Notazioni Algebriche

di Ariadne Oliver
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Note: Il Charoset (o Haroset) è una delle preparazioni tipiche della Pasqua ebraica. La storia del dispositivo inventato da Hank è un rumor letto non mi ricordo dove a proposito del fatto che nel trailer di Giorni di un Futuro Passato si vede Charles camminare.

 

*

 

Un tempo i suoi occhi gli ricordavano il mare, anche se un mare molto diverso da quello oleoso in cui si erano conosciuti.

Ora gli ricordano quella promessa di speranza che nessuno ha mantenuto, e in cui alla fine anche Charles ha smesso di credere.

Si porta addosso il ricordo di quei giorni come uno scoglio che si porta appresso l'odore della marea che si è appena ritirata.

Non è solo una questione di trasandatezza, di capelli lunghi e sporchi e giacche lise ai gomiti, non è nemmeno nella frustrazione che avvelena ogni gesto.

È qualcosa nell'insieme, una freschezza che si è prosciugata, il preludio della vecchiaia abbatutasi troppo presto su un corpo ancora giovane.

Non c'entra nemmeno l'incidente, è la dove Hank ha piazzato il dispositivo che gli ha permesso di tornare a camminare che Erik sente pulsare quel corpo con più vigore.

Ma forse è solo che la ferita succhia le energie e la realtà ogni residuo di ingenuità.

E a Charles non è rimasto più nulla che non fosse nostalgia o rimpianto.

Gli è successo quel che succede all'uva quando viene messa a seccare al sole, l'oro si brunisce e i sapori racchiusi nel succo si riducono all'essenziale.

Nel Charoset la lingua inciampa per caso in questi sapori d'autunno fuori stagione, ed è una pausa morbida nell'intreccio di sapori secchi dell'impasto.

Una carezza colma di gratitudine per il lavoro dei denti e la lingua.

Un dolce trova la sua ragion d'essere nell'essere mangiato, ma purtroppo Erik non può dire lo stesso di Charles.

È lo scoglio che la marea ha dimenticato di portare via con sé, è il chicco d'uva passita che ha ridotto se stessa all'essenziale.

Sopravvive in una vita che non ha più la sua forma, in un amore di cui si parla all'imperfetto.

La nostalgia Erik l'ha letta tante volte negli occhi di chi condivideva con lui gli spazi angusti del Ghetto e poi quelli desolati del campo di concentramento, ma in quelli di Charles ha trovato qualcosa di diverso.

I giorni di un futuro che Erik gli ha negato per la paura che non divenissero mai reali.

È come avergli conficcato nella schiena un frammento del macigno che lo schiaccia, per dispetto.

E forse Charles lo ha capito ed è per questo che gli è così difficile perdonarlo.





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