Fuoco
e Ghiaccio
Faceva
freddo, tanto, ma c’era così tanta pace.
Non
volevo
che finisse, desideravo quella quiete, quell’assenza di
emozioni, di dolore, la
sognavo da tanto, tanto tempo.
Poi...
qualcosa... no, qualcuno... l’ha spezzata!
Perché
l’hai
fatto?
Io
volevo
restare lì!
Non
voglio
andarmene!
Mamma!
Mamma,
non
lasciarmi andare via!
Un
dolce
tepore mi avvolge, cosa lo sta provocando?
Perché
sento
che non scalda solo il mio corpo, intorpidito dal gelo del feretro di
ghiaccio,
ma anche il mio cuore?
Così
desideroso di amore, di affetto e allo stesso tempo agognante di
solitudine e
pace, quella solitudine, quella pace che avevo finalmente raggiunto,
conquistato.
Vattene
dolce tepore, vai via, allontanati da me, che bramo solo il gelo dei
ghiacci
perenni, che non voglio più continuare a soffrire.
Lasciami
al
mio destino di meschino ed egoista!
Il
calore
che mi avvolge aumenta, aumenta a dismisura, cosa sei? Un fuoco divino
con il
compito di bruciarmi, di consumarmi con la tua intensità?
Eppure
non
mi fai male, provochi solo il risveglio del mio corpo, che riprende
calore,
vita, grazie a te, amorevole fuoco, ma davvero mi stai salvando?
Perché?
Per
quale
motivo cerchi di riportare indietro un essere così debole e
indegno come me?
Chi
ti ha
chiesto di farlo?
Un
battito!
C’è
qualcuno
accanto a me, ma chi... sarà colui che ha acceso il fuoco?
Colui
che
non vuole lasciarmi andare?
Un
paio di
labbra fredde ma ustionanti si posa sulle mie, facendo entrare il
calore nella
mia bocca e da lì nel mio cuore... avverto che dovrei sapere
chi mi sta
salvando, chi, grazie all’energia bruciante e vitale e fatale
del suo cosmo, mi
sta riportando alla vita.
E
perché lo
sta facendo?
Il
cuore che
pulsa regolare, forte e sano, mi dona la vita che ha dentro di
sé, privandosene
un battito alla volta, rallentando il suo corso ogni secondo di
più.
Basta!
Calore,
mio
dolce tepore, non donarmi la tua vita!
Come
potrei
andare avanti senza di te?
Ora
che ti
ho scoperto?
Non
abbandonarmi ad un destino di solitudine, ora che mi hai salvato da
essa.
La
stretta
che cingeva il mio corpo si allenta e non voglio che il mio Sole, il
mio fuoco
se ne vada.
Il
gelo che
mi avvolgeva cuore e membra è stato assorbito dal mio fuoco.
Con
grandi
difficoltà assorbo dal mio fuoco una parte del gelo che lo
stava per spegnere e
controllandolo, lo assimilo, lo rendo una parte di me, per sempre,
senza
lasciarmi disintegrare da esso.
Il
mio fuoco
ha bisogno di me!
O
forse,
sono solo io ad avere bisogno di lui...
Tanto
che
solo il pensiero di non poterlo più avvertire, morendo o
lasciando morire lui,
mi è insopportabile, sgradito, e provoca una stretta
talmente forte al mio
cuore, che potrebbe strapparmelo dal petto.
Prendo
un
respiro profondo e per un altro paio di secondi ascolto il tuo cuore
battere,
mio dolce fuoco.
So
che
starai bene, presto ti sveglierai.
Ricambio
ora
il dolce bacio che mi hai dato, anche se tu non lo saprai mai, il
ricordo di
questo bacio sarà la mia ancora per quando avrò
bisogno del tuo calore.
Mi
sono
svegliato, dolce fuoco, tu mi hai salvato!
Hai
portato
calore in un mondo di freddo eterno e indissolubile.
Hai
scaldato
il ghiaccio senza scioglierlo, mio fuoco!
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