Cría
Cuervos
(y te
sacarán los ojos)
Caracas
- Uno dei peggiori bar.
Juanita
indossa il suo vestito rosso.
Se
c'è una cosa che apprezza delle donne latinoamericane, è
che fanno di ciò che indossano un manifesto: un vestito per
loro non è un'appendice di benessere economico o fisico, ma il
simbolo della loro persona.
Quando
entra in quel lurido bar sa che troverà Juanita con gli
orecchini ad anello, le labbra rosse e il vestito rosso a cui non sa
dare esattamente un'età.
Non
sa darla neppure a Juanita, a dire il vero. E se non l'ha mai
esplicitamente domandata è per pura cavalleria: anche Nick
Fury sa che certe informazioni non si chiedono direttamente ad una
donna. Le si trovano, all'occorrenza, è che non gli serve
sapere davvero la sua età anagrafica, quindi va bene così.
Che siano trenta, quaranta o cinquanta portati meravigliosamente bene
non gli interessa, non è la sua peculiarità maggiore.
Juanita
serve quattro bicchieri di rum ad un tavolo e si intrattiene ad un
altro a parlare con due uomini. Uno di loro sembra insistere su
qualcosa e Juanita scrolla appena il viso ed indica con un cenno
della testa altre due ragazze poco vestite, sedute in bella vista al
bancone. L'uomo infine cede, alza due dita di una mano sporca e
Juanita torna al bancone, vuota altri due bicchieri e li porge alle
ragazze. Ci mette poco: giusto un paio di parole e quando loro
prendono i bicchieri in mano li alzano all'indirizzo dell'uomo che li
ha offerti.
Prostituzione.
C'è in tutti i bar di Caracas. Fury riesce a stupirsi di
quanto non sia ulteriormente esplicita.
Juanita
stessa è una prostituta, ma ha l'esperienza e il carisma per
potersi permettere di scegliere quando e con chi o se fare solo la
cameriera.
Solo.
Forse.
Non
ne è assolutamente sicuro.
La
trova una cosa intrigante.
Sono
passati mesi dall'ultima volta che è andato a Caracas. Quando
si è trovato a dover prendere i biglietti aerei per andarsene
in Europa, ha optato per una piccola deviazione.
In
fondo, dopo tutto quel casino, se lo merita.
Lo
S.H.I.E.L.D. è andato a puttane. Tanto vale che ci vada
anch'io.
Prende
posto ad un tavolo, guarda l'orologio e sa che dovrà aspettare
ancora un bel po' prima che gli dedichi la sua attenzione. Ormai sa
anche che ordinazione farà, ci mette un nulla a tornare con la
bottiglia di rum e due bicchieri, glieli lascia sul tavolo senza
aggiungere altro che una lunga occhiata dal suo unico occhio nero.
Come
abbia fatto a perdere l'altro Nick non lo sa – e neppure l'ha
mai scoperto – ma d'altronde non le ha neppure raccontato di
come ha perso il suo.
Forse
però dovrà spiegarle perché ora lui indossa gli
occhiali scuri e non una benda di cuoio come al solito – quella
di Juanita è di raso nero.
Una
volta un uomo l'aveva notato e le aveva domandato ad alta voce se
fossero parenti.
"Jemelos"
aveva semplicemente risposto Juanita, ed in quella semplice parola a
Nick era sembrato di percepire qualcosa di più che una
semplice battuta.
Sono
passate le tre di notte, il proprietario del bar ha cacciato fuori
gli ultimi clienti ubriachi. Juanita lo ha fermato mentre si
avvicinava al tavolo di Nick: "No él." Gli ha
semplicemente detto, senza smettere di passare lo strofinaccio umido
nei bicchieri prima di risistemarli sul piano. Senza ulteriori
parole, l'uomo le lascia le chiavi ed esce.
Juanita
spegne le luci del bancone, chiude la saracinesca, si siede al tavolo
di Nick e finalmente le labbra rosse si appoggiano al bicchiere di
rum che le ha versato da ore: "La mierda."
"Sì,
non è dei migliori."
"No,
i tuoi occhiali. La mierda. Quasi non ti riconoscevo."
"Erano
in saldo."
"Cambiali."
Fury
si vuota un altro bicchiere e fa altrettanto con il suo: "Siamo
di brutto umore, oggi, uh?"
Lei
alza lo sguardo al cielo: "Mal tiempo, mi ojo duele."
