Il regno
animale
Capitolo
uno
La
tartaruga e lo squalo bianco
Capace
di rifuggire i pericoli rintanandosi all’interno del suo
guscio, la tartaruga simboleggia anche la calma ed il procedere per
gradi.
Benedict si era sempre considerato un tipo
più razionale che romantico. Forse era proprio per questo
che, passati i trenta e verso i temibili “anta”,
ancora non aveva realizzato uno dei suoi più grandi
desideri: diventare papà. Tutto a causa del suo pensare
troppo, si era detto un giorno. Si riteneva un tipo indeciso, pensava
alle cose dieci volte prima di farle, soprattutto – e forse
particolarmente – nella vita privata. A volte pensava di
essere stato una tartaruga nella sua vita passata. Riflessivo e un
po’ lento, si rinchiudeva nel suo guscio eliminando il mondo
circostante per pensare meglio. In molti gli avevano detto che
infondeva tranquillità e che sembrava un tipo stabile.
Decisamente una tartaruga. Come contraddirli? Forse era un
po’ troppo stabile. Forse per fare qualcosa di spaventoso e
meraviglioso come avere dei figli ci si deve solo buttare, aveva
pensato Benedict una volta. Ma ecco che iniziava a pensare
“Buttarsi, sì, ma con chi? Verso dove? Dovremmo
fare in modo di cadere in piedi, poi. In questo momento non credo che
sarei in grado di cadere in piedi, forse è meglio
aspettare.” Era un circolo vizioso, quello in cui cadeva
quando pensava a queste cose. Immaginava il futuro ma non si rendeva
conto del presente. Perché era facile avere buone
intenzioni, fare fioretti e buoni propositi, quando gli mancava la cosa
fondamentale per metter su famiglia: una ragazza.
«Una ragazza?»
«Sì, una ragazza.»
«Ma per ragazza intendi…
adolescente?»
Josh piegò la testa di lato e aggottò
le sopracciglia. «Come mei ti interessa tanto?»
Benedict si strinse nelle spalle. «Solo
curiosità. Voglio dire, è già raro che
una donna scriva libri di questo genere, se poi aggiungi anche che
è giovane direi che è qualcosa degno di nota, no?
Volevo sapere.»
«In effetti a quindici anni è molto
più facile scrivere storie fantasy», concesse Josh.
«Ha quindici anni?!»
«No, era per dire. Ne ha
ventitré.»
«Oh…» Benedict era piacevolmente
stupito. Quando, due settimane prima, aveva ricevuto la sceneggiatura
da Josh l’aveva letta tutta in un paio d’ore scarse
e aveva trovato la storia interessante. Aveva chiamato Josh e si erano
messi d’accordo per incontrarsi nell’ufficio di
lui, per sapere quali altri attori fossero stati scelti per i provini,
chi sarebbe stato il regista, e in generale che tipo di produzione
volevano iniziare. Quando aveva saputo che la storia era stata tratta
da un libro aveva subito esclamato che doveva aspettarselo: una
sceneggiatura del genere implicava per forza un libro dietro. Quando
poi Josh gli aveva detto che era stato scritto da una ragazza, Benedict
era andato in visibilio. Amava trovare l’arte nei luoghi e
nelle persone più inaspettati, soprattutto se proveniva da
qualcuno cui non avresti dato un penny, a vederlo. In effetti non
avrebbe mai detto che un libro così fosse stato scritto da
una giovane autrice al suo libro d’esordio, avrebbe
immaginato qualcuno come Irwin Welsh o Chuck Palahniuk1,
un uomo sulla
trentina che incuteva un leggero timore.
«Come si chiama?»
«Yasmine Casterlane.»
«Credo che lo leggerò.»
«Anche se non otterrai la parte?»
Benedict alzò le spalle.
«Perché no?»
«Perché no non dovresti leggerlo o
perché no non dovresti ottenere la parte?»
«Perché non dovrei leggerlo? Ma anche la
seconda, insomma… hai detto che ci sono buone
probabilità che scelgano me.»
«Il regista, a quanto ho capito, sta spingendo
perché la scelta sia fra te e attori del taglio di Sam
Clafin.»
«Ricordami chi è esattamente»,
Benedict aggrottò le sopracciglia.
Josh fece una ricerca per immagini su Google e poi
girò il pc di modo che anche Benedict potesse guardare i
risultati. «Diciamo che è un attore che piace
molto, al momento… come te, fra l’altro. Ma credo
che tu abbia maggiori possibilità, più che altro
per come la produzione verrà impostata. La storia ha
tematiche molto oscure, è contorta. La immagino come una
pellicola a metà tra il sogno e la veglia.»
