Sword's chronicle

di Mariam Kasinaga
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Sword’s chronicle

Prologo

Io sono quella lì, riuscite a vedermi in mezzo a tutta questa confusione? Guardate come quell’uomo mi tiene con forza, urlando come un barbaro, mentre mi inzozzo di fango e sangue secco. A volte vorrei essere altrove, lontano da tutta questa confusione e da questi uomini che combattono per cosa? Per l’onore, la fama o perché sono stati semplicemente costretti dal loro re ad obbedire agli ordini?

Riesco a vedere tutto attorno a me: la Morte sul campo di battaglia, la Disperazione negli occhi del mio uomo. Nulla sfugge al mio sguardo, nemmeno quell’esile corpo rannicchiato e coperto di stracci vicino ad una casa. Una volta, qualcuno ha detto di non essere troppo generosi nel sentenziare giudizi di vita e di morte, ma dopo tutte le cure che ha prestato al mio cavaliere, quella povera ragazza non si meritava certo di stare nella polvere come un cane.

Mi accorgo che, nonostante sia in mezzo alla mischia, Sir Robin lancia qualche sguardo in direzione di quella povera sventurata: forse si sta maledicendo per ciò che ha fatto, per il terribile gesto che ha compiuto in preda all’arroganza cavalleresca ed il suo stupido fanatismo religioso. Percepisco le sue mani stringere la presa su di me ed un attimo dopo allentarsi bruscamente, scagliandomi lontana da lui. Compio un’elegante parabola in aria, meravigliandomi di come il sopra ed il sotto possano confondersi in un immenso, gigantesco caleidoscopio di colori ed emozioni e cado pesantemente a terra.

Sento delle mani tastarmi disperatamente, sollevarmi in aria e, nel momento in cui un colpo si abbatte con forza su di me, ogni cellula del mio essere vibra tremendamente. Vorrei tornare dal mio uomo, urlargli che se Aisha è morta la colpa non è certo mia: l’ho uccisa, questo è vero, ma il braccio che guidava me, una delle migliori spade mai forgiate nei territori dell’Ovest aldilà delle Montagne, era il suo.

Non poteva scappare da questa verità. 





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