Si sfila da sotto la sottana un porta sigarette, se ne prende una
fatta a mano e un'altra la offre a Fury: "Questo lo calma un
po'." Fury tentenna giusto un secondo prima di accettarlo e
accenderlo con lo zippo. Juanita sogghigna complice: "Polmone
sinistro o destro?"
"Entrambi."
Tossisce e poi butta giù il saporaccio del sangue con un altro
sorso di liquore.
"Due
fori nel sinistro e tre nel destro."
"Il
tuo celebre intuito?"
"No,
esce il fumo. Togliti la maglia, ti sono saltati i punti."
Gli
disinfetta le ferite con del rum scadente e tira fuori dal bancone
una rudimentale cassetta del pronto soccorso: "Ho la mano ferma,
no te preocupes."
"Non
sono preoccupato. Mi chiedo solo dove hai imparato a cucire così
bene."
"Mia
madre. Era una sarta."
"Pensavo
che assistessi i feriti dopo gli scontri con la polizia. Ce ne sono
parecchi qui, ultimamente."
"A
volte. Se è la gente giusta." L'occhio nero fissa dritto
il suo: "Ho intuito, lo sai."
Beh,
alla luce dei fatti, sì. Se ne rende conto solo in quel
momento.
L'occhio
nero di Juanita è l'ultima cosa che ricorda prima di svenire.
Una sparatoria, un proiettile che gli trapassava la gamba, il suo
inseguitore che se ne ritrovava due in testa. Un vicolo, due, tre.
L'allarme dato via radio e la gamba che perdeva troppo sangue.
Una
donna con un vestito di pizzo verde che passeggiava con una sigaretta
tra le labbra.
E
una benda di raso su un occhio.
La
fortuna non è una dea bendata, ma una puttana guercia.
Si
era risvegliato tra le lenzuola lise di un letto dal materasso
sfondato. Aveva imprecato e bestemmiato e quando aveva provato a
muoversi nella stanza era entrata la donna dalla benda di raso e gli
aveva intimato nel suo accento latino di starsene fermo. Poi aveva
alzato appena le tende alla finestra per far filtrare la luce fioca,
così da permettergli di guardarsi attorno e controllare la
ferita. La gamba era gonfia e tumefatta, ma le bende pulite e la
medicazione sembrava eseguita correttamente.
"Tranquillo,
l'ha fatta un medico." Spiegò lei porgendogli un
bicchiere d'acqua e una compressa di antidolorifico: "Uno di
quelli a cui non piace chiacchierare."
"E
chi me lo assicura?"
"Io."
"Saresti?"
"Juanita."
Il nome, solo quello come garanzia, e le labbra vermiglie piegate in
un mezzo sorriso mentre si allontanava nella stanza attigua. Fury non
si fidò di un sorriso o di una bella donna con un occhio solo,
ma dalla sua pistola carica che gli aveva lasciato nella fondina dei
pantaloni, appesi per la cinta ad un piolo vicino al letto. Ritornò
con un piatto e una bustina con posate di plastica: "Arroz y
Chorizo."
Fury
finse di scoprirsi affamato. Finì il bicchiere d'acqua e si
dedicò al cibo, gettando occhiate attorno per studiare
l'ambiente.
Quattro
pareti ingiallite, una sedia, un cassettone sbeccato, una cassetta di
legno con delle cipolle, un tavolino da notte e il letto su cui era
seduto.
Rumore
di auto e clacson dalla finestra, voce di donna che urlava qualche
ingiuria a tale Pedro.
Stoviglie
che venivano spostate nella stanza di fianco. Juanita che rientrava
con una caraffa d'acqua, più fresca di quella nel bicchiere.
"Da
quanto tempo sono qui?"
Lei
gli prese il braccio e controllò l'orologio da polso:
"Diciotto ore. Il medico finirà il turno in ospedale tra
poco, se nessuno lo fermerà per strada passerà di qui.
Hai tempo di aspettarlo?"
"I
miei uomini sono già in città, preferisco farmi
prelevare da loro. Dolcezza, sei stata molto gentile" Lei alzò
il sopracciglio. "Non prenderla sul personale."
"Ci
mancherebbe. Immagino che avrai una ricetrasmittente, una di quelle
che inviano l'allarme appena urli, la tocchi o ci scoreggi sopra.
Vedi di farti venire a prendere senza dare nell'occhio: ho anticipato
i prossimi due mesi d'affitto, non voglio perderli per un qualche
casino. Se vuoi pisciare, il cesso è in fondo al corridoio."