«Un sonno piuttosto travagliato»,
commentò Benedict.
«Infatti. Un attore giovane come Clafin
difficilmente interpreta pellicole del genere proprio quando comincia
ad essere notato dal grande pubblico. Se fossi io il suo agente, glielo
sconsiglierei, per quanto la produzione possa essere interessante.
Sarebbe rischioso e prima sarebbe meglio consolidare
l’attenzione che i media e i produttori hanno per
lui.» Josh rigirò il computer e chiuse la pagina
di Google. «Leggi il libro, potrebbe aiutarti.»
«Credo che lo farò. A quando i
provini?»
«Credo fra due o tre settimane. Ti mando una mail,
d’accordo?»
Benedict si alzò e salutò il suo agente. Fuori
dagli uffici guardò il cielo e si strinse nel cappotto con
più decisione, intenzionato a lasciare il freddo fuori dalle
ossa. Era passato il periodo più freddo dell’anno
ma era fine Febbraio e il clima londinese, personaggio volubile, aveva
deciso di ghiacciare ancora un po’ le strade. Vero era che
Benedict era particolarmente freddoloso, quindi camminava a passo
svelto con le mani affondate nelle tasche e strette a pugno. Si
rifugiò presto in una libreria, dove sapeva avrebbe trovato
ciò che stava cercando. Si diresse subito verso il commesso
più vicino.
«Salve, sto cercando un libro pubblicato da pochi
mesi. Il titolo è “La conversione di
Philip”, di Yasmine Casterlane.»
«Ma certo, seguimi.» Il commesso condusse
Benedict entro un dedalo di scaffali e poltroncine più o
meno tutte occupate. La musica soffusa della radio si faceva sentire ma
non era ingombrante. Il commesso si fermò nella sezione
delle ultime uscite e scelse un libro da una delle colonne
più fornite. «A te.»
«Grazie.»
L’uomo si esibì in un sorriso di
cortesia e se ne andò, mentre Benedict esaminava il libro.
Aveva la copertina rigida, una sovra copertina spessa e abbastanza
pagine da poterlo intrattenere per un po’. Era un lettore
accanito. Quando trovava un libro che lo interessava poteva leggerlo in
due giorni, a costo di non fare altro per tutta la giornata. Il titolo
era scritto in ampie lettere gialle e il disegno che vi campeggiava era
“La conversione di San Paolo”, di Caravaggio. Per
la precisione si trattava della prima versione del dipinto, detto anche
“Caravaggio Odescalchi”, dal nome della famiglia
alle quale apparteneva. Benedict non sapeva tutte queste cose, non si
poteva ritenere un esperto di arte a quei livelli, ma aveva
già visto il quadro e sapeva riconoscere un dipinto di
Carvaggio o per lo meno caravaggista, quando ne vedeva uno.
Comprò il libro e, appena arrivato a casa, iniziò
a leggerlo sprofondato sul divano.
Il
grande squalo bianco è risultato essere l’animale
dal morso più potente fra gli attuali abitanti della terra.
«Non posso credere che faccia ancora
così maledettamente freddo. Voglio dire, siamo a Marzo! Io
voglio il sole, voglio andare in giro con le maniche corte e la
gonna.» Yasmine gettò il giubbotto sul dorso della
sedia e si srotolò la sciarpa dal collo, incastrandola nel
cappuccio.
Dominic fece un mezzo sorriso e scorse la lista di nomi che
aveva davanti. Era già d’accordo con Jerry,
produttore escutivo, per la scelta dei protagonisti, ma nonostante il
ruolo di regista non era riuscito a far pesare la sua decisione.
Yasmine aveva detto che voleva assolutamente fare dei provini e
assistervi, soprattutto per gli attori che avrebbero interpretato ruoli
principali. L’agente di Yasmine era decisamente in gamba e,
in pratica, se volevano produrre quel film lei doveva approvare tutte
le scelte. A Dominic non dispiaceva la cosa, per il momento. Gli era
parso di capire che la ragazza volesse solo assicurarsi che il film non
distruggesse il libro e lo trasformasse in qualcosa di
“ispirato da” piuttosto che “basato
su”. Era una cosa che capiva e non aveva la minima intenzione
di distruggere l’opera di Yasmine, che lo aveva colpito
parecchio.
