L’importanza della luna
Capitolo
2: La bocciatura alle porte
La mattina dopo
essersi sentita male, Usagi si svegliò presto, non
dando la possibilità alla sveglia di suonare. Fece attenzione a non destare
Luna e dopo essersi preparata, uscì per recarsi a scuola. Lasciò solo un
bigliettino per tranquillizzare i suoi sulla sua salute. Voleva un po’ di
tranquillità, cosa che non avrebbe avuto se avesse aspettato il risveglio dei
genitori. Questi, infatti, l’avrebbero riempita di domande e lei avrebbe dovuto
mentire su come si sentiva.
Odiava raccontare loro
delle bugie e non metterli al corrente di come si sentiva. Avrebbe voluto avere
un rapporto di fiducia con i genitori, quello che c’era prima che diventasse
una Sailor…un periodo in cui non vi erano segreti tra
loro.
La ragazza era seduta
al suo posto con la testa appoggiata al banco e si godeva quella tranquillità
mattutina, che sarebbe terminata al suono della prima campanella.
Diversi minuti dopo la
porta di classe si aprì e vi entrarono Ami e Makoto.
Esse furono sorprese di vedere la loro amica già presente in aula e passato quell’attimo di stupore, le due corsero accanto a Usagi.
“Usagi,
hai visto cosa è accaduto ieri sera? I telegiornali non fanno altro che
parlarne. Mi domando cosa abbiano in mente i nostri nemici!” disse Makoto, appoggiando la sua cartella su di un banco.
“Mi sembra evidente, eliminare
la nostra principessa. Gli attacchi alla luna devono essere dei messaggi di
minaccia, in quanto la luna rappresenta Usagi” disse
Ami.
Usagi sospirò “Non solo l’ho visto, l’ho
anche sentito!” disse abbassando la testa.
Le ragazze spalancarono
gli occhi “Cosa vorresti dire?”
“Che nel momento in
cui quegli asteroidi hanno colpito la luna, mi sono sentita come se mi
strappassero il cuore!” disse Usagi, portandosi la
mano proprio dove aveva provato dolore la sera prima.
“Vuoi dire che tu avverti
tutto quello che accade alla luna. Per questo eri sempre strana in questo
ultimo periodo. Sentivi anche l’oscuramento della luna che è causa dell’energia
malvagia dei nostri nemici?” chiese la guerriera di Giove sgranando gli occhi.
Usagi annuì.
“Perché non ci hai
detto niente?” chiese Makoto sconvolta.
“Non volevo farvi
preoccupare. Inoltre non potete fare molto per aiutarmi!” disse Usagi, riappoggiando la testa sul banco.
“Avresti dovuto
dircelo comunque. Avremmo trovato una soluzione e…insomma non devi soffrire da
sola, altrimenti cosa servono le amiche?” disse Minako,
facendo sussultare le presenti, essendo giunta alle loro spalle senza che esse
se ne accorgessero.
“Minako
ha ragione, però…noi avremmo dovuto accorgerci che qualcosa non andava. Anche Mamoru è stato male quando quelli della luna spenta hanno
attaccato il pianeta con il loro potere oscuro!” disse Ami “Era logico pensare
che quanto accaduto alla luna, avrebbe avuto ripercussioni su Usagi. Ognuna di noi è collegato al pianeta che gli dona i
poteri. Che stupida che sono stata a non
pensarci!” disse la ragazza di mercuri, sentendosi in colpa. Si domandava a
cosa potesse servirle il suo genio, se non era stata nemmeno in grado di capire
cosa provasse l’amica.
“Ma non capisco. Ha un
senso che Usagi sia collegata alla luna e Mamoru alla terra e che quindi stiano male se questi
vengono attaccati, ma da quanto ne so, Giove è un pianeta con una forza di
gravità tale da attirare a sé molti asteroidi e io non mi sono mai accorta di
niente!” disse Makoto confusa “Non dovrei stare male
anche io?”
“Credo che siamo in
grado di percepire la sofferenza del pianeta quando questo soffre per cause non
naturali e sia quanto successo a Mamoru e quanto sta
succedendo ad Usagi, è tutto tranne che naturale. È
il potere oscuro dei nemici a fare questo. È l’unica spiegazione plausibile”.
