No church in the wild
Epilogo
- What about us
Dalia fissa il cd che ha tra le mani, la custodia plastificata, la
copertina in bianco e nero e il titolo del disco centrato.
Spegne
la sigaretta contro il vetro del posacenere sul tavolo e mette entrambi
i piedi sulla sedia.
“Cazzo
se sono venuta bene”
È
uno di quei venerdì sera in cui nessuno vuole uscire, fa un
freddo sopportabile e probabilmente pioverà da lì
a poco. Ci sono ancora i piatti sporchi sul tavolo apparecchiato, i
mozziconi spenti dentro qualche bottiglia di birra vuota e
l’odore forte di anice tra i bicchierini di vetro.
India,
seduta dall’altra parte del tavolo, scoppia a ridere alla sua
affermazione e si alza in piedi, afferrando tutte le posate in un
inutile tentativo di sparecchiare.
“Ci
credo – borbotta di rimando, i capelli legati e il maglione
di Harry addosso – Hai fatto il servizio fotografico
più lungo della storia, meno male che almeno una
è uscita decente”
Dalia
la squadra con un’occhiata: “Beh, scusa tanto se
sono una stella
dello spettacolo”
“Stella
dello spettacolo? – la chiama Megan dalla cucina –
Perché non fai qualcosa di utile e non ci aiuti a
sparecchiare?”
Dalia
rotea gli occhi ma si alza in piedi ugualmente. Dà un bacio
sulla copertina del cd e lo appoggia delicatamente sul tavolo.
“Da
quando Olivia si è traferita, questa casa sta diventando un
porcile” bofonchia, afferrando tutti i bicchieri e mettendoli
uno sopra all’altro.
India
fa lo stesso coi piatti, poi entrambe si dirigono verso la cucina dove
Megan ha già aperto la lavastoviglie.
“Forse
volevi dire da quando se n’è andata Candice –
dice poi quest’ultima, i capelli rossicci legati in due
trecce e il viso struccato e cosparso di lentiggini – Ti
ricordo che le faceva perfino schifo vedere un reggiseno in bagno. Un suo reggiseno. E
neanche ce l’aveva, il seno!”
“Possiamo
evitare di parlare di quell’essere?” esclama Dalia
subito dopo, chiudendo l’anta della lavastoviglie con un
po’ troppa forza.
E
forse Dalia dovrebbe anche superarlo questo enorme tabù,
smetterla di stare così dopo tutti questi mesi. Ma
sapete quanto fa male essere la seconda scelta?
India
le accarezza una spalla e le lascia un bacio sul braccio scoperto come
un gatto che fa le fusa: “Ma che t’importa?
– le dice, affettuosa – Ci siamo noi qui. E abbiamo
le tette, cosa pretendi?”
Dalia
le sorride riconoscente, baciandole una guancia.
Poi
tutte e tre si voltano verso Emma, che è appena arrivata in
cucina e continua a sorridere al suo iPhone tra le mani. E non
c’è neanche bisogno di chiedere con chi stia
messaggiando perché quello è il sorriso
– come lo ha chiamato Olivia, qualche settimana fa
– alla Liam Payne.
“Quando
arriva Olly?” parla senza guardarle.
India
si volta verso l’orologio della stanza: “Dovrebbe
essere qui a momenti”
Il
secondo dopo il campanello di casa suona un paio di volte, Dalia si
asciuga le mani con lo strofinaccio e va ad aprire.
Emma
poi, incredibilmente, alza gli occhi verso le sue amiche e chiede:
“Sigaretta?”
Come
se non fosse una domanda retorica.
C’è
la luna che è quasi – ma proprio quasi –
piena e c’è ancora India che si stende sulle
mattonelle del balcone e fa quei discorsi mentali che a voce non
rendono mai. C’è Megan al suo fianco, che
è tornata al suo colore naturale, c’è
Dalia che è troppo
famosa per stendersi all’aperto, Emma che
s’arrabbia se qualcuno le toglie il telefono dalle mani e
Olivia con il pancione seduta sulla ringhiera.
Ci
sono i pensieri di India che non hanno un filo logico ma che in qualche
modo hanno senso, e ci sono, dentro questi, i cinque mesi appena
trascorsi che sono volati e passati lentamente.
C’è
il contratto discografico di Dalia - nome d’arte Dalia, giusto per
non essere egocentrici - , il suo disco che uscirà tra un
paio di settimane e un featuring con Niall Horan che ha fatto piangere
anche Louis Tomlinson. C’è Zayn che ogni tanto
chiama su Skype e chiede del bambino e Olivia che raramente gli chiede
di Candice. Ci sono Emma e Liam Payne che stanno ufficialmente insieme
e lei che lo porta a vedere l’NBA all’O2 per farlo
contento. Ci sono i nomi maschili – perché
è un maschio
– indiani e russi sparsi per l’appartamento di Chase&Olivia
e Harry Styles che ha finalmente finito il suo romanzo.
