Ti
Dìs-traggo io!
Era finita.
Finalmente il peggio era passato.
Tauriel era riuscita a fermare
l’avanzata del veleno nel
corpo di Kili, salvandogli la vita.
Il giovane era stremato, e
necessitava di riposo.
Gli altri nani si erano ritirati da
un lato a confabulare
tra di loro; erano grati all’elfa per aver salvato un loro
compagno, ma ancora
non si fidavano di lei… dopotutto, lei era pur sempre un
elfo e loro dei nani.
«Tauriel…»
mormorò Kili, attirando l’attenzione della
giovane. Si mosse, alzando la testa dal suo cuscino di noci.
«Sta fermo.»
disse lei dolce, sistemandogli la fasciatura
sulla gamba.
Nonostante la debolezza, il nano
continuò: «Tu non puoi
essere lei.» delirò. «Lei è
molto, molto lontana da me. Lei cammina nella luce
delle stelle in un altro mondo… è stato un sogno
e basta.»
Avvicinò la propria mano
fino a sfiorare quella della
giovane elfa. «Credi che avrebbe potuto amarmi?»
domandò flebilmente, le labbra
schiuse in un sorriso triste.
Tauriel lo fissò
ammutolita, incapace di rispondere.
Improvvisamente, la vecchia porta si
spalancò di botto,
sbattendo con tale violenza contro la parete da uscire dai cardini e
rovinare a
terra con un tonfo.
Tutti i presenti si misero sulla
difensiva, aspettandosi un
altro attacco degli orchi…
«Allontanati immediatamente
da mio figlio, brutta sgualdrina
elfica!» minacciò la nana, irrompendo
all’interno della stanzetta.
Vi fu una pausa di assoluto silenzio
per svariati secondi,
poi Fili e Kili parlarono: «Mamma?!» sbottarono
all’unisono i due fratelli
accigliati, fissando la genitrice brandire un mattarello contro il capo
delle
guardie di re Thranduil.
«Sì, io. Chi vi
aspettavate, eh? Babbo Natale?» ringhiò la
donna inferocita, lanciando a tutti occhiate di fuoco. «E tu,
molla
immediatamente quella mano!» aggiunse poi rivolta al
secondogenito di casa
Durin, incitandolo con un secco movimento del mattarello.
Il poverino la guardò
fissa per alcuni interminabili secondi
– facendosi ancor più cereo e piccolo di quanto
già non fosse – poi, lasciata
la mano dell’amata, si accasciò sul tavolo
svenuto, facendo schizzare ovunque
noci.
«Kili!»
squittì preoccupato Fili, giungendo in suo soccorso
e sventolandolo col cappello di Bofur.
«Mmmh… mi sa
tanto che ‘sta volta non lo recuperiamo
più…»
borbottò Oin, grattandosi la testa grigia.
I tre ragazzi umani, figli di Bard,
assistevano alla scena
con un misto di incredulità e terrore.
«Ah no! Non permetto
svenimenti mentre sto facendo la
predica!» sbottò alterata Dìs, figlia
di Thrain, figlio di Thror, raggiungendo
Kili ed iniziando a scuoterlo con vivaci sberle.
Immediatamente il giovane rinvenne
guaendo di dolore; le
guance gli erano gonfiate assumendo un’accesa colorazione
purpurea.
Nemmeno il tempo di riprendersi, che
la madre l’aveva già
agguantato per il lobo dell’orecchio trascinandolo
giù dal tavolo, implorante.
Lo stesso destino toccò anche al fratello maggiore.
«Tu, scansafatiche che non
sei altro, sbaglio o ti avevo
chiesto di badare a tuo fratello?!» tuonò la nana
furente, pizzicando Fili.
Il giovane nano tentò di
spiegare, ma le parole gli morirono
il gola mutando in un gemito strozzato.
«In quanto a te, CHE CAVOLO
TI È SALTATO IN TESTA???!!!»
assordò tutti i presenti, storcendo l’orecchio al
figlio in tal modo da farlo
accasciare a terra mugugnante di dolore.
«Oh suvvia Monna
Dìs, è solo una sbandata
giovanile…» cercò
di sdrammatizzare Bofur, venendo prontamente agguantato per
l’orecchio e
ridotto a gemere strisciando sul pavimento.
«IO NON AMMETTO CHE MIO
FIGLIO AMOREGGI CON UN ELFO,
CHIARO???!!!»
