Forbidden Love.

di OfeliaMontgomery
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Caroline sollevò con un battito le folte ciglia. Si sforzò di mettere a fuoco la stanza che la circondava ma fasce di luce bianche e accecanti, la costrinsero a richiudere gli occhi.
La ragazza anche tenendo gli occhi chiusi riuscì a percepire che c’era qualcuno in quella stanza perché l’aria intorno a lei si mosse velocemente.
«Victor caro si è svegliata» disse qualcuno con voce femminile e molto dolce. L’aria intorno a Caroline iniziò a muoversi più velocemente, qualcuno si stava avvicinando a lei e sembrava quasi stesse correndo.
«Fammi controllare» disse Victor appoggiando lo fonendoscopio sul petto di Caroline. Il disco di ferro appoggiato sul petto fece si che Caroline rabbrividisse. Il cuore della ragazza iniziò a pompare velocemente sotto al tocco di Victor e quindi fu più facile per lui sentirne il battito.
«Si, il battito c’è. Tesoro riesci ad aprire gli occhi?» chiese Victor accarezzando la testa ricucita della figlia. Sulla fronte aveva un lungo e profondo taglio che le toccherà coprire con i folti e lunghi capelli neri che si ritrovava.
Caroline ci provò ancora e questa volta ci riuscì, mise a fuoco la stanza intorno a lei: un laboratorio scientifico e le persone che le stavano attorno. Un uomo dai capelli castani e dagli occhiali enormi che facevano sembrare il suo viso buffo e una donna dai lunghi capelli neri e dallo sguardo affettuoso.
«La mia bambina è così bella» disse la donna con la voce rotta dalle lacrime, andando ad appoggiare le sue labbra sulla guancia calda della ragazza.
Caroline iniziò a tremare e cercando di alzarsi fece cadere a terra delle provette insieme ad degli strumenti.
«Calmati tesoro, siamo i tuoi genitori: Victor ed Elizabeth» spiegò lo scienziato sistemando bene gli occhiali sul naso.
«Chi sono io?» chiese Caroline alzando le mani e portandole nella sua visuale. Su entrambi i polsi c’erano dei lunghi tagli che erano stati ricuciti a mano, probabilmente da Elizabeth.
«Ti chiami Caroline e ti abbiamo riportata in vita dopo lunghi tentativi» spiegò Victor con voce calma mentre ripuliva il disastro che aveva fatto la figlia.
«Riportata in vita?» chiese sconvolta la ragazza guardandosi in giro. Elizabeth nel contempo passò alla figlia uno specchio che prese subito e si specchiandosi, si spaventò nel vedere cos’era. Era un mostro pieno di cuciture e tagli.
«Cosa mi avete fatto? Sono un mostro!» esclamò Caroline spaventata, andandosi a toccare il collo dove si trovava una lunga cucitura.
«Ti abbiamo ricucita e riportata in vita. E’ stato davvero faticoso trovare parti del corpo di ragazzine morte da poco tempo» spiegò Victor, avvicinandosi al tavolo bianco su cui stava sdraiata la figlia.
«Parti del corpo? Questo non è il mio corpo?» domandò andandosi a toccare le gambe ricucite nella piega del ginocchio.
«Non tutte le parti sono tue, eri davvero conciata male quando ti abbiamo trovata nel bosco» rispose Victor appoggiando il fonendoscopio sulla schiena per controllare se c’erano rumore nei campi polmonari.
«Respira per favore» disse Victor.
Caroline iniziò a respirare come gli aveva chiesto il padre, anche se si sentiva molto a disagio. Chi diamine era loro? E come faceva ad essere viva con tutte quelle cuciture?
«Bene, nessun problema» disse serio, spostando il fonendoscopio dalla schiena di Caroline e andandolo ad appoggiare sul tavolo degli arnesi del mestiere, vicino al banco in cui stava la ragazza.
«Chi siete voi? E com’è possibile che io sia ancora viva?» domandò la ragazza guardando quello che faceva Elizabeth. La madre era intenta a tirare fuori da un sacco nero, un vestito dello stesso colore che poi lo appoggiò sulle gambe della figlia.
«Siamo i tuoi genitori e come ti abbiamo già detto: sei stata riportata in vita» rispiegò il padre, andando a segnare su un taccuino i dati della figlia.
«Veri genitori? Perché ero nel bosco?»
«Sì, siamo i tuoi veri genitori. Sei scappata nei boschi, come quasi ogni giorno dopo aver litigato con tuo fratello e dei lupi ti hanno attaccata facendoti a pezzi» spiegò Elizabeth singhiozzando. Caroline rimase paralizzata dopo aver saputo la notizia «Oh…non ricordo niente. Posso farvi una domanda?» chiese la ragazza tremando.
Elizabeth si avvicinò a lei e sedendosi al suo fianco, iniziò ad accarezzarle la schiena «Certo tesoro, chiedi tutto quello che vuoi».
«E’ questo il mio vero viso oppure è il viso di un’altra ragazza? Quanti parti del corpo sono ancora mie?» chiese parlando velocemente mentre si torturava le unghie delle mani.
«E’ il tuo vero viso. Le parti del corpo? Mmh…braccia, mani, gambe e piedi non sono tue, il resto invece sì» rispose la mane accarezzandole la testa ricucita.
«Tesoro stai attenta alle cuciture, non vorrei che saltassero via. Ora Caroline deve dormire» disse serio Victor mentre riempiva una siringa di sedativo.
«No! Io non voglio dormire» urlò Caroline mettendo le mani davanti come per pararsi dal padre.
«Sorellina, vedo che sei ritornata» disse una voce che proveniva dalle scale che portavano al piano superiore.
Caroline alzò il viso ed incontrò lo sguardo divertito di quello che doveva essere suo fratello. La ragazza spalancò gli occhi «Tu, tu sei mio frat-…» non fece in tempo a finire che il padre le aveva iniettato il sedativo per farla dormire.
«Padre potevi almeno lasciare che finisse la frase» disse sorridente Stein, prima di scomparire nell’ombra delle scale.

 




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