Disse Ami, tirando fuori il suo computerino, per
cercare di cogliere qualche aggiornamento sulla condizione del satellite
terrestre “Ora sembra che la luna sia al suo posto, ma c’è una cosa che mi
sfugge. L’avvicinamento estremo del nostro satellite alla terra che è avvenuta
ieri sera, sia che sia dovuto dai nostri nemici o meno, avrebbe dovuto
provocare uno squilibrio enorme sui mari di tutto il mondo e sulla gravità terrestre,
invece non sembra esserci stato alcun cambiamento. Dubito che i nostri nemici
si siano preoccupati di abbassare la forza gravitazionale della luna in modo
proporzionale all’avvicinamento col nostro pianeta o che abbiano creato una
sorta di isolamento perché non accadessero disastri!” disse Ami confusa, la
quale si aspettava inondazioni a causa di tsunami o
persone e oggetti che improvvisamente cominciavano a volare.
Le ragazze rimasero in
silenzio, cercando di capire il mistero, finchè Ami
ebbe una illuminazione “Non può essere!”
“Cosa?” Chiese Makoto.
“Sei tu Usagi a impedire che ciò avvenga!” disse Ami meravigliata.
“Ma…ma come?” chiese Minako guardando la sua amica, che non aveva ancora alzato
la testa dal banco.
“Nessuna di noi ha un
potere tale da poter compiere una tale impresa, ma Usagi
si, con il cristallo d’argento!” disse Ami “Ho ragione?”
Usagi sollevò il capo, sospirò e annuì “Da
quando ho avvertito che la luna cominciava a essere strana, ho fatto
affidamento al potere del cristallo d’argento, affinché potesse proteggere la
terra, nel caso la luna non avesse potuto, per qualche motivo, compiere i suoi
doveri!”
Le ragazze
spalancarono gli occhi, incredule alle loro orecchie.
Nel pomeriggio le
ragazze si erano riunite al tempio di Rei, mancava solo Usagi
a causa del divieto che sua madre le aveva imposto.
“Non posso crederci,
ditemi che state scherzando!” chiese Rei sbattendo le mani sul tavolino.
Ami scosse la testa.
Lei, Makoto e Minako,
avevano informato della situazione anche Rei, Luna e Artemis.
“Ma è impazzita? Come
può fare una cosa del genere?” chiese nuovamente la sacerdotessa del tempio.
“Avrei dovuto capirlo
che c’era qualcosa che non andava. Usagi è spesso
stanca e anche pallida a volte, come se si sentisse svuotata dalle sue energie.
Ora capisco il perché. Perché non me ne ha parlat?”
disse Luna “Proteggere l’intero pianeta dalle possibili devastazione che lo
squilibrio della luna può causare, le deve costare uno spreco di energie
immane!” disse la gatta abbassando le
orecchie.
“Ha detto che non
voleva farci preoccupare!” Disse Makoto sbuffando. Le
cose finivano sempre per complicarsi quando si nascondevano le cose tra loro,
sebbene non lo facessero con cattiveria.
“Ma ci deve essere
qualcosa che possiamo fare!” disse Minako speranzosa.
“Ha ragione, non
possiamo lasciarle fare tutto questo da sola!” disse Ami determinata.
“Purtroppo ragazze,
non credo che possiate fare qualcosa per aiutarla. Infondo è compito di Usagi proteggere la terra, è pur sempre la principessa
della luna e…” cominciò Artemis, prima di essere
interrotto.
“Non è solo compito
suo Artemis. È compito di tutte noi, come nostro è il
dovere di proteggere lei!” disse Rei arrabbiata.
“Calmati Rei, quello
che intendeva Artemis è che se fosse Marte, Venere,
Giove o Mercurio a causare problemi alla terra, spetterebbe alla custode del
pianeta stesso proteggere il pianeta. La luna è dominio di Usagi
e solo lei può fare qualcosa!” disse Luna, rattristandosi per la sua impotenza
di fronte a quanto stesse avvenendo.
