The
Tales of Hogwarts’ Houses
- New
Generation’s Real Adventures -
8.
You can’t, honey… and stay away from her!
‘Cause Romeo said so
Emily
Baston stava attraversando di fretta la Sala Grande, quando dal tavolo
dei Serpeverde partirono i soliti fischi al Portiere del Grifondoro.
Oramai
ne era abituata.
La
partita era un’evento importante, e tutti gli studenti
tifavano come meglio credevano.
Purtroppo
c’era ancora chi cercava di infortunare i giocatori della
squadra avversaria ma, per fortuna, i Grifondoro ne uscivano sempre
illesi con i tranelli che escogitavano Fred e Hugo Weasley.
Fungevano
da guardie del corpo, proprio così.
Qualche
giorno prima della partita, i due cugini, spesso affiancati dal Lily,
seguivano i Giocatori della squadra di Grifondoro dovunqe andassero,
per evitare loro danni e infortuni.
“Ehi,
Baston!Peccato che tu non abbia voluto far compagnia alle Sirene per
sempre” le gridò Harper, un Serpeverde del suo
stesso anno, beccandosi un’occhiataccia da tutto il tavolo
del Grofondoro.
“Pessima
battuta, Harper” sibilò Scorpius Malfoy, sedendosi
al tavolo della sua Casa e servendosi la colazione, “ogni
volta che sento stronzate uscire dalla tua bocca penso che tu sia
sempre più stupido… e che tu non me ne dolga, mi
raccomando”
Il
suo compagno di Casa lo guardò schifato e si
alzò, inciampando nella panca.
“Ehi,
con te facciamo i conti dopo, Malfoy” ringhiò il
gigante Serpeverde, additando il biondo, che stava masticando con calma
una fetta di torta.
“Mhm…
ma sei sicuro di saperlo fare? Contare, intendo”
spiegò meglio Scorpius, guardando candidamente il Harper,
che fremeva di rabbia.
“Malfoy,
questa sì che era una pessima battuta, caro mio”
disse Albus, passando vicino al loro tavolo e scuotendo il capo.
“Ehi,
Potter, non che tu ne sappia fare di migliori, sia chiaro!”
gli rispose ad alta voce, sorridendo ad una Corvonero.
Emily
era appena uscita dalla Sala quando James la urtò, facendola
cadere.
“Baston!
Miseria, stai attenta!” ringhiò Potter,
guardandola freddamente.
Lei
non rispose, aprendo gli occhi e rimanendo immobile a terra come
pietrificata.
A
James balzarono in mente le parole di Ephram e Jude, su Emily, e si
ritrasse infastidito.
“Baston…”
la congendò, voltandosi e dirigendosi verso il tavolo
festante dei Grifondoro.
Si
sentiva un verme, e come se il suo sterno venisse graffiato da
qualcosa, come se qualcuno lo stesse usando come affilacoltelli.
-‘Sai
quello cos’è, Jamie? È
Romeo… saccheggiatore del Gineceo” direbbe Ephram-
pensò James, cercando di ignorarlo.
Emily
rimase a terra, con la divisa spiegazzata, a fissare il portone della
scuola come se nulla fosse successo e nessuno passato.
“Ehi,
vuoi una mano?”
Un
Corvonero l’aiutò ad alzarsi e le sorrise.
“Piacere,
io sono Marcus Corner… tu sei Emily, giusto?” le
chiese con gentilezza, mentre lei lo squadrava.
“Si,
grazie e ora sono in ritardo” lo liquidò Emily,
ripresasi dallo stato in cui Potter l’aveva fatta finire.
Il
ragazzo scrollò le spalle e si passò una mano tra
i capelli, tornando al tavolo della sua Casa e vide Emily uscire dalla
Scuola, diretta agli spogliatoi di Quidditch.
“Pazienza…
che ci devo fare…” sospirò, versandosi
del latte in una tazza.
I
suoi compagni si misero a ridere, scuotendo il capo.
“Ti
andrà meglio la prossima volta, eh?”
James,
intanto, li stava guardando sottecchi dal suo tavolo, mentre Ephram gli
illustrava gli schemi della partita, mischiandoli con ammirazioni per
qualche ragazza, rigorosamente riferiti all’intelletto.
