daryl/rick
- CAZZO, NON TE NE PUOI ANDARE COSì!!!
- È MIO FRATELLO!
- QUI ABBIAMO BISOGNO DI TE, DARYL! IO HO BISOGNO DI TE!
Per un attimo, il più piccolo aveva vacillato. E Rick aveva
realizzato che nonostante tutto era ancora un ragazzino. Poi
però il suo sguardo era tornato subito duro. Di nuovo sulla
difensiva, come sempre, come un piccolo animale selvatico, pronto a
tutto per sopravvivere.
- Stammi bene.
Lo aveva visto allontanarsi, le due ali d'angelo cucite sul giubbotto
si erano fatte sempre più distanti fino a sparire nel buio.
Rick era rimasto da solo in mezzo alla stanza come un cretino.
Merle era il male. Merle era un sadico bastardo figlio di puttana.
Merle influenzava Daryl più di chiunque altro. Non c'era voluto
molto affinché il fratello minore tornasse da quello maggiore,
non appena quest'ultimo aveva schioccato le dita.
Era passata una notte da quel loro ultimo confronto. E ora Rick
guardava Daryl sparire tra gli alberi con quel grandissimo stronzo di
suo fratello. Daryl, sguardo incerto e un po' colpevole, mentre si
girava per l'ultima volta a guardare lo sceriffo. E Merle, invece,
strafottente e irritante come al solito, con un braccio sulle spalle
del più piccolo e un ghigno insopportabile, ad unico beneficio
di Rick, una smorfia che voleva dire: "Be', hai visto? Alla fine ce
l'ho fatta a farlo tornare da me, stupido sbirro del cazzo. Ho vinto
io. Sono suo fratello; per quanto tu possa metterti in mezzo, lui
tornerà sempre da me".
Rick aveva sentito una strana sensazione nel guardarlo andare via.
Dispiacere, tradimento. Preoccupazione, più che altro. Da Merle
non poteva venire niente di buono, e cazzo, avrebbe voluto spaccargli
quella stronzissima faccia insolente, ma con che diritto? Ormai Daryl
aveva scelto. Libero o no, influenzato da Merle o no, aveva preso una
decisione.
E a Rick non restava che prendere atto della sconfitta.
Era sempre stata la sua debolezza. L'ammirazione e anche il timore
verso quel fratello grande e figo e in gamba e stronzo che aveva preso
come modello. Quello che faceva avanti e indietro prima dal
riformatorio e poi dalla galera. Certo, Rick non c'entrava un cazzo con
Merle. Anzi, se non fosse saltata fuori quella storia assurda degli
zombie e avessero continuato ognuno con la propria vita, probabilmente
Daryl avrebbe passato il tempo a spaccargli la faccia, a sbirri di merda come
Rick. Ma cazzo, erano cambiate così tante cose---
Sentì la mano di suo fratello sulla spalla, e sussultò.
- Ehi, fratellino. Starai mica pensando ancora a quella manica di fighette senza spina dorsale, eh?
Merle. Spavalderia. Sicurezza. Denti scoperti, pronti ad azzannare e mordere, a sventrare.
Daryl simulò un sorriso.
- Col cazzo. Non me ne frega niente, di quelli là.
Senso di colpa. Si era sentito a disagio, nel dire quelle parole.
Si sentì un vile e un codardo. Non era riuscito a prendere
posizione. Si sentiva scomodo, schiacciato tra Rick e suo fratello; si
sentiva preso in mezzo, chiuso in trappola, tra due opzioni che non
riusciva a scegliere.
Si sentiva fuori posto, accanto a quel fratello che non aveva visto per
anni, a parlar male di quelle persone con cui era stato fino a poco
prima, che aveva imparato a conoscere, per cui aveva lottato e
sanguinato. Gli rivenne in mente l'espressione sconfitta di Rick,
mentre se ne andava.
La sensazione di disagio si fece più acuta.
- Tu non hai bisogno di loro. Loro ti hanno sfruttato e basta, ma non
gliene fregava un cazzo di te. Loro non sono la tua famiglia, io sono la tua famiglia. E adesso andiamo, ti faccio fare un giro.
Merle si era messo con quelli di Woodbury. A Daryl non piacevano, ma se
Merle li aveva scelti voleva dire che andavano bene. Si fidava di lui,
nonostante tutto. E gli voleva bene, anche se era un testa di cazzo.
Anche se non aveva perso un'occasione di screditare Rick, e di portarlo
via da-- Scosse la testa. Doveva rimuovere quei pensieri, era l'unico
modo per non sentirsi in colpa.
Aveva ragione Merle, in fondo. Lo avevano sempre sfruttato, era vero.
Anche Rick. Però era stato Rick a restargli accanto per tutto
quel tempo, era con Rick che ne aveva passate di tutti i colori, da
quando quella storia era cominciata... Era Rick che si era scopato,
quel paio di volte in cui ne aveva avuto l'occasione.
Strinse i pugni. I muscoli guizzarono, una serpentina nervosa che sparì non appena riaprì le mani.
Qualcosa era crollato. Nel giro di quanto, una settimana? Due? O forse meno?
Il tempo non aveva più confini.
Daryl era a pezzi. Non solo aveva scoperto che suo fratello era una
merda... Ma che non era neanche invincibile come lo aveva creduto.
Si era sentito cadere il mondo addosso, quando aveva realizzato che
quella cosa chinata a sbranare un cadavere, quella cosa che somigliava
a suo fratello, era solo un cazzo di cadavere ambulante come tutti gli
altri.
