Era
passato un mese dalla battaglia di Londra e le cose erano cambiate
completamente: la Normandy era attraccata allo spazioporto di
Vancouver, non
solcava più i cieli e non si librava più tra le
stelle da quando la guerra
contro i Razziatori si era conclusa.
Il
giovane varcò l’entrata della nave con indosso la
pesante armatura mentre
sottobraccio teneva il casco. Gli faceva specie vedere la Normandy
vuota: era
strano, era triste.
Le
porte dell’ascensore gli si aprirono di fronte e subito si
ritrovò davanti
al memoriale: ricordava il giorno in cui avevano posto la targhetta
dell’Ammiraglio Anderson e del Comandante Shepard, era un
ricordo ancora vivido
e forse uno dei momenti più toccanti che aveva vissuto in
vita sua.
James
non era un uomo sentimentale o che si lasciava facilmente trasportare
dalle emozioni: era sempre stato prevalentemente da solo e aveva
vissuto per sé
stesso e combattuto per ciò in cui credeva, ma con Shepard
era stato diverso.
Inizialmente lo aveva visto come un rammollito che era fuggito dalla
Terra in
cerca dell’aiuto del Consiglio perché non aveva
abbastanza fegato, ma poi
aveva imparato a conoscerlo così come l’uomo
che era, così come l’eroe che si era
sempre figurato. Comprese che v’erano delle tempistiche da
rispettare, che non
ci si poteva buttare subito nella mischia senza una buona dose di
attenta
riflessione o le perdite sarebbero state ingenti ed il sacrificio dei
più
inutile. Erano tutte cose, quelle, che aveva imparato attraverso
Shepard. In
lui aveva visto il coraggio, l’umiltà, la forza
d’animo. Era stato un uomo che
mai si era arreso di fronte a nulla, nemmeno alle sconfitte e anzi, ne
aveva
fatto tesoro e ne aveva ricavato una lezione per la battaglia
successiva.
“Eri
proprio Loco, Comandante…” disse di fronte il
memoriale, era lì da un
pezzo oramai. Ricordava i momenti passati insieme mentre un lieve
sorriso gli
illuminava il volto. Quella calma e quiete surreale lo facevano sentire
a suo
agio a parlare da solo, di fronte a quel muro.
“Ho
battuto il tuo record, sai?” domandò con un
sorrisetto beffardo. Ricordò
quando lo aveva sfidato a superare la sua prestazione,
nell’appartamento sulla
Cittadella, delle 183 trazioni alla sbarra.
“Il
giorno dopo, durante la festa, riuscivi a malapena ad alzare la
bottiglia
di birra!” lo schernì, lasciandosi sfuggire una
lieve risata.
“Ma
eri forte... non avrei mai potuto desiderare di meglio: stare sotto il
tuo
comando mi ha insegnato molto” disse tornando
serio. “E mi dispiace
di aver dubitato di te e del tuo onore, inizialmente” si
abbandonò ad un
sospiro.
“Eri
un soldato rispettabile, per molti adesso sei una leggenda. A dire la
verità
sei stato un amico, non solo il mio Comandante…”
poi tacque. Ripensò a
quanto Shepard lo avesse spronato durante il suo percorso, facendogli
capire in
mille e più modi che credeva in lui.
“Sono
qui anche per dirti che
da domani
inizierò l’addestramento da N7. Confido che
veglierai su di me da lassù… ma
posso quasi sentire la tua voce che mi dice che me la caverò
e che andrà tutto
bene.”
Silenzio.
Ancora.
”Certo,
ormai il grande lo hai risolto tutto tu e a noi ci hai lasciato le
sciocchezze, ma spero comunque di diventare come te un giorno. Loco
come lo sei
stato tu” sorrise.
“Ora
vado: le cose stanno cominciando a diventare un po’ troppo
sentimentali
qui” aggiunse con una vena di ironia, ma dietro a quella
totale spensieratezza
si nascondeva del dolore, seppur James fosse bravo a nasconderlo.
“Stammi bene
e fai vedere a tutti lassù come lavorare quelle
braccia” Si abbandonò ad una
risata.
“Grazie
mille di tutto, Loco” aggiunse prima di indietreggiare di
qualche
passo. Rimase ad osservare quel memoriale per altri lunghi e svariati
secondi,
poi comprese che era davvero ora di andare. Voltò le spalle
e raggiunse
l’ascensore per dirigersi fuori da quella nave che
– solo poco tempo prima –
aveva significato tutto.
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Angolo Autrice:
Eccomi qui con una nuova raccolta! Non mi
dilungherò molto.
Come credo abbiate capito è una raccolta di pensieri rivolti
a Shepard dopo la fine di ME3. Io come finale ho scelto Sintesi, ma
credo che per molti tratti i pensieri di ogni membro siano gli stessi,
cambierebbe solo il contesto insomma.
Avevo già cominciato a fare una cosa simile con Mass Effect
2, ma poi giocando il 3 ho accantonato l'idea e ho deciso di farlo per
il finale di ME3. Ammetto che mi dispiacerà non poter
scrivere del Capitano Anderson, dal momento che anche lui ha fatto una
brutta fine *se ne va a piangere in un angolino*
E... Nulla, come al solito spero apprezziate questi miei piccoli lavori
e basta, tutto qui :)
Mi son divertita a smanettare un po' e a fare quest'immagine per il
primo capitolo, cosa che credo farò anche per gli altri,
come nell'altra raccolta che sto facendo. Spero apprezziate :3
Al prossimo capitolo!