If I ever
leave this world alive
Wherever I am you'll always be
more
than just
a memory.
«Alby!
ALBY!»
Sa
che sta urlando solo nella sua testa, sa che nessuna parola riesce a
raggiungere la lingua e le labbra, sa che sta solo immaginando il
rumore
assordante delle lame. Ma non sta accadendo solo
nella sua testa, sono le grida a rimanerci dentro e a
sbattere ferocemente
contro il cranio, però davanti agli occhi di Newt
c’è la realtà e niente
potrebbe fare più male.
Niente.
Nemmeno
se quelle lame dilaniassero il suo, di corpo.
«Se
non riescono a distruggere il desiderio di libertà non
possono stroncarti»: il vecchio
Alby avrebbe detto così, l’Alby
che era stato per due anni prima della Mutazione. Newt pensava che
quella
persona non esistesse più, terrorizzato com’era
diventato dopo avere scoperto
cosa li aspettasse fuori dal Labirinto; eppure Alby aveva agito
coraggiosamente
come era vissuto. Forse l’aveva fatto perché
preferiva la morte a quella cosa
che aveva chiamato l’Eruzione,
ma
Newt lo conosceva abbastanza bene da sapere che il leader della Radura
aveva
agito coscientemente. Non per sfuggire a una sorte ben peggiore
– peggiore che essere ucciso da un
mucchio di
sadici Dolenti? – bensì per permettere
ai suoi amici di scappare in un
mondo che sì, potrebbe davvero fare schifo, ma cosa importa?
L’aveva fatto per
permettere loro di vivere.
~~~~~
Gli
occhi di Alby erano ancora rossi per le lacrime. A Newt faceva strano
vedere
quel ragazzone grande e grosso, il capo
dei Radurai, scoppiare a piangere come un pive qualunque.
«Ehi,
faccia da caspio» gli aveva detto, posandogli una mano sulla
spalla. «C’è
davvero tutta quella sploff lì fuori?»
«Peggio.»
Il volto di Alby era scattato così in fretta da costringere
Newt ad arretrare.
«Si
può sapere cos’hai visto? “Terra
bruciata”?
Spiegati meglio.»
«Non
posso, io…» Si era eloquentemente portato una mano
al collo, in ricordo dell’unica
volta in cui aveva cercato di strangolarsi. «Lascia perdere,
Newt. Lasciamo
perdere tutti.»
«Tommy
ha ragione, e lo sai anche tu. Quel Fagio… Beh, si
è dimostrato meno Fagio di
quanto pensavamo, se era nella Radura da prima di noi.»
«Se
provassimo a uscire di qui…»
«…potremmo
scoprire che il mondo non è poi tutta quella sploff che
pensavi. Potrebbe
essere cambiato. E se così non fosse» aggiunse
Newt prima che il suo amico lo
interrompesse «potremmo andarcene via. Ci sarà pur
rimasto un altro posto al
mondo in cui vivere in pace, no? Un posto pieno di verde, dove tutto
cresce
rigoglioso e dove non abbiamo bisogno di un caspio di sole
artificiale… Un
posto in cui varrà la pena vivere.»
Alby
esitava. Non gli stava dando una risposta concreta, ma esitava, e Newt
scoprì
che questo gli bastava.
«Dovremmo
combattere contro decine di Dolenti…»
«E
rischiare di vincere e andare il quel posto di sploff che ti fa tanta
paura,
già. Ma te lo giuro, Alby: se mai lascerò vivo
questo mondo, sarò con te quando
tutto diventerà spaventoso. E allora, per farla breve, non
versare più una
lacrima.»
“Se
hai un dubbio, chiama il mio nome.” Ma non l’aveva
detto.
~~~~~
La
battaglia era scoppiata neanche un minuto dopo il sacrificio di Alby.
Newt
rotea la sua asta irta di filo spinato, mena a destra e a manca,
l’affonda nel
corpo di un Dolente e lo distrugge dall’interno quando la
tira via; viene anche
ferito alla spalla, sulla nuca e tra le costole, ma non sente dolore.
Non più
di quello che gli ha già lacerato il cuore.
Ha
temuto di perdere Alby quando ha visto una delle porte chiudersi
davanti a lui.
Ha
temuto di perderlo una seconda volta durante la sua Mutazione, ed era
certo di
avere perduto per sempre l’Alby che era stato suo amico.
Ma
solo ora comprendeva di averlo realmente perso: la Mutazione ti rende
diverso,
ma la morte ti porta via per sempre. È un concetto
così semplice da capire che
Newt si chiede come non possa essergli stato completamente chiaro prima.
Non
sa quanto tempo sia trascorso dal tuffo di Thomas nella Tana dei
Dolenti, non
sa se la loro missione suicida sia già fallita; si rende
conto solo delle lame
che gli vorticano intorno e gli strappano lembi di pelle. Poi,
d’un tratto, un
Dolente si pone fra lui e la Scarpata. Non c’è
nient’altro, ci sono solo loro
due e un paio di cadaveri umani a incorniciarli.
Newt
abbassa l’asta. Quello che ha davanti è un Dolente
come tutti gli altri, anche
più ferito dei suoi compagni, ma lui non ha più
voglia di combattere; si chiede
se Alby l’ha poi raggiunto, quel mondo verde al quale
anelavano, quel mondo in
cui i fiumi scorrevano ai piedi degli alberi e il sole illuminava tutto
quanto,
quel mondo di cui non si potevano vedere i confini.
Newt
vuole solo rivedere il suo amico, non c’è niente
di egoistico in quel
desiderio, e allora lascia cadere l’asta.
Poi
il Dolente si spegne e così fanno i rumori della battaglia.
Il
resto è silenzio, anche nel suo cuore.
If I ever leave this world alive,
the
madness
that you feel will soon subside.
So
in a word
don't shed a tear:
I'll
be here
when it all gets weird.
Io mica ce la faccio, ad attendere settembre per il film. E dire che
avevo cominciato questo libro per avere un'idea di ciò che
sarei andata a vedere e invece mi ritrovo ad appassionarmi a una coppia
che viene distrutta in un modo tanto cruento! Sì, una
coppia, come la volete chiamare: di amici, amanti, fratelli... Sempre
coppia è, e il loro legame è innegabile,
qualunque sia il suo nome (per questo ho segnato sia "Nessuna" che
"Slash": liberi di pensarla come preferite).
Ah, ciao! Sono talmente sconvolta da quel che ho letto alcune ore fa
che mi dimentico perfino di salutare, che maleducata.
La storia è stata scirtta per l'iniziativa Lá
Fhéile Pádraig (Saint Patrick's Day)
del forum di scrittura creativa Pseudopolis Yard e si basa sui seguenti
prompt:
- Flogging
Molly - If I ever leave this world alive
- Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non
possono stroncarti. (B.SANDS, I
diari di Bobby Sands)
- Il resto è silenzio. (W.SHAKESPEARE, Amleto)
- Verde
Spero che la storia vi sia piaciuta! :)
Medusa,
a Lannister
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