Capelli

di Madama Pigna
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Buongiorno cari lettori e care lettrici :) so bene che Sif non è uno dei personaggi più amati, in questo fandom, tuttavia volevo lo stesso dedicarle qualcosina, perché penso che tutto sommato se lo meriti :D
Tutti i capitoli saranno delle Flash, e non avendone mai scritte fin'ora non me ne vogliate se non sono abbastanza soddisfacenti xD come sempre accetto critiche costruttive, purché non deliberatamente offensive, è chiaro.
Buona lettura!
P.s.: essendo collegata a 'Non si sfugge al richiamo del sangue' ma con il POV di Sif, questa fic ripercorrerà alcuni punti di quella trama, e in alcuni casi potrebbe esserci uno spoiler per chi non l'avesse letta (ma metterò un avviso!). In ogni caso non serve conoscere NSSARDS per leggere queste Flash.











La piccola bambina bionda si guardò allo specchio, facendo una giravolta. Aveva il vestitino tutto stropicciato e sporco di terra, memore del tempo passato con i suoi coetanei maschi, ma non era quello l’importante. Lei guardava i suoi capelli: quei meravigliosi boccoli, così eleganti e vaporosi persino in quel momento, il cui oro filato oscurava del tutto le chiazze di fango.
 
Il suo fratellone-one, Heimdall, le aveva detto che li aveva presi da sua madre, la quale, prima di morire dandola alla luce, aveva la chioma più bella e sfavillante di tutta Asgard. La donna era anche una tra le più attraenti e femminili, e probabilmente Sif da lei aveva preso solo il bell’aspetto. Tuttavia le bastava. Oltre a darle quel pizzico di orgoglio e sicurezza in più, era come avere un pezzo della mamma sempre con sé. Il papà, reduce dalla guerra, era spesso sgorbutico con lei, e a volte, nella sua stanza, quando non c’era nessuno a farle compagnia, né Thor né altri, traeva conforto solo da quello.
 
Quella però era una delle giornate buone. Una di quelle in cui suo padre si addormentava sulla seggiola per il troppo alcool, e in cui la bambina era di ottimo umore perché appena rincasata da un pomeriggio di gioco e spensieratezza. Ora, prima di farsi un bel bagno –perché era pur sempre una ragazza e non voleva puzzare come un maschio-, avrebbe osservato per i successivi minuti quelli che la balia aveva sempre descritto come chioma più luminosa del sole, coltivando una vanità che, non lo sapeva, di lì a qualche secolo sarebbe svanita.




 




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