La ragazza, per parte sue, non voleva risultare antipatica o
dispotica, ma in nessun modo avrebbe permesso che rovinassero il libro
che aveva impiegato quasi quattro anni a scrivere, fra un esame di
università e l’altro. Non avrebbe mai permesso che
cambiassero i suoi personaggi, che adattassero al grande schermo le
situazioni solo per renderle più piacevoli, per edulcorarle
o perché fossero apprezzabili dalla massa. Era decisa a non
demordere, se le decisioni prese sarebbero state contro la logica o lo
spirito del suo libro. Avrebbe trattenuto Dom e Jerry in una morsa come
lo squalo bianco trattiene le sue prede, senza lasciarli andare fino a
che non avrebbero ceduto, piuttosto di vedere la sua opera diventare
una pellicola sputa-soldi per i produttori. Aveva un contratto che
certificava che lei poteva consigliare ciò che voleva al
regista e ai produttori, ma ancora non l’aveva firmato. Era
entusiasta del fatto che dal suo libro sarebbe stato tratto un film, ma
aveva ancora paura di siglare quell’accordo, che a ben vedere
non era molto vantaggioso per lei dato che ad avere l’ultima
parola era Jimmy. Quando avevano discusso sugli attori da scegliere
Yasmine pensava fosse troppo presto, dato che non aveva ancora firmato,
ma sospettava che Jimmy e Dominic volessero incoraggiarla e mostrarle
quanto erano bendisposti nei suoi confronti.
Quello era il motivo per il quale erano lì tutti e
tre: la scrittrice, il regista e il produttore. Tutti in fila seduti su
delle comode sedie di fronte ad uno spazio vuoto, ad attendere quello
che agli attori nella sala affianco sembrava un momento crudele e
ingiusto, come un esame orale all’università o per
alcuni, addirittura, come la passeggiata di un coccoloso coniglietto
davanti ad una famiglia di alligatori.
Dopo tre ore avevano esaminato quattro degli attori che avevano
chiamato per i provini e, anche se Jerry era molto soddisfatto e
Dominic attendeva di vedere tutti i candidati prima di decidere,
Yasmine aveva il naso sempre più arricciato in una smorfia
di disapprovazione.
«Ne mancano solo due», disse Jerry
guardando i nomi. «Il primo è Sam Clafin. Negli
ultimi quattro anni ha preso parti a produzioni come Hunger Games,
Pirati dei Caraibi, Biancaneve e il Cacciatore e altri film del
genere.»
«Insomma, non ha proprio esperienza in film di
questo genere», sottolineò Yasmine alzando le
sopracciglia con atteggiamento critico.
«Ti sei proprio svegliata con la luna storta oggi,
eh?», osservò Dominic accigliato.
La ragazza sbuffò. «Non sono del tutto
convinta. Ma in fondo gli esperti siete voi, se avete visto qualcosa
che io non ho notato per scarsa esperienza vi prego di dirmelo. Al
momento i miei occhi vedono solo balbettanti bambocci.»
«Mi sembra di essere in una versione
cinematografica di Masterchef.»
I tre risero e il ragazzo entrò. La prima cosa che
non andò giù a Yasmine fu che probabilmente
poteva essere considerato un bel ragazzo da chiunque. Lei certo non ci
avrebbe sputato sopra. Peccato che il suo personaggio non fosse un
adone, almeno come lo aveva immaginato lei. Era un ragazzo normale. Il
suo disappunto calò un poco quando recitò la
parte con evidente entusiasmo, senza essere troppo teatrale e nel modo
in cui Yasmine aveva immaginato la parte. Era solo un po’
troppo belloccio e aveva quell’aria dolce che difficilmente
gli avrebbero strappato dalla faccia, ma d’altronde Yasmine
si disse che se stava a guardare tutto non sarebbe mai stata
soddisfatta del risultato.
«Mi piace», esordì non appena
quello fu uscito dalla stanza.
«Sia lodato il cielo!»,
esclamò Jerry alzando occhi e braccia al soffitto.
«Aspetta di vederli tutti quanti, abbiamo ancora un
candidato. Benedict Cumberbatch, trentacinque anni, è
diventato famoso con la serie televisiva della BBC Sherlock, e ha
partecipato come protagonista anche a Star Trek, Il quinto potere e The
imitation game.»
«È troppe vecchio», disse subito
Yasmine. «Philip ha ventisette anni. Non voglio che sembri
come in uno di quei telefilm per adolescenti dove un diciassettenne
viene interpretato da uno che ha trent’anni.»
«Come età ci siamo quasi, e sai che
oggigiorno possiamo fare di tutto per ringiovanirlo un
po’.»
«Certo preferirei non usare tutti i soldi della
produzione per togliere delle rughe dalla faccia di un
attore», commentò Jerry.
«Il personaggio di Philip è molto contorto, ha dei
demoni oscuri nell’animo», intervenne Dominic.
«Io credo che con un attore più anziano il
personaggio potrebbe solo migliorare. Sarebbe più autentico,
avrebbe più credibilità.»
