the final cut cut cut
The Final Cut
A Ross.
La
vita dei Fratelli Silenti è molto simile all'inverno. Persino la mia
pelle sembra più fredda di prima, quasi come se l'essere Fratello Silente
mi stesse togliendo piano piano l'umanità. Più resto in questo stato,
più mi sembra di essere sempre meno me stesso, ma è davvero così?
Oppure è solo una mia sensazione?
Il motivo che mi ha spinto a
scegliere questo vita era che volevo vivere senza la droga, ma il
motivo più importante era che volevo restare accanto a Will e a Tessa.
Non ero pronto a lasciare Will, così come non ero pronto a lasciare per
sempre Tessa. Una vita a metà è sempre comunque una vita, per questo
non mi sono pentito della mia decisione. Gli anni sono passati così
lentamente, la mia pelle continua ad essere quella di un ragazzo
giovane, mentre i miei amici continuano ad invecchiare e piano piano ad
avvicinarsi alla morte.
Manca poco alla mezzanotte, mi incammino
verso la stanza di Will, incrociando Sophie. Mi rivolge un debolissimo
sorriso, mentre si asciuga una lacrima silenziosa. I suoi occhi mi
fanno capire che per tutti loro sono rimasto sempre e solo Jem. Non c'è
Fratello Zaccaria. Per loro non esiste, c'è solo il loro Jem. Vorrei
poter rispondere al suo gesto di gentilezza, invece mi limito a
salutarla con un cenno del capo. Quella lacrima era per William. Allora
è vero, il momento che ho sempre temuto ormai è arrivato.
William sta per lasciarmi per sempre.
«No.», ripeto per la centesima volta.«Non posso diventare il tuo Parabatai, Will.»
«Perché
Jem?», chiede lui con uno strano tono di voce
Sembra
ferito dal mio rifiuto. Ma lui sa benissimo che non posso diventare il
suo Parabatai. Non potrei mai infliggere un dolore del genere ad una
persona. Essere Parabatai è una cosa profondo e che non può essere
spiegata solo a parole. Se io muoio, anche una parte del cuore di Will
morirà con me e io non posso permettere che questo accada.
«James.»
Concedo
a Tessa e a Will un po' di tempo per stare da soli. Hanno bisogno di
dirsi addio e di stare in compagnia del loro amore. E Tessa ha bisogno
di dire addio ad una vita che non tornerà più e che ben presto si
perderà nei meandri dei suoi ricordi, laddove essi restano muti per
sempre. Mi permetto di ricorda la mia vita precedente, la mia vita con
William. E' vero, al tempo ero praticamente tra le braccia della morte,
ma nonostante tutto cercavo sempre di vedere il lato positivo di tutta
quella situazione. I miei genitori erano morti e io non potevo farci
nulla, mi avevano visto e sentito soffrire per tanto tempo, un tempo
che a me era sembrato un secolo, ma è anche vero che non sono stato
abbandonato a me stesso. Charlotte mi ha accolto con dolcezza e
gentilezza. Mi ricordo ancora quando Henry si era presentato. Così
timido e impacciato, mentre mi stringeva la mano e osservava la mia
fragilità con il dolore negli occhi.
«Ti sei allenato?», chiedo sgranando gli occhi.
«Beccato.», sussurra lui sorridendomi
William
continua a sorridermi, gli occhi blu splendono come la stregaluce.
Perché insiste? Perché mi vuole come suo Parabatai? Conosce benissimo
la situazione e sa bene che non vivrò ancora per molto. Diventare il
suo Parabatai sarebbe come condannarlo a morte.
«Hai promesso, James.»
La
corda che, nonostante tutto, mi tiene ancora legato a lui è molto tesa,
sul punto di rompersi. Mi sembra di poter comprendere l'ansia che
attanagliava il cuore di William ogni volta che io avevo una crisi e
tossivo sangue. Se non troveranno una cura, una qualsiasi, potrei
essere costretto a portare questo lutto, questa sofferenza, per il
resto della mia vita. E l'oscurità della Città Silente non farò altro
che aumentare il mio dolore e la mia sensazione di eterna solitudine.
All'inizio sentivo una parte del mio cuore ancora accanto a Will, nella
luce di Londra.
«Jem?»
«Sì?»
«Ti provocano tanto dolore... le tue crisi?», mi chiede Will con un tono di voce tranquillo solo in apparenza.
«Non tanto.», mento io
Quando
sento le campane annunciare la mezzanotte capisco che è arrivata l'ora
X. Entro nella stanza di William e mi concentro sul suo respiro, sempre
più debole e stanco.
Prendo il violino e comincio a suonare.
Suono
del giorno in cui ci siamo conosciuti. La sua mano che sfiorava la mia,
quando aveva accettato di allenarsi insieme a me. Le note si trascinano
verso il giorno in cui eravamo diventati Parabatai. Ricordo ancora lo
sguardo di Will, i suoi occhi sembravano ancora più blu, sembrava così
certo di fare la cosa giusta, che il mio cuore sembrò fermarsi quando
cominciai a pronunciare il giuramento che ci avrebbe uniti per sempre.
