the last of us winter
Winter...
You and I'll be safe and sound
Dedicata al "mio Joel".
"Just close your eyes, the sun is going down.
You'll be all right; no one can hurt you now
Come morning light, you and I'll be safe and sound
- Safe and Sound (Taylor Swift ft The Civil War)
*
L'ansia mi mozza il fiato, come se avessi corso per ore e ore.
Non riesco nemmeno a pensare, cosa che sembra essere accolta con sommo
piacere dal mio cervello.
Dopo aver passato tutto il giorno a prendermi cura di Joel, mi sento
così priva di forze e di speranze. Ho trovato una casa
abbandonata e
sono riuscita persino a recuperare un materasso e una coperta, per
quanto essa sia leggera. Non voglio lasciarlo scoperto, quindi è
sempre meglio di non avere nulla. Ho sempre visto Joel come qualcuno di
immortale, una persona che resiste a tutto. E ora non so nemmeno se riuscirà a vedere la fine di questo gelido inverno.
La sua salute non migliora, la ferita non fa altro che peggiorare. Poso
con delicatezza una mano sulla sua fronte, lo stomaco si contrae,
quando scopro che la febbre è salita ancora. Riesco a
pensare solo ad una cosa... tutte le mie fatiche sono inutili. Sono
inutile, non riesco a farne una giusta, quel che serve a Joel non
è una casa o una coperta leggera, quel che gli serve sono delle
medicine, degli antibiotici per aiutarlo a combattere.
Un pensiero mi fa quasi cedere al panico. E se lui dovesse morire? Se
dovesse lasciarmi? Pensavo di aver trovato la sicurezza con Riley, ma
è stata strappata dalle mie braccia, proprio quando aveva deciso
di restare con me e non lasciarmi. Poi quando ho cominciato a provare
una sorta di affetto per Tess, anche il suo nome si è aggiunto
alla lista delle persone che ho perso. La stessa sorte è toccata
a Sam e Henry.
La paura è un peso sul petto e questa stanza odora di morte.
Sembra strano anche solo pensarlo, ma è come se fossi in grado
di sentirne l'odore, di avvertire il suo tocco gelido sulla fronte di
Joel.
"Joel", gli dico io "Sposta un po' il braccio"
Quasi inconsciamente fa quel che gli dico, dopo aver preso coraggio, gli controllo la ferita.
Non sembra essere peggiorata molto, ma è quel tanto che mi fa
temere di aver sbagliato qualcosa. Forse non ho sterilizzato bene
l'ago? Ci deve essere in corso una piccola infezione, questo è
certo. Odio questo mondo, per la prima volta in vita mia, odio questo
mondo distrutto e dilaniato. Respiro profondamente, per calmarmi,
mentre mi torturo le mani.
"Non ti preoccupare", dico "Ora esco e cerco una medicina", sussurro io.
Indosso la giacca e mi preparo per uscire. Con un sospiro esco al
freddo, con Callus come unico compagno. Sento un rumore e noto un
coniglio che esce dalla sua tana che, con curiosità, annusa
l'aria intorno a se. Incocco la freccia e in un secondo essa si
conficca, con precisione, nella gola dell'animale.
"Non durerà per molto", dico con apprensione. Cerco in tutte
le case che trovo sul mio cammino e l'unica cosa che trovo è un
barattolo, un po' ammaccato, di pesche sciroppate. Mi guardo alle
spalle più e più volte, ho come la sensazione di non
essere sola. Ho la sensazione di essere spiata da occhi invisibili, che
non si perdono una mia mossa, nemmeno un mio sospiro. Callus si
avvicina a me, sembra tranquillo... quindi che ragione ho di
preoccuparmi? Callus sarebbe il primo ad avvertire qualcosa. Il cavallo
mi da un colpetto sulla spalla, come per dirmi che non è saggio
indugiare e che devo tornare subito a casa.
