21 ottobre 1997

di Obsydian
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Si sedette sul divano e riaccese la televisione. Il telegiornale era finito e ora stavano trasmettendo un programma per bambini. Suonò il campanello… infastidita da quell’intrusione si trascinò fino alla porta. L’intruso in questione era Colin, il suo migliore amico, che era passato a salutarla. Ah già, stava per partire per la Francia per una ricerca di lavoro, Miranda nel turbine della sua mente perennemente offuscata aveva scordato anche quello. Anche David era appena tornato dalla Francia quando Simon…

“Non avresti dovuto, non avresti mai dovuto…”

“Ma io non lo sapevo, te lo giuro, come potevo sapere… no!!! David lascialo!!!”

Le sembrava di impazzire, di essere in un sogno in cui le cose stavano degenerando, era qualcosa di reale ma che non avrebbe mai dovuto – o voluto? –ricordare. Non aveva più per anni pensato a questa tragedia e ora… ora sarebbe tutto finito, per sempre, così sarebbe dovuta andare. All’improvviso comprese.. non ci sarebbe stata un’altra seduta, avrebbe semplicemente ricordato, avrebbe capito, si era ormai innescato un effetto domino di ricordi nella sua mente confusa. Ma sarebbe stato troppo per lei. Sarebbe stato troppo per chiunque.

“Miranda? Non mi fai entrare?”. La voce dolce e preoccupata di Colin la scosse dalla sua trance.

“Scusa, ma certo che puoi entrare!”.

L’espressione assente dell’amica insospettì Colin. Nei suoi occhi vitrei aveva letto qualcosa che lo aveva fatto sussultare, quasi spaventare… era davvero Miranda quella ragazza che aveva davanti? Era di nuovo caduta in quella maledetta trappola di alcool e droghe? No, questo non lo avrebbe permesso di nuovo, era arrivato il momento di indagare e tirarla fuori da quell’inferno che si era costruita.

Colin era gay e Miranda lo aveva sempre saputo. Non che la cosa per lei fosse mai stato un problema, lo considerava come un fratello a cui voleva un bene dell’anima, soprattutto dopo la morte di David si era attaccata a lui in modo quasi morboso, era l’ultima persona che le rimaneva. Qualcosa la spinse a fargli una domanda del tutto inaspettata, che mai avrebbe pensato di chiedere all’amico, ma le parole le salirono inconsciamente con un tremito alle labbra. E, in verità, non seppe mai cosa la spinse a farla, quale parte della sua mente stesse lentamente riportando alla luce il passato.

“Colin, tu hai mai… avuto una storia con David?”, chiese a bruciapelo. Le sue parole erano incerte, pronunciate con timore.

Il viso di Colin avvampò, i suoi occhi castani divennero enormi, la sua espressione tradiva un imbarazzo immenso. D’altra parte Miranda aveva sempre sospettato che suo fratello avesse certe tendenze e Colin lo sapeva, così come sapeva che per lei questo non faceva alcuna differenza. Fino ad un certo punto, almeno.

“Beh, Miranda, con questa domanda mi hai veramente messo con le spalle al muro” sorrise timidamente “Ma… perché me lo chiedi? Voglio dire, perché me lo chiedi.. adesso?” Sempre più imbarazzato e col volto in fiamme guardava negli occhi indagatori dell’amica… c’era qualcosa nella sua espressione che non aveva mai visto prima, una sorta di febbrile lucidità che gli incuteva quasi paura. E voleva una risposta, glielo leggeva nello sguardo, una risposta che le serviva.

“Insomma… sì, per un breve periodo.. io e lui…”

“Sì ok, ok ho capito, ti prego scusami, non volevo metterti in imbarazzo” rispose l’amica, come risvegliandosi e tornando alla realtà lo guardò con i soliti occhi dolci e comprensivi di sempre “è solo che… è come se con questa conferma le cose iniziassero un po’ a schiarirsi.. non so come, ma… “.

Colin la abbracciò e si misero sul divano, l’atmosfera si era nuovamente distesa, le luci soffuse e le candele che la ragazza aveva acceso nel tentativo di ritrovare un po’ di serenità e calma stavano sortendo il loro effetto. Il calore della luce tremolante delle candele e i colori caldi della stanza avevano un che di magico, quasi, e i due amici rimasero in silenzio abbracciati per un po’, come se quella confessione li avesse uniti ancora di più. Poi una sigaretta, due chiacchiere sul viaggio che Colin stava per intraprendere e i due si congedarono. Quella sarebbe stata la loro ultima conversazione.

Decise di uscire di casa, fare una passeggiata. I pensieri erano sempre più confusi , era di nuovo il tramonto, il momento della giornata che più le metteva tristezza, coi suoi colori decisi e cupi, gli ultimi bagliori che si riflettevano prima di scomparire in orizzonti di oscurità. Scese verso il fiume, immersa nella nebbia fitta, neanche si accorse delle lacrime che avevano iniziato a scorrere rigandole le guance con tracce scure di mascara. Gli occhi chiari risaltavano con una luce cupa illuminati da quelle lacrime. Gli oscuri richiami degli animali che abitavano in quel luogo solitario, disturbati dalla sua estranea presenza, iniziavano a riecheggiare intorno.




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