Più
suono e più i miei ricordi si fanno vivi. Quando ci eravamo messi a
ridere, appoggiandoci contro un muro, solo perché eravamo riusciti a
distruggere un demone particolarmente forte.
E poi il suo amore per
Tessa. L'amore che Tessa prova per lui e l'amore che lei prova per me
e quello che io provo per lei. Le note giungono quasi alla fine quando
mille ricordi si fanno vivi nella mia mente. Si mescolano anche il
ricordo di quando l'avevo pregato di andare a cercare Tessa. Che poteva
lasciarmi, perché io non sarei mai rimasto solo.
Le ultime cose che
voglio trasformare in musica sono i ricordi più o meno recenti, quando
Will aveva detto che solo nei miei occhi poteva trovare la grazia.
Quando mi aveva detto che il loro primo figlio si sarebbe chiamato
James, proprio come me. E come mi ero coperto il viso pieno di
cicatrici, per non far vedere le lacrime che scivolavano sulle guance.
Oppure quando William era rimasto gravemente ferito da un demone e
aveva rischiato di morire. Ero uscito dalla Città Silente ed ero
rimasto accanto a lui, non curandomi del fatto che mi avrebbero potuto
punire, in quel momento mi importava solo di restargli accanto.
La corda che mi lega a William è sul punto di spezzarsi. In questo modo capisco che il momento è arrivato.
Appoggio il violino nella sua custodia e mi avvicino al letto di Will. Gli stringo la mano, beandomi del suo calore.
Ti prendo la mano, fratello, così che tu possa andare in pace.
E
poi dico una cosa che può sentire solo lui e nessun altro. Perché è
l'unica cosa che posso fare, l'unica cosa che mi sento di fare.
Non
resterai solo per sempre, William. Sono certo che verrà trovata una
cura e dopo aver vissuto la mia vita, la mia vera vita, verrò da te.
Non resterai mai da solo, Will. Ti amo come amo me stesso e la mia
anima.
Avverto il sorriso di William e poi tutto sembra
privo di significato. Il mio cuore sembra spezzarsi sotto il peso della
sofferenza. Will è morto.
Sento Tessa piangere e senza neanche pensarci mi avvicino a lei, posando una mano sulla sua spalla.
«James...», sussurra lei «Puoi restare qui ancora un po'?»
Sì.
Vorrei restare qui per sempre. Ma non posso. L'oscurità della Città Silente mi aspetta, con tutto il suo silenzio.
«Non penso di poter sopportare la loro morte.», dice lei riferendosi ai figli
Se non vuoi... puoi sempre andartene. Puoi tenerti in contatto con loro, ma non scappare senza spiegargli il motivo.
«Sai sempre cosa fare, James.»
Non sempre, Tessa. Ora devo andare.
«Ci sarà ancora... il nostro incontro?»
Come sempre.
Mi
siedo sul divano, vicino al fuoco, mentre sento Charlotte conversare
con Benedict Lightwood. Odio il mondo in cui lui le rivolge la parola.
Per Charlotte deve essere davvero dura, dal momento che non viene mai
presa sul serio. E' una donna e Benedict sembra incolparla per questo. Con la coda dell'occhio vedo Will raggiungermi e mi sembra di sentirlo borbottare qualcosa, quando sente la voce di Benedict.
«Jem che c'è?», mi chiede lui.
«Benedict.», mi limito a dire io
Lui annuisce «Charlotte sembra tenergli testa senza problemi.»
Gli
rivolgo un debole sorriso, perché dopotutto ha ragione lui.
William si siede per terra, vicino a me, con un libro nella mano destra.
«Una nuova lettura?», domando io.
«Sì.», risponde lui «Ho voglia di rilassarmi un po'.»
Mi incanto a vedere il fuoco quando sento Will darmi un colpetto sulla gamba destra.
«Posso appoggiarmi?»
Mi limito
semplicemente ad annuire. Will si appoggia contro le mie gambe,
cominciando a leggere tranquillamente. Osservo il suo viso, che sembra
aver trovato un po' di pace. Di solito, anche quando sorride, Will ha
sempre un velo di tristezza, ma quando legge tutto sembra mutare. Il suo
viso è tranquillo e sembra essere in pace con se stesso. Quando
si sente osservato, si gira verso di me e mi rivolge un sorriso
sincero, al quale rispondo con calore.
Mi
copro il viso con il cappuccio, pronto a tornare nel silenzio della
Città Silente. I battiti del mio cuore scandiscono la mia
solitudine. No ho avuto molte occasione per stare con William, da
quando mi sono unito ai Fratelli Silenti, eppure la solitudine che
sentivo a quei tempi, i primi da Fratello Zaccaria, sembrano uno
scherzo in confronto a quello che provo ora. La solitudine mi distrugge
l'anima e il cuore. Come posso vivere in un mondo dove lui non
c'è? Come posso sopportare la vita da Fratello Silente?
Abbraccio la sofferenza di una vita eterna, senza Will in essa.
Spazio autrice.
Vorrei ringraziare Class of
Thriteen, che mi ha aiutata parecchio, durante la stesura di questa
one-shot. Tra l'altro, mia cara, grazie per il suggerimento del titolo,
che trovo assolutamente perfetto e in linea con quello che ho scritto.
Alla prossima,
Fang.
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