Capitolo Due
"Ma fai schifo Ron! Ce l'hai
un minimo di contegno? Diamine!" Hermione urlò quanto più poteva
scatenando la curiosità di Lavanda Brown e Calì Patil che stavano
impacchettando un qualcosa di non identificato a pochi metri da lei.
Il ragazzo alzò gli occhi con una lentezza tale che sembrava richiedere
un'enorme sforzo fisico. La sua figura stravaccata sul divano come se fosse un
mulo montato da un bufalo obeso, era alquanto deprimente da vedere.
Le gambe abbandonate sulla sponda del caminetto, il pigiama della mattina ancora
addosso e i capelli arruffati come un cespuglio selvatico. Una vera vergogna di
uomo, se vogliamo aggiungere le dita infilate nel naso e la grossa fascia di
boxer che usciva casualmente dal pantalone troppo corto e largo, ex proprietà
di Charlie, probabilmente.
"Dico io non ti vergogni? E' da stamattina che sei così, cavoli! Non mi
hai neanche accompagnata nel giro di ronda! La spilla per te è solo
un'ornamento con la quale metterti in mostra, eh? Vedi che è una cosa seria!
Devi essere più responsabile, dico io!" Hermione era così furiosa che le
guance sembravano scoppiarle.
Lui, terminato il difficile compito di alzare lo sguardo, la guardò con tale
strafottenza da farle desiderare di buttarlo nel fuoco.
"Ma fatti i cazzi tuoi, tu. Lasciami godere le tanto attese
ferie...ha!"
Ron si stiracchiò come se fosse reduce dalla più pesante giornata di fatica e
riprese il lavoro di *pulizia* lasciando che il fuoco riscaldasse la parte
inferiore del suo corpo.
Lavanda e Calì ridacchiarono sommessamente alla vista della scenetta ma
Hermione lanciò loro un'occhiata talmente velenosa che ripresero quasi
immediatamente a concentrarsi sul loro pacchetto, piuttosto che sulle liti della
coppia di Prefetti.
Harry tentò timidamente di placare gli animi "Che ne dite se ci facciamo
una partitina a Gobbiglie...?" chiese cautamente indicando la sua
confezione abbandonata accanto alla pila di libri di riconsegnare in biblioteca
che Hermione aveva accortamente sistemato sul tavolo.
"Mettitele in..."
"Ron!" urlò indignata e furiosa Hermione tirandosi in piedi di
scatto. Il rosso continuò ad ignorarla. Lei prese uno dei preziosissimi libri
che sovrastavano il tavolo della Sala Comune e glielo gettò con tutta la forza
dietro la nuca, senza curarsi nè di fargli del male nè dei possibili danni al
libro.
"Ma dico io, sei stupida o cosa? Irresponsabile! Potevi uccidermi!"
urlò Ron stizzitò, massaggiandosi la testa con aria da vittima. Hermione alzò
gli occhi al cielo e si posò le mani sui fianchi. Chiari segnali che stava per
iniziare la battaglia.
"Sei un rozzo, Ron! Ma ti rendi conto di quanto sei squallido? Sciatto,
volgare ed ignorante! Cosa ci manca...? Ah si! S-t-u-p-i-d-o!"
Il ragazzo saltò su all'istante, punto sul vivo. La Sala si animò tutta nella
speranza che il litigio giornaliero non si spegnesse alle prime battute. Ormai
gli urli di Ron ed Hermione che si beccavano dalla mattina alla sera, erano una
delle attrattive più interessanti della Casa, sopratutto ora che, per via delle
ferie natalizie, un pò tutti quelli rimasti a scuola non sapevano come riempire
in modo diverso le giornate.
"Ma certo! Senti chi parla? Ma ti sei mai vista tu?"
Hermione inarcò un sopracciglio, con aria di sfida. Ron la contemplò a lungo
cercando un difetto abbastanza offensivo.
"Sei una schifosa secchiona! Insopportabile! E...e...hai dei capelli
incomprensibili!". La ragazza gli gettò un'altro libro appresso, poi due,
poi tre.
Uno dei tanti colpì Ron al naso, che cominciò subito a sanguinare
copiosamente.
Harry e Seamus corsero in sua direzione per aiutarlo, ma ormai era tardi. Il
sangue gli aveva imbrattato tutta la manica del pigiama ed anche un bel pò del
cuscino del divano dove era poggiato fino a poco prima.
Hermione si ritenne personalmente soddisfatta. Ritirò le sue cose con la
massima calma che le era concessa e, reprimendo una smorfia disgustata alla
vista di tanto sangue, si avviò verso le scale del suo dormitorio.
