Nota dell’autrice:
Ciao a tutti! E’ da parecchio che non inizio una
nuova
storia a capitoli, anche perché ero totalmente presa da ‘New Kingdom
Heroes’…fanfiction che attualmente non ho molta voglia di continuare XD
Oh, ma
la finirò, credetemi, solo che per il momento non ho in programma
nessun nuovo
capitolo.
Ok, ora spiego brevemente come mi è venuta in
mente questa
storia: prima di tutto perché avevo voglia di scrivere qualcosa di
estivo e
pieno di energia; poi perché stavo facendo i piatti e, visto che avevo
esaurito
il mio repertorio di canzoncine da cantare in queste situazioni
(lavaggio dei
piatti, passaggio della scopa, pulizia con lo straccio del salotto etc etc) mi sono messa a pensare a una bella
storia nuova e divertente, e mi è venuta in mente questa roba.
Spero vi piacerà, comunque non penso sarà molto
lunga,
dipende se avrà successo o meno.
Come al solito, vi invito a recensire o a
lasciarmi una
critica, almeno saprò se è il caso di continuarla.
Grazie a tutti dell’attenzione, buona lettura e
buon
divertimento con ‘Summer time’!
p.s. Questo primo capitolo è lunghissimo, ma non
penso
saranno tutti così, tranquilli ^___-
NOTA: ringrazio l’autrice CaskaLangley per
avermi fatto
notare alcuni errori riguardanti Tokyo e la moda giapponese. Mi spiace,
non era
mia intenzione offenderti, avrei dovuto informarmi meglio prima di
scrivere di
Gals e Gotich Lolita e di Ikebukuro. Spero di aver chiarito la
situazione. Ciao
ciao
SUMMER
TIME!
Capitolo 1: Grandi
notizie,
prospettive interessanti e la Chocolate Dance
Sora svoltò a sinistra, correndo, e oltretutto
rischiando di
inciampare sul pavimento bianco del corridoio.
Ma porca miseria, perché la sua aula doveva essere
proprio
l’ultima dell’ultimo corridoio dell’ultimo piano?
Sperava vivamente che il prossimo anno gli
avrebbero
assegnato una classe migliore.
E poi certo, sperava anche che i compagni
rimanessero gli
stessi, o che almeno restasse con Roxas e Kairi.
La sua bellissima, perfetta,
stupenda, ma irraggiungibile Kairi.
Sbuffò, tenendo il cellulare stretto in mano.
Perché, perché lei aveva una cotta per Riku da
qualcosa come
cento anni?
Cos’aveva Riku più di lui?
Non che avesse qualcosa contro di lui,
intendiamoci: Riku,
insieme a Roxas, era il suo migliore amico dai tempi delle medie.
Ma nono sopportava l’idea che tutte le ragazze
della scuola,
compresa ovviamente Kairi, trovassero difficile resistere al suo
fascino.
Oh, ma quell’estate sarebbe stato diverso.
Quell’estate, finalmente, avrebbe dichiarato i
suoi
sentimenti a Kairi.
Le avrebbe detto tutto quello che sentiva, e
lei…bè, lei
probabilmente o l’avrebbe mandato a quel
paese oppure si sarebbe suicidata, sconvolta dalla rivelazione di
quello che
credeva essere il suo più grande amico.
Finalmente raggiunse la sua classe.
Da fuori si sentiva tutto il baccano che Roxas e
gli altri
stavano facendo.
Bè, era l’ultimo giorno di scuola, il migliore per
darsi
alla pazza gioia.
Quando entrò, Sora vide Roxas e Kairi al centro di
un
cerchio creato dagli altri compagni.
Entrambi ballavano a ritmo della musica che Wakka
aveva
messo in sottofondo.
Kairi sapeva la canzone a memoria, e sussurrava le
parole,
concentrandosi sui movimenti delle braccia che lei e Roxas facevano in
simbiosi.
Oh, no!
Tutto, ma la Chocolate Dance no!
Sora si fece largo tra i suoi compagni,
posizionandosi in
prima fila.
Trovò Naminè e nella confusione, la prese per un
braccio.