«Sì,
mamma…» uggiolarono i tre nani martiri. Le loro
orecchie – ormai viola – vennero finalmente
liberate dalla ferrea presa della
donna, facendoli crollare a terra come sacchi di patate.
«Kili!»
guaì Tauriel raggiungendolo, preoccupata. «Stai
bene?»
«Adesso che ti vedo sto
meglio…» rispose il giovane,
fissandola con occhi languidi, quasi stesse ammirando la stella
più luminosa di
tutto il firmamento.
Un mattarello sibilò tra i
due, andando a rimbalzare contro
un trave di legno dall’altra parte della stanza per poi
ritornare indietro con
un effetto boomerang ed essere afferrato da Monna Dìs.
«Non credere che non ti
uccida, elfo…» minacciò la nana,
scoccandole un’occhiata feroce.
«Con un
mattarello?!» esordì Bofur divertito, beccandosi
un
colpo in testa dal diretto interessato.
«Ehi! Quella era la mia
battuta!» protestò Legolas,
spuntando in quel momento dalla finestra.
«Silenzio!»
impartì la nana, scatenando l’indignazione e la
furia dell’elfo.
«E gli orchi?»
sbottò Bofur – che intanto si era ripreso dal
colpo – interrompendo il nuovo litigio sul nascere.
«Giusto.»
dichiarò il principe, schizzando via come un
fulmine, saltando da un ponte all’altro della cittadella
galleggiante con
triple piroette mortali rompi-collo all’indietro.
«Stavamo dicendo? Ah
sì! Allontanati subito da lui!» ringhiò
Dìs, furente.
«Non lo
farò!» rifiutò la ragazza, abbracciando
stretto il
giovane nano. «Il nostro è un amore puro e
sincero, e nessuno potrà
contrastarlo!»
All’affermazione Kili
s’illuminò; la bocca gli si allargò in
un sorriso felice, ricambiando l’abbraccio.
«Ah no?»
sbottò la donna impugnando il mattarello, pronta a
dar battaglia.
Improvvisamente – e
inaspettatamente –, apparve Gandalf
ultra trafelato pronunciando le antiche parole di un incantesimo.
Un’intensa
luce azzurra avvolse tutto e tutti…
Inizialmente nessuno
s’accorse di un qualche cambiamento ma…
«TAURIEL!!!» gemette Kili guardandosi attorno,
affannato, alla disperata
ricerca dell’amata: la giovane elfa era scomparsa.
Comparso dal nulla, un urlante Thorin
piombò di pancia
addosso al disperato nipote.
«Zio?!»
«Thorin?!» esordirono all’unisono Fili,
Dìs, Oin e
Bofur, sorpresi.
Con uno scatto, il mancato Re sotto la Montagna
si tirò in
piedi, guardandosi attorno stordito.
«Dov’è il drago?!»
ululò il nano
allarmato.
Nello stesso istante una Tauriel a
caso precipitava giù per
le cave di Erebor, inseguita da uno Smaug furente.
THE END…
«NOOOOOO!!!
DOV’È???!!!» gemette disperato Kili,
aggrappandosi alla veste del mago.
«Ho ricacciato
quell’infida Mary-sue nel buco da cui
proveniva.» sentenziò lo stregone, glaciale.
«Ok, oggi è la
giornata del “Ruba-battuta”…»
ridacchiò
Bofur, stuzzicando con delle leggere gomitate il povero Oin che non ci
stava
capendo più nulla. «Ci giochiamo anche
noi?»
«TAURIEL!!!»
guaì Kili, venendo prontamente stordito da una
mattarellata in testa.
«Caspita! La prossima volta
che m’imbarco in un avventura
devo ricordarmi di prendermi uno di questi…»
affermò Fili, studiando
“l’arma”
letale.
«Per tutti i Durin,
qualcuno potrebbe dirmi che cavolo ci
faccio qui?!» invocò Scudodiquercia.
THE END
Questa volta per
davvero.
L’Antro della sottoscritta;3
Hello popolo tolkeniano!!!
Dunque, non so con precisione da dove
mi sia uscito questo
sclero.
Forse dopo aver visto il
film… non saprei.
L’idea iniziale sarebbe
stata quella di far piombare in casa
Dìs armata di ascia e farla combattere con
Tauriel… idea che ho cestinato
subito dopo averla pensata.
In ogni caso, spero questa cosa possa piacere a qualcuno :)
See you!
P.S. Vi prego, nel caso ve ne siano,
di segnalarmi gli
errori, di qualunque natura essi siano: OOC, errori di battitura,
grammaticali
ecc.
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