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Disclaimer: Il Joker, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"Il trucco è il sudario della bellezza."
- Tahar Ben Jelloun -
Dietro un sorriso cieco
A chiederglielo, il perché si truccasse, non ci guadagnavi mai nulla di buono.
A Jon, che non aveva mai imparato a farsi i cazzi suoi, il pagliaccio
aveva regalato una bocca nuova, più rossa e più grande,
adatta al suo continuo cinguettare, l'aveva poi schernito.
Deva, d'altro canto, si era limitata a scuotere le spalle con
noncuranza quando le iene dell'arlecchino avevano divorato suo fratello
- un cretino totale, a sentire lei.
Tu, che ti reputavi abbastanza intelligente da sopravvivere a Gotham,
ma non tanto da attirarne le scomode attenzioni, avevi accantonato il
dubbio in un angolo della mente, ignorandolo e ritenendo che tra
pipistrelli e donne velenose, un clown era un solo un pelino più pittoresco.
Ti eri passato una mano tra i capelli, osservandolo in tralice e cogliendone il profilo affilato e quasi grottesco.
Nel buio, il volto pallido risaltava con una forza spettrale, lacrime
bianche che lasciavano segni nerastri sugli zigomi - marchi di guerra e
di conquista.
"È pronto il nostro Lucas?" aveva tubato Harley, indicandoti
"Tra poco sarà il momento di dare il benvenuto ai nostri ospiti!"
"Oh, ma loro sono nati pronti." era stata la replica del Joker "Non è vero, ragazzoni?"
Avresti giurato sulla tomba di tuo nonno che qualcuno si era pisciato
addosso al solo sentirlo parlare, ma ehi, siamo a Gotham e dovevi farci
l'abitudine, altrimenti era meglio tornare in quel buco di provincia
dal quale provenivi e zitto.
Il gruppo che ti era stato affidato aveva annuito, maschere disumane di sudore, paura e rabbia.
Il Joker si era fatto una risata, scoprendo i denti fin quando la pelle
si era raggrinzita sulle labbra e aveva lasciato solo un morso a
ricordare chi fosse il predatore tra tutti loro.
"Posso chiederle una cosa, boss?"
"Dimmi pure, piccolo mostriciattolo."
"Perché si trucca? Voglio dire... se è per le cicatrici, beh, non ha ragione di farlo: le cicatrici sono da duro."
Il cielo si era flesso impercettibilmente, e la notte si era stretta
attorno a voi e sul pipistrello, un'ombra che non sarebbe tardata ad
arrivare.
"Perché altrimenti, nanetto puzzolente, dove sarebbe il divertimento?"
Avevi sospirato, raccogliendo cristalli di ghiaccio tra le mani e sulle ciglia.
Il pagliaccio vi aveva guardato un'ultima volta, sul viso un rictus
paralizzato e paralizzante, la geografia contorta di una maschera che
non sapevi se considerare tale.
Perché sotto poteva non esserci niente e quella essere la sua vera pelle, biacca e sangue e follia.
A volte, in alcuni rari momenti di lucidità, ti chiedevi se non
fossi solo l'ennesima scimmia ammaestrata in quel circo senza luce e
senza futuro che era Gotham.
Poi il clown sorrideva e capivi che non c'era più tempo per le
domande: solo per entrare in scena e camminare sul filo del proprio
destino.
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