Diretta
e calma. Non una donna qualunque, ma una che sa indirizzare bene.
Qualcuno del mestiere.
"Per
chi lavori?"
"Per
Rico a due dollari l'ora. Come cameriera." Rispose con il suo
ghigno vermiglio. Poi reclinò la testa di lato: "Ma per
venticinque dollari..."
"Tutto
qui?"
"Questa
è la tariffa base per gli americani."
"Quindi
dovrei credere che per primo lavoro fai la cameriera, di secondo la
prostituta, e come hobby salvi sconosciuti colpiti da pallottole?"
Juanita
rispose con una mezza risata. Prese il piatto vuoto e si allontanò
dal letto: "Solo se mi sono simpatici a prima vista."
Con
la testa che girava e la debolezza per la mancanza di sangue, Fury
aveva infine optato per aspettare il medico. Con una mano sulla
fondina.
Si
era presentato quasi al tramonto, un giovane uomo con la barba
incolta ed i capelli arruffati che Juanita aveva pettinato con un
gesto affettuoso della mano. Aveva cambiato le medicazioni, fatto
un'altra puntura di antibiotico ed estratto da una piccola borsa
termica una sacca di sangue per una trasfusione. Fury aveva provato
ad opporsi, ma alla fine la ragione aveva preso il sopravvento: la
sacca sembrava intatta, nessun segno di modifica, con numeri
distintivi sanitari non contraffatti.
Medico
e Juanita erano poi usciti insieme dalla porta.
Dai
rumori che venivano dalla stanza di fianco Fury aveva capito che le
visite a domicilio non erano gratis, a Caracas.
"Hombre?"
Piccoli schiaffi sulle guance. Fury aprì gli occhi di scatto e
si ritrovò davanti il viso di Juanita. Le tende erano aperte,
la luce dorata dell'alba irrorava la stanza. "Sono tornata dal
lavoro. Ti ha cercato un uomo, al bar."
"Ha
detto il mio nome?"
Juanita
alzò l'occhio al cielo: "Hombre, no lo sé tu
mierda de nombre." Gli ricordò; poi si sfiorò
la benda: "Ha detto solo che se ti avessi visto, ti avrei
notato.”
"Nick.
Mi chiamo Nick. E lui te l'ha detto, il suo?"
Lei
scosse la chioma corvina: "Voi americani credete di essere
misteriosi, se non dite i vostri nomi. Intrigantes. Al
contrario, siete solo degli anonimi cojones. Non gli ho detto
nada."
"Descrivimelo."
"Non
tanto alto, pelado, brutti occhiali. Sudoroso."
"Sitwell.
Uno dei miei. Avresti potuto dirgli dov'ero."
"Non
mi ispirava fiducia."
A
Fury scappò quasi da ridere: "Non è un
fotomodello, ma è uno dei miei. Garantisco. Lo è da
molto tempo."
"L'hai
addestrato tu?"
"Anche."
"Sei
circondato da molti uomini? Addestrati da te?" Nick fece un cenno
vago con la testa e lei sbuffò: "Cría
cuervos y te sacaràn los ojos."
"Cosa?"
"Entendiste.
La gamba?"
"Va
meglio. Fa meno male di prima."
"Il
dottore ti ha cosparso le bende di cocaina. È più
facile da trovare di un anestetico." Juanita prese una busta di
carta, ne estrasse del tabacco, si arrotolò una sigaretta e
l'accese offrendogliene un tiro."Hai già chiamato i tuoi
uomini?"
"Non
ancora." Prese la sigaretta tra le dita e ne aspirò una
boccata. Le chiese se fosse solo tabacco e lei rise forte,
avvicinando la sedia al letto e sedendosi a cavallo dello schienale,
incurante di come l'orlo della gonna si arricciasse tra le gambe.
Un
altro tiro al sigaretta per lei, un altro per Nick, un occhio sulle
gambe brune e sul tatuaggio sbiadito nell'interno coscia che
intravedeva tra le pieghe della sottana. Juanita intercettò il
suo sguardo e gettò all'indietro la testa ridendo, facendo
ondeggiare i riccioli sulla pelle umida di sudore delle spalle nude.
E gli ricordò che nella tasca dei pantaloni aveva trenta
dollari in contanti.