"Sì, hai ragione", gli dico io accarezzandolo "Adesso andiamo al caldo"
Quando torno a casa l'ansia per la sua salute è ancora
più forte. Sistemo Callus e appoggio il coniglio su uno scaffale
e senza altri indugi corro da Joel. Non so se essere felice di sentirlo
gemere per il dolore. Se si lamenta vuol dire che è vivo, ma
anche che sta soffrendo terribilmente.
Mi siedo per terra e apro il barattolo di pesche, le riduco a cubetti
in modo che sia più facile per Joel mangiarle. Dovrei mangiare
qualcosa pure io, dopotutto sono sempre fuori per cacciare, devo
pur essere in forze, ma non mi viene mai fame. Ogni giorno
cerco di svegliare Joel, senza alcun successo.
"Joel", sussurro io "Joel, per favore, svegliati"
"Sarah?", chiede lui aprendo un poco gli occhi.
Involontariamente sento un groppo in gola, siamo così simili io e lei?
I suoi occhi si chiudono una volta, per poi riaprirsi "Ellie?"
"Sì", gli rispondo "Devi mangiare"
"Tu hai mangiato?", chiede preoccupato.
Il groppo in gola aumenta. Potrebbe morire da un momento all'altro,
eppure pensa a me. Pensa a me, alla mia salute e alla mia pancia vuota.
Perché si comporta così? E' questo quello che fa un padre?
"Sì", mento io "Sì, certo"
Nonostante la fatica e il dolore riesce a mangiare giusto qualcosa,
prima che l'oblio gli metta ancora le mani addosso. Mi tiro via il
giubbino, sto per usarlo come coperta quando sento, distintamente, Joel
tremare di freddo. Uso il giubbino per coprire lui, poco m'importa del
freddo che potrò patire. Io metto la sua vita prima della mia,
proprio come lui mette la mia prima della sua,
"Domani troverò qualcosa", sussurro "Ne sono certa"
Uso lo zainetto come cuscino e poso una mano sul petto di Joel. Mentre
lo osservo lottare contro la febbre le lacrime, che con fatica avevo
trattenuto, scivolano silenziose sulle mie guance. Una vita senza Joel
è impensabile, passare una vita da sola è impossibile.
Stringo un lembo della sua camicia e quasi senza rendermene conto,
appoggio l'orecchio sinistro contro il suo petto. Sento il cuore
pulsare più veloce del normale, ma in un modo o nell'altro è come una ninna nanna per me.
In questa nuova tranquillità
capisco che non dovrò più, mai più, cedere al
panico. Quando mi sveglierò uscirò di casa, come al
solito, prenderò un po' d'acqua e del cibo. Cercherò con
tutte le mie forze delle medicine, al costo di dover combattere per
procurarmele. Non permetterò a Joel di lasciarmi. L'ultima
volta che ho mostrato affetto a qualcuno... quel qualcuno è
morto. Avevo mostrato affetto a Riley e lei è morta. Ma
lquesta situazione è diversa, le cose sono cambiate anzi io sono
cambiata.
Un ti voglio bene sussurrato
raggiunge le mie orecchie, ma non le sue. Raggiunge la mia mente, ma
non la sua. Forse potrà raggiungere il suo cuore, come il vento
che accarezza la pelle, forse la mia voce avrà raggiunto il suo
cuore. Una parte di Joel deve pur essere vigile, forse quell'unica
parte vigile ha sentito la mia voce.
"Ti salverò", sussurro io "Ti terrò al sicuro, io e te saremo al sicuro"
Spazio autrice.
L'ispirazione mira solo a The Last of Us. Ho deciso di scrivere questo
pezzo, che si svolge in inverno, perché è la mia parte
preferita in assoluto. Nella mia mente questo avviene il giorno prima
dell'incontro tra Ellie e David (e per esteso il suo braccio destro).
Poco da dire su questa shot, di recente mi riesce "bene" scrivere solo
su TLOU. Questa shot è dedicata, come c'è scritto sopra,
al "mio Joel".
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