Prologo
Prologo
La terra è
divisa in quattro nazioni in lotta fra di loro. In lotta non è
esattamente il termine più adatto: diciamo che tra questi
quattro popoli non corre buon sangue.
I poteri
sono associati ai quattro elementi: aria, terra, acqua e fuoco.
In
ciascuno di essi gli abitanti sono molti, ma solo uno ha il dominio
sull’elemento: “l’avatar”.
Ciascuna
nazione non interagisce con le altre: ognuna viene considerata
dall’altra inferiore, tuttavia si è giunti ad un
trattato di pace, così complesso che non l’ho ancora
compreso nemmeno io.
Secondo il
mio parere potremmo vivere tutti pacificamente insieme, ma il mio
parere non conta.
Il dono di
padroneggiare l’elemento viene trasmesso alla morte dell’avatar
ad un cittadino qualunque che abbia almeno 16 anni.
Chi sono
io, vi starete chiedendo. Sono Percy Jackson, vivo con mia madre
Sally nel distretto che domina l’acqua. Ho 17 anni, occhi verdi
e capelli neri e mossi.
L’avatar
adesso è Poseidone, che non ha nessun ruolo di parentela con
me. E’ molto anziano: molti nel villaggio attendono la sua
morte per scoprire se saranno loro i prossimi avatar.
Io invece
spero solo di non essere il prossimo: essere l’avatar è
una grande responsabilità, ti devi prendere cura di tutto il
popolo, sei il leader e io non voglio assolutamente assumermi questo
compito.
Mia madre
mi definisce un ragazzo complicato. Non sono molto bravo con le armi
quindi non sono utile come soldato. Non sono bravo neppure nei lavori
manuali, come fabbricare armi o trasportare oggetti, perché
non ho un gran fisico.
L’unica
volta che ho provato a tirare con l’arco ho rischiato di
colpire Travis (un mio caro amico); l’unica cosa che mi riesce
bene è la pesca.
Nonostante
tutto siamo sempre rimasti in “pace” con le altre
nazioni, ma era da un po’ di giorni che soffiava una brutta
aria.
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