"Si! Ora vai a scrivere al tuo Vicky di come ti ho insultata!
Cretina!" Lei sospirò senza fermarsi.
"Che cavoli c'entra Viktor ora..." disse tra se, mentre raggiungeva la
sua stanza, stranamente vuota.
Il baccano proveniente dalla Sala Comune le giungeva ovattato. Sentiva che piano
piano andava scemandosi.
Posò libri e borsa sul comò accanto al letto e vi si stese bramosamente, ben
decisa a non uscire dal dormitorio finchè i suoi nervi non fossero risultati
distesi e rilassati.
Dopo qualche minuto passato a meditare sulla stupidità di Ron, dalla porta
della stanza sgusciò Ginny, tutta arrossata e con un sorriso larghissimo.
"Ehi!" saltellò in direzione dell'amica "Ti cercavo! Non pensavo
di trovarti qui!"
Hermione fece posto alla ragazza tirandò un sospiro stanco e pesante "Ho
litigato con tuo fratello. A proposito lo hai visto? Sta meglio?"
Ginny scosse la testa. L'altra le raccontò per filo e per segno quali offese si
erano scambiati e la faccenda dei libri usati come freccette col tiro al
bersaglio.
"Ron è proprio scemo" commentò Ginny torturandosi una ciocca di
capelli di un rosso talmente acceso da sembrare fuoco.
"Bah...è un caso disperato..." sospirò Hermione, alzando le spalle.
L'amica le si fece vicina vicina sorridendo di nuovo.
"Conosco un giochetto natalizio! E so per certo che funziona, sai?"
Hermione la guardò con sospetto "Perchè con te a funzionato?"
l'altra scosse la testa "Ma no! Ma no! Una mia amica me l'ha detto! L'amica
di una sua amica dice che ha funzionato! Provare non costa nulla!"
L'autoritario prefetto Grifondoro, stravolto dalla pesante giornata e dalla
litigiosa ciliegina sulla torta. Sospirò, poi seguì con lo sguardo l'amica che
si alzava e frugava velocemente nelle tasche del suo mantello, dal quale
estrasse qualcosa di sottile e candido.
"Tadan! L'angioletto dei desideri!"
Hermione boccheggiò per qualche secondo cercando le parole adatte. "E che
diamine ci facciamo con un pezzo di carta colorato?" chiese scettica,
riacquistando le facoltà mentali.
L'amica scosse la testa, molto delusa "Non è un semplice pezzo di
carta" ribattè passandoglielo sotto il naso. Era disegnato anche piuttosto
male, più che un volto umano ricordava la faccia di una donnola schiacciata.
"Questo è pieno di magia! Scrivi sul torso un desiderio e quello, se lo
reputa necessario, te lo avvera! Il tutto prima di Natale però, una volta
passato il Natale passa l'effetto."
Ginny sembrava pienamente convinta di quello che stava dicendo e, chissà
perchè, anche un'essere razionale e logico come Hermione credeva a quelle
parole, inconsciamente.
La rossa allungò il più brutto degli angioletti, sorreggendolo con entrambe le
mani, come se pesasse un quintale.
"Ecco. Scrivici dietro e brucialo nel camino. Se tutto va bene entro
domattina il tuo desiderio verrà avverato!"
Hermione non riusciva a spiegarsi come mai, dopo pochi secondi dal momento in
cui Ginny andò via, aveva inforcato la piuma e scritto con calligrafia chiara e
scorrevole la cosa che desiderava più in quel momento.
Non era tardissimo e sicuramente qualcuno c'era ancora in Sala Comune.
Probabilmente ci sarebbe stato addirittura Ron, ma decise di arrischiarsi
nell'impresa ed ebbe la sua parte di fortuna nel constatare che, a parte le
solite due impegnate ora in una conversazione fitta fitta, anche la Sala
sembrava deserta quanto il dormitorio femminile.
Si avvicinò cautamente al fuoco e buttò l'angelo dentro senza la minima
esitazione.
Guardò la carta prender fuoco a velocità impressionante e socchiuse gli occhi
ripetendo tra sè quello che aveva appena espresso.
"Lo voglio...lo voglio con tutto il cuore..."
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei,
ma appartengono a JK Rowling!
Omaggino natalizio *^_^*. Sono un pò di giorni che questa storiella mi frulla
per la testa e stasera avevo proprio bisogno di buttare giù qualcosa di meno
impegnato ^^;;; è stata una giornata terrificante! Spero di riuscire a
pubblicare l'ultimo capitolino proprio il giorno di Natale! ((così mi dice la
testa)) XD.
Ahhh la vie...la vie...
Sanae
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