Usagi era tornata a casa e nonostante la
madre le avesse ordinato di mettersi subito sui libri, non poté fare a meno di
buttarsi sul letto. Si sentiva estremamente stanca, quel giorno più del solito.
Non le importava di
scaturire l’ira dei genitori. Quel giorno la voglia di mettersi a studiare era
ancora meno. Si svegliò quando sentì le urla della madre, che entrata in camera,
si arrabbiò vedendola addormentata. Usagi cercò di
farla calmare, ma ci pensò Luna ad aiutarla.
La gatta salì sulla
scrivania della ragazza, facendo cadere a terra il libro di matematica. La
ragazza lo raccolse e cercando una scusa per spiegare alla madre perché non
avesse svolto gli esercizi, vide che la pagina del libro che doveva compilare,
era stata completamente risolta. Usagi guardò con la
coda dell’occhi Luna, la quale le fece l’occhiolino.
Usagi non potè
fare a meno che ringraziare di cuore la sua amica gatta, perché almeno per quella
sera se la sarebbe cavata.
Ma i problemi non
terminarono. Usagi, dovendo compensare altri
squilibri naturali che la luna stava portando a causa del nuovo nemico, per la stanchezza un giorno si
addormentò durante una verifica di storia. L’insegnante Haruna,
non accettando che ciò avvenisse, convocò immediatamente i suoi genitori.
Ami avevano cercato di
svegliarla sperando che non venisse beccata, ma i loro tentativi furono vani.
Ami, Minako e Makoto aspettarono la
loro amica fuori dalla porta dell’ufficio del preside e sentirono i rimproveri
che ella dovette subirsi.
Ikuko si scusava per il comportamento
tenuto della figlia e intimava la ragazza a fare lo stesso. Usagi
obbedì, ma in realtà avrebbe voluto urlare e scappare. Invece si vide costretta
addirittura a promettere che da quel giorno in poi i suoi voti sarebbero
migliorati.
“So benissimo che hai
sempre avuto difficoltà a scuola, ma questo tuo calo drastico dei voti e delle
tue amiche, mi fa credere che voi facciate ben altro che studiare!”disse l’insegnante
Haruna, appoggiata dal preside e infierendo sul
morale della ragazza “Pensavo che frequentare la signorino Mizuno
avrebbe creato in te qualche giovamento, invece vedo che anche lei è calata
nello studio…per non parlare delle altre!”
La porta della stanza
si aprì di scatto e Ami, non potendo sopportare altro, urlando disse “Adesso
basta!”
Ikuko, Usagi,
l’insegnante Haruna e il preside, rimasero di stucco
a tale comportamento.
“Signorina Mizuko, è questo il comportamento da tenere?” chiese il
preside.
“è la stessa cosa che
vorrei chiedere a voi. Usagi non ha niente a che fare
con il mio peggioramento scolastico e mi infastidisce parecchio che accusiate
la mia amica delle mie mancanze!” disse Ami alzando la voce.
“Si, e anche delle mie!”
disse Makoto.
“E mie!” si unì al coro Minako
“Non avete alcun diritto di aggredire così Usagi, se
solo sapeste che persona meravigliosa è e cosa fa per tutti noi!” disse
stringendo i pugni.
“Ragazze!” disse piano
Usagi commossa.
“Io posso giudicarla solo
per quello che vedo durante le ore scolastiche e cioè uno scarso rendimento. Mi
dispiace signorina Tsukino, ma dopo quest’oggi, non credo che tu possa fare molto per evitare
la bocciatura!” disse il preside sfogliando i registri dell’insegnante per osservare
i voti della ragazza.
“Cosa ma…le dia
un’altra possibilità!” implorò Ikuko.
“Mi dispiace signora,
ma le insufficienze di sua figlia sono irrecuperabili ormai!” disse il preside
dispiaciuto.
Ikuko si arrese e rassegnata, salutò i
presenti e se ne andò, seguita da Usagi.
Ecco qua il secondo capitolo. Spero
sia di vostro gradimento.
Fatemi sapere e alla prossima
Bye
Neko =^_^=