“…capito?
Quindi, Battitore, Cacciatore, io… caspita, guarda Delia
Goldstein… Lily, Albus e… wow, oggi la
Belby…” mugugnava Ephram, mangiando uova e
pancetta.
James
lo guardò distrattamente e annuì.
“Si,
si… ma-” lo interruppe, sempre guardando
l’altro tavolo.
“Ma?”
lo esortò Ephram, bevendo un bicchiere di succo di zucca
“Ecco,
sì… non prendermi per demente quando lo sentirai,
ok?” gli disse James, grattandosi la fronte, “per
te, Corner è carino?”
Ephram
sputò tutto il succo che aveva in bocca in faccia a Fred
Weasley, che stava parlando con Lydia Jordan, la sua ragazza.
“Ma
che sei pazzo, Thomas?” esclamò, mentre la figlia
di Lee rideva sonoramente.
“Cooooosa?
James sei matto?” disse Ephram, sgranando gli occhi,
“scusa,
scusa Fred… Lydia, te ne occupi tu, no? Non vorrei mai
rubarti il ragazzo facendogli io da crocerossina… e poi non
mi si addice, il bianco non mi sta bene” aggiunse rivolto al
rosso.
“Faccio
io, non ti preoccupare… andiamo, malato terminale, vieni che
ti sciaquo la faccia” rise la ragazza, prendendo Fred per la
cravatta e trascinandolo fuori dalla Sala, mentre lui protestava
debolmente (“Mi servono energie per la partita, lasciami
finire la settima fetta di torta!”).
Ephram
li guardò andare via, leggermente sollevato.
“Almeno
è in compagnia…” constatò,
scrollando le spalle, “Stavamo dicen-?”
Thomas
guardò l’amico e si ricordò, facendo
una smorfia, della sua domanda.
“Aahhh,
si… eco, prima che io ti risponda, dimmi solo una cosa
Jamie” aggiunse serio.
James
lo guardò interrogativo, ma annuì, tornando a
guardare i Corvonero.
“Sinceramente,
mi raccomando…” disse Ephram, respirando
profondamente, “da quanto sei gay?”
James
spalancò gli occhi e fece una smorfia.
“Ma
vai a fare il Magonò…”
esclamò, alzandosi rapidamente e dirigendosi verso la porta.
Ephram
cercò di afferrarlo per la divisa, sena riuscirci.
“Allora
non lo sei!” gli gridò, “che bella
notizia! Mi era venuto un colpo…”
sospirò sollevato “non volevo che avesse una
caduta di stile con Corner, sai…”
spiegò a Jenna Goldstein, che annuì stranita.
James
scosse la testa, un po’ turbato un po’ divertito, e
fece per uscire, quando udì uno stralcio di conversazione
tra i Corvonero.
“…
e allora?”
“Eh,
niente, dài, lei mi piace… magari avrò
qualche altra possibilità con Emily” sorrise
Corner.
James
si avvicinò con sguardo quasi feroce.
“Ed
è qui che ti sbagli, bello mio” sibilò,
battendo una mano sul tavolo, così forte da far rovesciare
una ciotola di latte caldo, “E stalle lontano... il nostro
Portiere non dev’essere disturbato inutilmente”
Detto
questo, se ne andò rapidamente, passandosi una mano tra i
capelli neri.
*°*
La
partita si era conclusa con la vittoria dei Grifondoro sui Corvonero,
per 450 a 230.
Era
durata quasi due ore, perché James aveva giocato talmente
male che si era fatto sfuggire il Boccino da sotto il naso per ben tre
volte.
“Ehi,
Jamie, qualcosa non va?” gli aveva chiesto suo padre
all’uscita degli spogliatoi, ricevendo solo un sorriso stanco
e una scrollata di spalle.
Ginny
Weasley aveva arbitrato per Madama Bumb, che era rimasta a scuola, per
la prima volta malata da tanto tempo, mentre Leroy Jordan aveva fatto
il cronista.
Quindici
dei trenta goal li aveva segnati Ephram, mentre altri dieci Albus, con
i suoi fantastici tiri ad effetto e Lily, da centro campo, troppo
impaurita per andare avanti, ne aveva segnati altri cinque.