"Hey,
donna intuitiva" Lo spallino del vestito rosso le è
scivolato lungo il braccio, il seno destro è in bilico
sull'orlo della scollatura, come se fosse indeciso se scivolare fuori
o meno. È uno spettacolo piacevole, ma prima di goderne
appieno Fury deve togliersi almeno una curiosità su Juanita:
"Avevi capitò che Sitwell era un figlio di puttana,
giusto?"
"Non
offendere noi puttane. Chiamalo bastardo o stronzo."
"Come
avevi fatto?"
"Intuito."
"Intuito
un cazzo. Avevi visto, sentito qualcosa?"
"Rilassati,
o non riuscirò a cucirti bene questa a lato. Ya te lo
decìa: intuito."
"E
come facevi a sapere che ero circondato da figli di..."
L'ago
da sutura punzecchia insistente la pelle sana: "Nick..."
"...da
bastardi?"
"Por
Dios, Nick, siamo a Caracas: con la lealtà non ti ci
pulisci neanche il culo. Ogni uomo di potere è circondato da
bastardi. Chi non ha soldi fa il cane di qualche ricco per un po'. Si
lascia bastonare, si lascia saziare dagli avanzi: quando poi vede
cosa gira nelle mani dal padrone, la sua fame diventa di denaro, e
quella non ti sazia mai.”
"È
così che hai perso l'occhio?"
Juanita
ferma il suo lavoro e lo fissa con uno dei suoi ghigni scarlatti:
"No, Nick. L'ho donato a Dio in cambio dell'intuito."
Avvicina il suo viso al petto, trancia il filo di sutura dall'ago con
i denti e poi gli si siede a cavalcioni in grembo.
Le
mani di Nick risalgono le gambe e scivolano sotto le pieghe della
sottana. "E il tuo intuito che suggerisce ora?”
“Che
stai scappando. Ma non perché sei un codardo.” Le mani
di Nick si fermano. “Avevi tanti uomini sotto il tuo comando.”
“Non
ti ho mai detto questo.”
“Appunto.
Un uomo con tanto potere e responsabilità non lo sbandiera ai
quattro venti; un uomo con poco potere e tanta stupidità
invece se ne vanta. Soprattutto con una donna, anche se è una
puta.
Sei
americano, le notizie importanti arrivano anche qui: qualche giorno
fa un'agenzia paramilitare americana è praticamente stata
distrutta. Casi
un golpe entierno,
da quello che hanno detto. Ora ti ritrovo qui, senza la tua benda e
il tuo cappotto, con i polmoni bucati. Mi ci gioco il braccio destro
che non è un caso. No
es asì?”
“Rischieresti
di essere una puttana senza un occhio e senza un braccio?”
“Posso
lavorare con un braccio solo. Lo sai.”
“Ad
ogni modo, ne ho avuto abbastanza di persone con braccia artificiali
per un bel po' di tempo.” Taglia corto, tornando a liberare la
pelle della donna dalla stoffa rossa.
“Lo
siento.”
Ridendo, Juanita sfrega il bacino e getta all'indietro la testa: “Hai
il portafoglio quasi più gonfio del tuo pacco.”
“Beh,
non mi sono sparato tutte queste miglia per una sveltina contro il
muro.”
Senso:
questa fic non ce l'ha.
È
nata plottando una stronzata (perdonate il francesismo, ma non si può
descrivere in altro modo) con Dragana
e Alley
su FB.
Vi
ricordate le pubblicità del Pampero, quelle del 'Solo nei
peggiori bar di Caracas'? Una raccontava della bellezza e delle
labbra rosse di tale banconera Juanita.
Un'altra,
solo fotografica, era questa.
L'ideale per Nick.
Avrebbe
dovuto esserci del p0rn: mi sono resa conto che Nick Fury mi ispira
qualsiasi cosa tranne che del P0rn.
Ognuno
fa quel che può. Ho incontrato anche questo limite.
Cría
Cuervos e te Secaràn los ojos è un proverbio spagnolo,
la cui traduzione è: “Alleva corvi e ti caveranno gli
occhi.”
Questa
Fic è al solo scopo di cazzaraggine: per cui, se vi piace, i
vostri commenti saranno ben accetti. Ma anche se non vi piace e
desiderate muovere una critica costruttiva.
Vi
ringrazio comunque e apprezzo lo sforzo di averla letta.
Per
tutto il resto c'è MasterStark, e la Storia Infinia che devo
finire. (E, nel caso, anche il mio ask)
Sigh.
Alla
prossima,
Se
vorrete,
EC
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