“Nami! Nami! Ho una notizia bomba!”
“Cosa?” le urlò Naminè, che non riusciva a sentire
a causa
della musica.
“Devo dirvi una cosa! A te e agli altri!”gridò
lui, in
risposta.
Naminè lo guardava.
Ok, non aveva capito niente, ma era comprensibile,
in mezzo
a quel casino.
Proprio in quel momento Wakka, che era l’addetto
allo
stereo, spense la musica per cambiare cd.
Sora guardò Kairi e Roxas, che si allontanavano
dal cerchio.
Cercò di avvicinarsi, mentre Tidus e Yuna si
affrettavano a
prendere il posto dei suoi due amici e gli altri ragazzi e ragazze
gridavano impazziti,
in preda all’euforia dell’ultima ora di scuola.
“Kairi! Rox! Ma che cavolo avete combinato?”
chiese quando
li ebbe raggiunti., sconvolto.
Kairi si mise a
ridere.
“Eddai, So, la tua danza è piaciuta a tutti! Non è
vero
Rox?”
“Puoi dirlo forte, cuginetta. Ha lasciato tutti a
bocca
aperta” rispose Roxas, scuotendo i capelli biondi, un grande sorriso
che gli
illuminava il viso.
Sora era terrorizzato da quei due, a volta.
Insieme erano seriamente pericolosi.
A prima vista era impossibile pensare che fossero
cugini, ma
in momenti come quello era facilmente comprensibile che avessero gli
stessi
geni.
“Sapete benissimo che quello stupido ballo l’ho
inventato
per la figlia dei signori Tendugii! Quella specie di strega non si
addormentava, se non gliela facevoquando i suoi non c’erano! Fare da
baysitter
a quella specie di mostro è peggio che prendersi cura di un macaco in
una
stanza frigorifera con la luce spenta!”
“Bè, è risultata utile!” esclamò Kairi, entusiasta.
Roxas gli fece l’occhilino, divertito.
“Tranquillo, abbiamo sottolineato che era di tua
invenzione.
Non mi stupirei se, all’uscita, ti chiedessero l’autografo.”
“Vi odio.” Disse Sora con sincerità.
Kairi stava per rispondergli, ma il suono della
campanella
la interruppe, e l’unica cosa che sentirono tutti e tre fu l’urlo
liberatorio
degli studenti.
Sora sorrise, tappandosi le orecchie con le mani.
Era finita, finalmente.
Da ora era ufficialmente in vacanza.
Non vedeva l’ora di godersi l’estate.
La sua estate.
**
Il pomeriggio, Sora andò, come sempre, a Shibuya,
verso la
statuta di Hachiko.
Era lì che, ogni giorno, dopo le cinque, lui e gli
altri si
incontravano per passare un po’ di tempo insieme.
Quando arrivò, ancora col fiatone per la corsa
fatta affinché
prendesse la metropolitana in tempo,erano già tutti lì: Riku, Roxas,
Naminè,
Selphie, Tidus, Wakka, Yuna, Rikku, Paine, Wakka e, ovviamente, Kairi.
Sora, non appena riuscì a intravederla da lontano,
ebbe un tuffo
al cuore.
Eccola là, appoggiata alla statua, l’aria fresca
del tardo
pomeriggio che le accarezzava il viso e le scompigliava leggermente i
capelli
scuri e splendenti, dello stesso colore delle more in estate.
Dio, come poteva essere così…terribilmente
perfetta??
Scosse la testa e
corse verso di loro.
Riku, che era intento a leggere uno dei suoi
‘preziosissimi’
libri, alzò lo sguardo e sorrise beffardo.
“Chi non muore si rivede, So.”
Sora, riprendendo fiato, lo mandò a quel paese.
Rikku lo osservò, preoccupata: “Sora, siediti un
attimo,
riprendi fiato.” Propose, affabile.
Sora gli fece l’occhiolino.
“Tranquilla, Ri-chan, sto bene.”
“Allora, Sora “ cominciò Paine, con la sua solita
impazienza, la voce un po’ tetra “ cos’è questa grande notizia che
dovevi
darci?”