Era
stata la sua prima partita e non era ancora pronta per andare contro
l’avversario, d’altronde avevano fatto pochi
allenamenti, e lei non aveva giocato molto.
“Brava
Lee, sei stata brava…” si congratulò
con lei Ginny, avvicinandosi e accarezzandole i capelli rossi.
“Ma
potevo fare di meglio..:” sospirò lei,
stringendosi nelle spalle.
“Non
saresti stata umana!Bella, brava, intelligente e un asso nel Quidditch,
questa è una supereroina! Ed è mia
figlia…” esclamò Harry, con gli
occhiali storti sul naso, abbracciandola.
“Non
sei imparziale, papà! È logico che per te sono
bella, brava etcetera, sono sangue del tuo sangue! Come potrei non
risultarti fantastica? Ti auto insulteresti, no?”
osservò Lily.
Ginny
rise e sistemò gli occhiali al marito.
“No,
Lils, devi sapere che tutte le cose belle che possedete le avete prese
da me… e Harry si rode il fegato, vero amore?”
Harry
scosse la testa, ridendo insieme alla moglie.
“No,
Lily… dalla mamma avete preso anche
l’impulsività”
Ginny
si staccò subito da Harry.
“Impulsiva?
Io? Ma se eri tu quello che si buttava a destra e a manca senza prima
pensare!”
Harry
rise ancora più forte, insieme alla figlia.
“E
meno male che non sei impulsiva, mamma”
Ginny
li squadrò, trattenendo un sorriso.
“Mi
state prendendo in giro voi due?”
Harry
e Lily si guardarono morsicandosi la lingua.
“Noi?
Nooo, proprio no tesoro!”
*°*
Scorpius
Malfoy stava uscendo dalla Biblioteca quando qualcuno gli
strappò dal braccio la cinghia e i libri.
“Ehi!”
esclamò, inseguendo Harper dietro un angolo.
Il
suo compagno Serpeverde lo stava aspettando.
Comparve
davanti ad uno stretto corridoio, lungo e illuminato da una miriade di
torce rosse.
“Cosa
vuoi?” ringhiò Harper, tenendo in mano i libri di
Scorpius.
Il
biondo lo guardò con aria beffarda.
“Mah…
fammici pensare… mmh, forse per i libri che mi hai preso
maleducatamente poco fa?” azzardò.
Harper
grugnì.
“Wow,
lo devo prendere per un sì? Ho indovinato?” disse
Scorpius, facendo il sorpreso e spalancando la bocca, con le mani sulle
guancem, “caspita Harper, non me lo sarei mai immaginato!
Devo dire che-”
Non
finì la frase che Harper li prese per il colletto, alzandolo
da terra.
“Fai
ancora il simpaticone, Malfoy?”
Scorpius
si allentò la cravatta.
“No…
io lo sono sempre stato. E ora mollami, Harper, non vorrei romperti
qualche dente” sibilò, il biondo, gelando il
Serpeverde con i suoi occhi di ghiaccio.
Harper,
un po’ stranito dalla determinazione di Scorpius, un
po’ perché era un’idiota, lo
lasciò.
“Bravo,
Harpie, e ora ridammi i libri, per favore” ordinò
Malfoy, spolverandosi la divisa.
Harper
ringhiò qualcosa in risposta, ma non si fece subordinare.
Prese
in mano i volumi di Scorpius e glieli lanciò in faccia,tutti
e tre, mentre il biondo urlava di dolore.
“Ti
sta bene, Malfoy… e, tra noi Serpeverde, niente
rancore” rise Harper, andandosene velocemente come era
venuto, girando l’angolo e urtando un’armatura, che
borbottò contrariata.
Scorpius
non riusciva nemmeno a parlare, talmente gli faceva male il viso.
Un
tomo gli era finito in mezzo alla fronte, tagliandolo, e gli altri due
gli avevano preso l’occhio e la bocca.
Con
il volto sanguinante e la mano che tremava, cercò la
bacchetta.
“Porco
Bolide, l’ho dimenticata…”
sbuffò, tastandosi delicatamente la fronte,
“Ahi!”