Ogni
tanto si sente ancora l’odore di un’assenza, di
qualcosa che manca, e ogni tanto Dalia dice ‘sei’
al posto di ‘cinque’ e apparecchia con sei piatti e
sei forchette. E quindi c’è anche la settima
traccia del suo cd e lei che dice “Non se lo merita, ma
è una canzone che parla di Candice”.
Adesso
c’è la luna quasi quasi piena e Megan che fuma le
sue nuove sigarette al mentolo.
“Sapete
qual è la mia paura, una volta uscito il disco? – chiede
Dalia dal nulla. Tiene le gambe incrociate e il volto spiaccicato
contro la spalla di Olivia accanto a sé – Che
tutti mi etichettino come quella che si scopa Niall Horan e che quindi ha avuto il
contratto discografico”
“Ma
tu ti scopi davvero
Niall Horan e davvero
hai avuto un contratto discografico” le fa presente Emma,
sdraiata a pancia in su accanto a India.
“Sì…ma,
come se fossi una raccomandata” spiega l’altra.
“E
allora a chiunque dirà questo spiegheremo come sono andate
davvero le cose, che Niall ha semplicemente messo mi piace al video di
Emma dove cantavi e la sua casa discografica ti ha scoperta
così” la rincuora Olivia accanto a lei, baciandole
la fronte.
“Voi
ci credete agli universi paralleli?” se ne esce India
d’un tratto, inclinando la testa contro le mattonelle gelate.
“Cioè?”
chiede Megan.
“Tipo
quelle stronzate che ti raccontano alle elementari per farti capire il
Sistema Solare. Quelle dove ti dicono che potrebbe esserci
un’altra Terra con le stesse persone che fanno
cose…diverse”
“Oh!
– esclama Emma e blocca il telefono e sembra rifletterci
davvero – No, non ci ho mai pensato. Però
è una figata”
“Pensate
se, in un altro mondo – mormora la bionda, ancora –
non ci fossimo mai incontrate. Se, per esempio, fossero Harry, Louis,
Chase, Liam e Zayn a conoscersi”
Olivia
fa un gesto incurante della mano: “Il mio ragazzo non
frequenterebbe mai
quella gentaglia”
“Louis
in un’altra vita sarebbe senz’altro uno dei
concorrenti del Big Brother” ridacchia Megan, aspirando una
boccata di fumo.
“E
magari sarebbe gay”
continua India, e le altre ridono.
“Ma
perché parli del mio ragazzo quando si vede lontano un
chilometro che è Harry quello più effemminato di
tutti?” la riprende Megan con le sopracciglia aggrottate e
l’espressione che nasconde il divertimento.
“Liam
dice sempre che nella prossima vita parteciperà ad X-Factor
– borbotta Emma – magari nell’universo
parallelo hanno tutti partecipato e si sono conosciuti
lì”
Dalia
spalanca gli occhi perché woah!, non credeva
che Emma sapesse ascoltare
qualcuno oltre che sentire.
“E
magari li hanno messi insieme in un unico gruppo come le Fifth Armony e
magari hanno pure successo!” s’inserisce nella
conversazione, la voce piena d’incredulità.
“E
pure delle fans! – India scoppia a ridere – Ma
v’immaginate?”
Tutte
e cinque ridono rumorosamente, Megan spegne la cicca di sigaretta ed
Emma sblocca il telefono.
India
si tira a sedere e incrocia le gambe, stringendosi nel giaccone che
porta.
“Sapete
una cosa? – dice – Non me ne frega niente. In
un’altra vita, da qualche parte, ci saremmo inc0ntrate lo
stesso perché, francamente, che cazzo sono io senza di
voi?”
E
chissenefrega dei posti vuoti a tavola se ci sono comunque i gomiti che
si sfiorano e le facce di chi ha scelto e ha scelto di restare.
E
fidatevi, non c’è niente di meglio.
Potrei dire tutto come
potrei non commentare.
Non so
spiegare che emozioni provo adesso, adesso che è davvero
finito tutto. Mi sento bene perché non poteva esserci finale
migliore e più veritiero.
Ci ho
messo il cuore e forse qualcosa di più, e sono orgogliosa
del successo che ha avuto tutto, grazie a voi.
L'epilogo
doveva necessariamente essere solo per loro, perché le vere
protagoniste sono comunque queste ragazze e non è neanche
una fine, è semplicemente un venerdì sera
qualunque in cui è bello stare insieme.
I miei
ringraziamenti, oltre che a tutte le persone che hanno letto, recensito
e amato
questa storia, vanno alle mie rocce,
che mi hanno ispirata, aiutata, consolata e fatta stare bene quando
andava tutto male.
Che poi
è vero, cazzo sono io senza di voi?
E a chi
ha supportato questa storia dall'inizio e non, vi auguro di trovare
amiche così preziose come ho fatto io, e se mai
aveste ancora voglia di seguirmi in un'altra storia, sarò
onorata di rivedervi.
Grazie
di cuore per tutto
A presto,
Caterina
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