In una frazione di secondo, risalì indietro nel tempo mentre
quella cosa alzava lo sguardo marcio e purulento su di lui ringhiando,
come una bestia arrabbiata. Suo fratello era uno zombie. Voleva dire
che suo fratello era stato attaccato, era morto, e poi era tornato. Suo
fratello non... Pensava che la morte non lo avrebbe toccato mai.
Pensava che Merle fosse una specie di dio, un dio cazzutissimo che
avanzava divorando la vita ruggendo, dritto e inarrestabile come un
treno. Uno che non cade, uno che non si ferma. Uno che non muore.
E invece eccolo. Morto. Morto, da qualche parte. Eppure ancora vivo, vivo abbastanza da alzarsi ringhiando per attaccarlo.
Daryl si sentì un povero illuso. E si sentì spaventato.
Deluso. Spaventato, mentre cercava di contrastare quel fratello di cui
un po' aveva sempre avuto paura. Deluso, nel constatare che puzzava di
morto esattamente come tutto il resto, era diventato un pezzo del
paesaggio come gli altri vaganti. Lo spinse via una, due volte. Non
riuscì a farlo fuori subito. Si sentiva troppo debole, e quella
sensazione lo fece sentire disorientato. Non aveva mai lasciato spazio
alle debolezze. Erano roba da femminucce.
Eppure guardandolo non riuscì a trattenersi.
Spinse via suo fratello, con le lacrime agli occhi. Suo fratello che
ringhiava e ruggiva, protendendosi verso di lui col solo scopo di
azzannarlo, ancora con la bocca sporca di sangue e carne morta che
aveva strappato a morsi da un cadavere. La sua faccia era una maschera
sfatta, piagata.
Una spinta. Merle che girava su sé stesso barcollando, lo
puntava di nuovo. Un ruggito più forte, catarroso. Il mostro che
era diventato si stava arrabbiando.
Quando l'altro divenne troppo insistente e non riuscì più
a tenerlo a bada, solo allora Daryl gli ficcò una freccia nella
testa.
Rovinarono a terra. Estrasse la freccia per pugnalarlo in mezzo alla fronte e spegnere quella bestia una volta per tutte.
E in quel momento si sentì solo.
Completamente solo.
Rick era soprappensiero. Se ne stava seduto in un angolo, guardava fuori dalla recinzione.
Era nervoso. Era passato troppo tempo, da quando l'altro se n'era
andato. Era difficile andare avanti senza di lui. Si chiese se stesse
andando tutto bene. Sperava che almeno adesso si sentisse bene, avesse
trovato un rimedio alla sua inquietudine. A Rick, Merle non piaceva per
niente. Rimpiangeva che la polizia non esistesse più solo
perché non poteva arrestarlo, quel figlio di troia.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Magari era un buon
segno. Il fatto che Daryl non si fosse fatto più vedere magari
significava che con Merle si trovava bene.
Sentì una punta di rammarico al pensiero di averlo perso. Ma
d'altronde, come poteva andare diversamente? Erano troppo diversi. Si
erano divertiti un paio di volte, insieme, ma questo non voleva dire
che Daryl avesse un guinzaglio al collo, che potesse fargli fare tutto
quello che voleva...
Sarebbe stato tutto più difficile, d'ora in avanti.
Ma cazzo, gli era già successo. Dopo Shane era a pezzi. Credeva
fosse il suo migliore amico, e invece era un traditore. E aveva dovuto
piazzargli una pallottola in testa. Anche allora si era sentito perso,
e non aveva avuto più idea di come andare avanti.
Però con Daryl era diverso. Daryl non era un traditore, come
Shane. Rick non era arrabbiato con lui. In un certo senso, lo
giustificava. Sapeva del potere che Merle esercitava su di lui.
Era una battaglia persa in partenza.
Si alzò stancamente. Non aveva voglia di tornare dentro,
affrontare gli altri. Tutti si aspettavano che prendesse sempre la
decisione giusta, che li guidasse, senza mai prendersi una pausa, senza
mai un cedimento... Ma aveva appena perso una colonna, un punto di
riferimento, un supporto. Non sarebbe mai stato come prima, mai
più. Senza Daryl, era tutto più difficile. Si sentiva
meno sicuro.
Si bloccò, nel riconoscere una sagoma familiare che si avvicinava.
"Torno con la coda tra le gambe. Come uno stupido. Come nella parabola del figliol prodigo demente. Cosa cazzo mi aspettavo?
Cristo, Rick, ti prego. Non mi mandare via. Non so più dove andare, non so più che fare...
Mi dispiace, avrei dovuto pensare con la mia testa invece di farmi
trascinare. Ma non mi dire niente, adesso. Non so che farmene dei
rimproveri, sto abbastanza a pezzi così..."
Gli corse incontro senza pensare. Per un attimo si preoccupò,
non poteva vederlo ancora bene, era troppo lontano, e temette che si
fosse trasformato anche lui e avesse vagato prima di raggiungere
casualmente la prigione.
Quando fu abbastanza vicino, si rese conto che era ancora tutto intero.
La sua espressione, però, era indecifrabile. Inutile chiedergli
qualcosa.
Si limitò ad abbracciarlo forte, col battito accelerato,
ripetendosi mentalmente un "grazie" rivolto al niente, dal momento che
aveva smesso di credere in qualunque cosa che assomigliasse a un dio.
Per la prima volta da quando si conoscevano, l'altro uscì dal suo spesso guscio e ricambiò.
Non se ne sarebbe andato mai più.
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