Imprecando,
si alzò, e, con una mano sull’occhio, raccolse i
suoi libri.
Uscì
dal corridoio barcollando, e non vide lo studente che stava correndo
per il corridoio.
Scorpius
venne travolto da un uragano, e i libri di entrambi si sparpagliarono a
terra.
Una
folata di profumo di violetta e una mano che lo aiutava ad alzarsi
furono le prime cose che vide.
“Prestare
più attenzione, no eh?” disse tagliente,
strappando dalle mani di Lily Potter il libro che lei gli stava
porgendo.
“Scusa…”
si scusò, “ma...! ma sanguini!”
Lily
sgranò gli occhi e guardò il volto di Scorpius.
“E
sei anche perspicace, maledizione!” esclamò
sarcastico il biondo, “scusa…” aggiunse,
rendendosi conto di essere stato maleducato.
Lily
sorrise. “Non c’è problema, mi basta
sapere cos’hai fatto lì” disse,
indicandò la sua fronte.
Scorpius
sbuffò e arricciò le labbra.
“Nulla,
un libro mi è arrivato in faccia…”
Lily
lo guardò con aria saccente.
“Un
solo libro?” replicò, incorciando le braccia.
“Sei
peggio di Rose….” si arrese Scorpius, sorridendo
“tre, tre libri”
La
ragazza spalancò gli occhi e lasciò cadere un
volume, che raccolse subito dopo.
“Per
Morgana! Come hai fatto?” esclamò, “sei
proprio scemo come sembri se l’hai fatto da solo!”
Scorpius
fece una smorfia e scrollò le spalle, guardandosi intorno,
mentre Lily scuoteva la testa.
“Non
sei bravo a fingere… proprio per nulla. E non hanno messo
nuove armature” lo contenstò, avvicinandosi e
allungando una mano verso il capo del biondo.
Scorpius
si ritrasse di colpo.
“Che
vuoi fare?” chiese allarmato, guardandola sottecchi.
Lily
ridacchiò.
“Non
pensavo che avessi paura del dolore…” disse
beffarda, “ehi, sta calmo, voglio solo vedere cosa ti sei
fatto” aggiunse, quando Scorpius le bloccò il
polso.
“Umpf,
se sei come tutta la tua famiglia ho da dubitare…”
borbottò, abbassandosi per far arrivare Lily alla sua
altezza.
“Senti
chi parla…” bofonchiò lei.
“Certo
che sei bassa” constatò, misurando la distanza di
circa una spanna tra la propria e la sua testa, quando lei si fu alzata.
“Sì,
sì, lo so. James me lo dice sempre… dice che
farei molta compagnia ai Nani di Biancaneve e che appena uno scappa con
Cenerentola, io lo vado a rimpiazzare”
Scorpius
rise e si passò una mano sulla fronte, dimenticandosi per un
attimo del taglio.
“Ahia!”
esclamò, sporcandosi le dita di sangue,
“bleah…”
“Aha!
Scorpius Malfoy che ha paura del sangue! Questa me la segno
sull’agenda!” disse Lily, “e ora vai in
Infermeria, sarà meglio… Madama Chips
è un genio” gli consigliò, seria.
Scorpius
annuì e alzò due volte un sopracciglio.
“E
questo cos’era? Stavi ammiccando?” chiese Lily,
trattenendo le risa.
“No,
stavo controllando se le mie fantastiche sopracciglia bionde non si
fossero rovinate…” scrollò le spalle,
“sarà meglio andare… è stato
un piacere, Grifondoro” aggiunse, facendo un finto inchino,
mentre Lily rideva.
Si
girò e si avviò verso le scale.
La
salutò con un sorriso da cartone animato, grande e con la
bocca più aperta possibile, un po’ per
ringraziarla e un po’ per farla ridere.
Lily
rise e gli fece una linguaccia.
Dopo
la loro vittoria, quella giornata era trascorsa veramente bene.
***
Dedicato a cloe sullivan, grazie mille ed ecco il tuo aggiornamento**
Ringrazio tutti, scusate se non lo faccio uno per uno ma ho un sacco di
cose da fareXDDD In primis comprare un regalo per un matrimonioO_O''
|