Figlio della morte

di Luu
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                                                                                                     FIGLIO DELLA MORTE




Successe nel cuore della notte, una notte senza luna. Successe nel momento in cui le tenebre regnavano indomite e funeste, nel momento in cui la frase dare alla luce sarebbe stato solo uno sporco ossimoro.
Demonio oscuro albergava nel tuo animo fetale e nell’infausta sorte che spettò al mio corpo. Laceravi la mia carne spingendo voglioso di conoscere il mondo, ma la mia forza fu inaspettatamente troppo esigua per contrastare la tua fame di indipendenza. Lacrime di dolore e consapevolezza rigavano il mio volto. Violento come il padre, degno erede del sovrano. Infliggevi fitte atroci come lame affilate trucidando la mia anima portata allo stremo. Le mie grida acute echeggiavano per tutto il castello sfumando gradualmente nell’oscurità dei gelidi corridoi, per poi tornare prepotenti a colmare quel silenzio comune di religiosa attesa. Straziavo le orecchie, ma non i cuori di coloro che udivano il mio pianto. Nessuno ebbe timore che non potessi farcela. Continuavano a dirmi di spingere e che il fato sarebbe stato dalla mia parte, ma ancora ho impresso nella mente quell’istante in cui gli sguardi intorno a me si fecero cupi e dannatamente consapevoli. Si erano accorti della dea Morte alle mie spalle e riflessa nei miei occhi, pronta a mietere il mio spirito impuro.
Sangue, troppo sangue. Una sofferenza eccessiva per un tale processo voluto da madre natura. Figlio bastardo, incarnazione del male, generato dalla violenza di un tiranno e portatore di lugubre destino. Furono la rabbia e l’odio a farti nascere, ma quando mi trovai in bilico tra salvezza e inferno, sentii il tuo pianto e sorrisi.
Avevo creato un mostro, ma in quel momento maledii il cielo per non poterlo veder crescere.




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