Sora sorrise raggiante, come se non vedesse l’ora
che
qualcuno glielo chiedesse.
Si mise in una posa assurda, degna del miglior
anime
demenziale in circolazione, e gridò con tutto il fiato che gli era
rimasto: “HO
TROVATO LAVOOOOOORO!”
Silenzio.
Kairi inarcò un sopracciglio.
“E questa sarebbe una grande notizia perché…?”
Sora, che evidentemente si aspettava una simile
reazione, si
grattò la punta del naso, euforico.
“Perché, con le mie incredibili capacità orali, e
mettendo a
frutto la mia ineguagliabile conoscenza della psicologia, ho convinto
il mio
datore di lavoro ad assumere anche voi!”
Gridò l’ultima parola più forte che potè,
sicuramente per
esaltarne l’effetto.
Che, però, fu molto deludente, visto che Riku si
tolse gli
occhiali che usava per leggere con tono scocciato e lo guardò come
fosse
impazzito.
“Cosa ti è saltato in mente?? Guarda che nessuno
ti aveva
chiesto una cosadel genere!”
Sora sussultò.
Non aveva assolutamente previsto una reazione
simile!
Che razza di ingratitudine!
“Ehi, dico, abbiamo passato tutto l’inverno a
lamentarci
perché non avevamo un soldo! Ho cercato per mesi un lavoro, e quando mi
hanno
chiamato mi è sembrata un’occasione da non perdere…”
Riku stava per ribattere, ma Roxas gli mise un
braccio
davanti.
“Dài, Riku, ora calmati. E tu, So” Sora lo guardò,
con
un’espressione simile a quella di un cagnolino a cui il padrone ha
appena schiacciato
la coda per gioco “perché non ci hai chiesto niente di questa storia?
Voglio
dire, noi siamo in dodici, non sarà facile disdire prima ancora di
esserci
presentati!”
“Cosa?! Volete licenziarvi?? Ma come? IO l’ho
fatto perché
sapevo che voi tutti avevate bisogno di soldi!”
“E questo è vero, Sora” disse Naminè, paziente “ma
è anche
vero che qui si parla di lavoro. Non è uno scherzo. E inoltre, nessuno
di noi
aveva preso seriamente in considerazione l’idea di mettersi a lavorare.
Non
quest’estate, almeno.”
Yuffie fece un cenno di assenso con il capo,
agitando lo
strano caschetto tinto con ciocche arancioni.
Kairi sembrava pensierosa, poi si alzò e andò al
fianco di
Sora.
“Bè, ragazzi, dài…in fondo potrebbe essere
divertente!”
esclamò, positiva.
Sora la guardava, senza parole.
Dio…possibile che lo appoggiasse anche in queste
cavolate?!
Non avrebbe osato chiedere di più, in una persona.
Lui non si meritava una come lei, sul serio.
“Cosa?! Ka-chan, starai scherzando, spero!” pregò
Wakka,
seriamente confuso.
Kairi si mise a ridere: “Oh, dààài, che un po’ di
lavoro non
ha mai fatto male a nessuno! Riku, tu non hai bisogno di soldi, per
l’università? Durante l’anno dovrai
concentrarti solo sullo
studio per superare gli esami, non penso avrai tempo di lavorare…”
Riku sbuffò.
Ok, forse aveva ragione.
Con aria infelice, mise gli occhiali in tasca e,
acchiappando il libro, raggiunse Kairi e Sora davanti agli altri senza
dire una
parola.
Kairi rivolse uno sguardo d’incitamento a Roxas e
Naminè,
che si guardarono.
“Cosa vuoi fare?” chiese Roxas, titubante.
Naminè arrossì, e si guardò i piedi, intimidita.
“Bè…a dire il vero, ora che ci penso…il materiale
per la
pittura è diventato davvero costoso…”
Roxas si girò verso Kairi e le fece l’occhiolino.
“D’accordo, cuginetta.” Prese Naminè per un
braccio e la
portò accanto a Riku “Veniamo anche noi.”
