietro finchè non se ne fossero
andati. La sua mano sfiorò il duro legno del tavolo e il vetro
freddo di una caraffa di succo di zucca, ma non il giornale.
Aggrottando le sopracciglia, lo cercò con lo sguardo e lo vide
tra le mani magre di Remus. Decise che sarebbe stato immaturo
strapparglielo di mano e così lesse l'articolo sul retro.
"Un'altra sparizione." Disse Remus con voce pesante, guardando gli
altri Malandrini. Il viso di Potter si scurì e guardò
male il suo piatto pieno di pane tostato per quasi un minuto prima di
spingerlo via. Apparentemente, aveva perso l'appetito.
"Piantala di essere così macabro!" Esclamò Black,
portando a sè un calice di succo di zucca, insieme al toast
avanzato di James. Remus si schiarì la gola e un'espressione di
comprensione attraversò il viso di Black. "Oh, Merlino, è
vero..." Sussurrò, lanciando un rapido sguardo a Potter. Il suo
viso assunse un aspetto tormentato e i suoi occhi si persero nel vuoto,
come se stesse ricordando qualcosa. Lily si rese conto che i Malandrini
non erano mai stati così poco allegri attorno a lei.
"Qualcuno che conosciamo?" Chiese Potter dopo una profonda pausa. Lily
aveva difficoltà a decifrare la sua espressione, il che la
preoccupava. Per quanto fosse intelligente, non le era mai passato per
la mente che Potter potesse avere dei sentimenti.
"Non oggi." Rispose Remus, come se fosse stata solo questione di tempo.
"Beh, passiamo ad argomenti più allegri!" Disse Potter con un
entusiasmo forzato. "Si sta avvicinando un'uscita ad Hogsmeade, Lils e
mi chiedev-"
"No, Potter!" Ringhiò Lily.
L'espressione di Potter divenne triste per un attimo, ma si riprese
subito. Un piccolo sorriso malizioso apparve sulle sue labbra. "No,
davvero? Fantastico! In questo caso..."
"Cosa?!" Esclamò Lily, confusa.
"Beh, ti stavo chiedendo se saresti andata con qualcuno e dato che hai
risposto di no, vorrei sapere se ti andrebbe di venirci con me?" Gli
occhi nocciola di Potter erano fissi sul suo viso, splendenti di
speranza. Come riuscisse ad essere ancora speranzoso dopo sei anni di
rifiuti giornalieri andava oltre le sue capacità di
comprensione. Black e Remus si scambiarono uno sguardo d'intesa.
"No, Potter!" Ripetè, con più forza di prima.
"Oh" disse lui, con un tono completamente diverso. "Ehm...o...okay,
allora." La sua espressione ferita la fece quasi sentire in colpa, ma
sentirsi chiedere di uscire ogni giorno dal secondo giorno del primo
anno aveva esaurito la sua pazienza.
"Ciao, Potter." Disse, alzandosi. Si mise in spalla la borsa e si
allontanò dalla Sala Grande, riuscendo a sentire tre paia di
occhi che le fissavano la schiena.
Nota della Traduttrice: Buona sera, Potterheads!
Lo so, ho già una storia in cantiere e sono due mesi che non la
aggiorno, ma non temete, ci sto lavorando! Nel frattempo, ho deciso di
cimentarmi in un'impresa (forse) più leggera...
Questa storia non mi appartiene in nessun modo, ho solo ricevuto il
permesso di tradurla dalla sua augusta autrice, MarauderLover7, che
potete trovare qui: https://www.fanfiction.net/u/4684913/MarauderLover7
(se il link non funziona potete usare il buon vecchio 'copia
incolla'...). Vi consiglio vivamente di leggere anche le altre sue
storie, merita davvero!
E' la prima volta che traduco una storia scritta di mio pugno, quindi
ho cercato di attenermi il più possibile al testo originale, pur
con le modifiche necessarie a rendere il testo italiano
scorrevole...Fatemi sapere come me la cavo!
I Malandrini e Lily stanno per avere un settimo anno decisamente movimentato...
Recensite, grazie!
Al prossimo capitolo!
JudithlovesJane
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