Sussurri di colei che sta morendo
A far quello sono capaci tutti.
E’ facile, in fondo.
Elevarsi sulle punte, raggiungere un trono laccato d’oro ove sedere vanagloriosi. E da lì, ammirare il mondo circostante, sorridendo con disinteressata superiorità di coloro che ci circondano.
Nemmeno il più incapace dei poeti, ormai, rinuncia alla sua sciocca boria. L’accomodarsi su sedie segretamente divorate da fameliche tarme li fa contenti.
D’accordo.
Io sorrido, chino il capo, attendo la mia morte.
Solo… mi domando: se tutti siedono sul loro trono, come faranno a parlarsi ancora?
Non ho paura per me. Ma per voi.
Chissà se il mondo andrà avanti, senza l’Umiltà.
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