Kairi lo osservò, scettico: “Da quando hai bisogno
di soldi,
tu? Lo zio è fin troppo generoso, con te!”
Roxas sghignazzò, con un’aria un po’ preoccupante.
“Oh, ma non posso certo lasciare sola la mia
cuginetta, no?”
Kairi alzò gli occhi al cielo.
Bene, ci mancava solo un Roxas nella fase
iper-protettiva.
Grandioso.
Un ottimo modo per iniziare le vacanze.
Yuffie emise una leggera risata, divertita dalla
faccia di
Sora, che sembrava essere in paradiso, ad avere tutto quell’appoggio.
Però, era davvero carino.
“D’accordo, ci sono anch’io.” Si alzò e prese per
mano Rikku
e Paine “Ragazze, voi venite vero?”
Paine sembrava parecchio combattuta, ma Rikku era
tutta
emozionata come una bambina che sta per andare al parco divertimenti.
“Bè, Yucchan, noi gals abbiamo bisogno di soldi
per comprare
i vestiti migliori, no?!” E, con un gesto rapidissimo, lei e Yuffie
acchiapparono Paine per le braccia.
La ragazza, senza essere minimamente scossa, si
fece portare
tranquilla dagli altri.
Yuffie e Rikku si scambiarono un’occhiata d’intesa
e,
all’improvviso, lasciarono la presa.
Paine cadde per terra con un tonfo, mentre gli
altri
assistevano alla scena, divertiti.
Inizialmente sembrava che stesse per infuriarsi,
come suo
solito, ma poi scoppiò in una delle sue rare, rarissime risate.
“E va bene, e va bene, Anche noi gotich lolita
abbiamo un
cuore. E poi non voglio restare da sola mentre voi ve la spassate tutti
quanti
insieme.”
Sora sorrise, al settimo cielo, e insieme agli
altri guardò
Selphie, Tidu e Wakka.
I tre erano ancora lì, seduti a terra, Selphie a
gambe
incrociate, lo sguardo un po’ perso.
Tidu e Wakka si alzarono praticamente
contemporaneamente, e
sorridenti si avvicinarono a Sora e gli diedero il cinque.
Tidus gli colpì una spalla, amichevole.
Sora sentì la sua autostima risalire tutta d’un
colpo.
Kairi fece qualche passo
avanti a Selphie e le tese una mano.
L’altra la guardò un po’ frastornata.
“Non lo so, Kacchan. Io non…”
Kairi inarcò un sopracciglio.
Sfoderò la sua ultima risorsa.
Le schioccò uno sguardo complice.
“Sai, d’estate ci sono un sacco di ragazzi carini
che lavorano.”
Selphie balzò in
piedi alla velocità della luce e iniziò
ad agitare il braccio verso gli altri.
“ECCOMI, SONO QUI! NON SCORDATEVI CHE CI SONO
ANCHE IOOO!”
Tutti scoppiarono a ridere, elettrizzati dalla
novità.
L’aspettativa di passare anche tutta l’estate
insieme schiacciava
ogni timore della fatica che avrebbero dovuto fare.
Qualsiasi lavoro fosse stato, ne sarebbe
sicuramente valsa
la pena.
Riku, nonostante tutto, era abbastanza contento,
mai però
come Sora, che distribuiva sorrisi e pacche sulle spalle come volantini.
Roxas gli salì sulla schiena esuberante.
“Allora, impiastro, dov’è che lavoreremo?”
Sora sorrise ancora una volta, col cuore che gli
stava per
scoppiare.
“All’Issho Ni Natsu Club. A Osaka. E’ un villaggio
turistico,
e cercavano con urgenza dei ragazzi dai quindici ai ventitrè anni. Non
so bene
quali mansioni dovremo svolgere, ma…”
“Qualsiasi cosa sia, l’affronteremo insieme!!”
gridò Rikku
con grinta, lanciando un pugno verso il cielo.
Sora socchiuse gli occhi, guardando le nuvole
confondersi
con i grattacieli della città.
“Già” disse, quasi tra sé “sento che sarà un
estate davvero
grandiosa.” |