You're still an innocent

di TheHeartIsALonelyHunter
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“Perché ti sei offerta volontaria?”
La sua voce barcollava ancora, come quando, dieci anni prima (dieci anni lunghi un’eternità), aveva iniziato a parlargli di magia, fantasia, speranza e sogni, lei che non aveva mai creduto né in magia, né in fantasia, né in speranza e sogni, lei che non aveva avuto il tempo di essere bambina, lei che non aveva voluto essere bambina.
Clove sospirò.
Il nonno scorse tra le sopracciglia un altro taglio, stavolta più netto e distinto, e sussultò.
Aveva la pelle incartapecorita dal tempo, e tutto sembrava meno che un ex vincitore degli Hunger Games: non c’era fierezza nei suoi occhi, non c’era crudeltà, non c’era quella scintilla di vittoria impressa sul suo viso. Clove era profondamente disgustata da lui.
“Perché volevo renderti fiero, nonno” spiegò lei, aspettandosi che quella fosse la risposta più adatta.
Il vecchio iniziò a singhiozzare tristemente, prendendosi il viso tra le mani. Clove rimase ferma in attesa che smettesse, lo sguardo fisso su quel vincitore che era tutto meno quell’uomo che tanti anni prima era il suo eroe, l’uomo che tutti definivano “crudele assassino”, l’uomo per il quale aveva iniziato quella follia.
“Se avessi voluto rendermi fiero…” bisbigliò, singhiozzando ancora. “Avresti…  Avresti aperto quel libro di favole…”
Clove sbiancò decisamente. I suoi occhi però rimasero crudeli e penetranti.
Poi, senza dire nulla, si alzò in piedi.
“Ho aperto quel libro, nonno” sibilò, velenosa. Lo sguardo del vecchio si riempì di meraviglia e il viso si tese così tanto che Clove vide la pelle increspata da rughe divenire liscia.
“E sai cosa gli ho fatto?” domandò, fissandolo con tale cattiveria che ricominciò a singhiozzare, spaventato. “Ci ho fatto un’orecchia… E mi sono fermata” spiegò, con tutta la naturalezza che le era possibile.
Poi ridacchiò lievemente, di una risata cinica e deridente, guardandolo piegarsi un po’ sotto il peso dell’età o della stanchezza.
“Sai, non avrei mai iniziato niente di tutto ciò…” continuò, guardandolo fisso negli occhi. Quando abbassò lo sguardo, lo costrinse ad alzare la testa, e suo nonno sussultò, provocandole un altro sorriso compiaciuto.
“… Se non avessi voluto seguire il tuo esempio”.
D’un tratto, il vecchio parve capire. La fissò sbalordita, divenendo prima rosso, poi bianco, poi di un verde malsano, e infine barcollò e cadde a terra, come se un enorme macigno gli fosse caduto sulle spalle.
Clove lo sentì borbottare dei “No, no” sconnessi e rise di nuovo, deliziata.
“Ti devo un favore, direi” commentò Clove, piegandosi sulle ginocchia per guardarlo e per ridergli in faccia. “Non fosse stato per te, ora non sarei qui…” constatò, godendo nel vederlo strabuzzare un po’ di più gli occhi e notando le lacrime che gli correvano per il viso corroso dal tempo.
“Mi hai messo un po’ in difficoltà con quel libro, direi…” sussurrò, abbassando lo sguardo. Poi lo rialzò e, sorridendo, continuò:
“Volevi che diventassi una brava bambina, eh? Una piccola, bambina ubbidiente?”
Rise di nuovo, alzando gli occhi al soffitto.
“Beh, tranquillo… Ci ho messo un’orecchia… E mi sono fermata”.

 




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