La porta che si apriva li interruppe. La signorina che si
occupava dell’accoglienza fece entrare Benedict con un
sorriso, poi si richiuse la porta alle spalle silenziosamente. Il
cameraman accese la videocamera e iniziò la nuova
registrazione.
«Buongiorno», esordì Benedict
con un leggero sorriso un po’ tirato. Gli sembrava di essere
tornato alla scuola di recitazione, quando per ottenere le parti dovevi
lottare con le unghie e con i denti. Da tre o quattro anni i ruoli gli
venivano offerti, praticamente regalati. Questo era uno dei motivi in
più che lo aveva spinto a desiderare quella parte: non
voleva adagiarsi sugli allori, abituarsi al fatto di essere un attore
richiesto e sopravvalutare le sue capacità. Un provino gli
avrebbe fatto bene, e forse non passarlo gli avrebbe fatto anche meglio.
«Prego», disse Jerry invitandolo a
cominciare.
Yasmine dovette ammettere che Dominic aveva ragione. La
maturità dell’uomo faceva la differenza. Il signor
Cumberbatch era molto più credibile come Philip
più di quanto lo era stato l’attore che avevano
visto prima. Il fatto era che l’immagine di Cumberbatch
cozzava troppo con quella di Philip che lei aveva nella sua testa.
Perlomeno l’altro ragazzo, Clafin, poteva quasi immaginarlo,
con i capelli un po’ in disordine e la barba leggermente
incolta, nei panni del suo personaggio. Ma quell’uomo, alto e
dinoccolato, dal portamento elegante, fiero, non riusciva proprio a
vederlo come Philip. Sembrava un tipo rigido e per niente alla mano,
con la puzza sotto il naso. Yasmine non si permetteva certo di
giudicare a prima vista, ma dati i novanta minuti in cui sarebbe stato
su pellicola, credeva che la prima impressione potesse essere decisiva
per gli spettatori.
Non appena l’uomo lasciò la sala,
ringraziandoli, la ragazza si esibì in un deciso no con la
testa, facendo muovere a destra e a manca la lunga coda alta di capelli
neri e sottili, liscissimi. «Dobbiamo andare per
voto?»
«Be’, per la verità io non
avrei ancora deciso», disse Dominic. «Preferirei
riguardarmi con calma le registrazioni e decidere.»
«Questo significa che tu hai già deciso,
comunque», osservò Jerry.
Yasmine sorrise. «Già. Ma ne discuteremo
quando avremmo deciso tutti e tre.» La ragazza si mise la
borsa in spalla e prese con sé sciarpa e cappotto.
«Vorrei comunque riguardare quelle registrazioni. Potete
inviarle a Pamela, lei me le farà avere. Grazie della
pazienza. Signori, è stato un piacere», disse a
mo’ di saluto.
1) A chi interessasse Irwin Welsh e Chuck Palahniuk sono due autori che
definirei controversi. Ho letto un libro di entrambi, i più
famosi: rispettivamente "Trainspotting" e "Fight Club". Li consiglio
entrambi, sono molto belli (sia i libri che i film che ne sono stati
tratti), ma diciamo che sono per stomaci forti.
Buonsalve a tutti!
Non pubblico una storia da molto, mooolto, mooolto tempo, ma
recentemente, come ho spiegato in questo
post del mio blog, ho ricevuto
della magica ispirazione che definirei di provenienza ormonale. Non
scrivo fanfiction da parecchio, quindi volevo ricominciare con qualcosa
di semplice e questa è piuttosto
corta per i miei standard. Quattro capitoli e conto di aver finito, ma
ad
essere sincera potrebbe decidere di preseguire, o nascere un'altra
storia con protagonista Benedict, perché mi sono affezionata
a lui oltre che come attore, anche come personaggio.
Comunque, il titolo della fanfiction è uguale al titolo di
un libro che ho letto tempo fa, scritto da Alessandro Bianconi. Ricordo
che ne scrissi una recensione nel mio blog, ma non era quel che si dice
positiva.
A proposito del blog! In questa
pagina troverete una piccola anticipazione del capitolo
seguente, per chi si tortura con gli spoiler!
Insomma, quel che voglio dire, fan di Benedict, è che in
questa fanfiction potrete bearvi delle turbe mentali del nostro attore
preferito! Debole e indifeso come non è mai apparso,
sarà in questa fanfiction! Ma mi perdonarà,
spero, perché forse (e dico forse, se si
comporta bene) ci sarà un lietofine.
Prego lasciare una recensione in cima alla pagina, a tutti coloro che
lo faranno prometto tanti cioccolatini! Al prossimo capitolo,
Patrizia
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