Distese
immense di sabbia e tuoni e fulmini
Genesi –
Capitolo 2
[1]Così
furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro
schiere.
[2]Allora
Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva
fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
Non
v'erano ancora le margherite fra i campi cresciuti dal sole, non
v'erano ancora i ponti su i fiumiciattoli costruiti dalle mani
dell'uomo e non v'erano ancora gli arcobaleni in cielo dopo un
temporale quando gli angeli erano stati creati. La Terra esisteva, ma
per la prima volta. E niente era ancora pronto per il primo passo.
Solo il vento, fra turbini e raffiche, era il primo ad accarezzare il
manto di quel nuovo Mondo.
Castiel
e Gadreel il settimo giorno della Creazione non avevano ancora
mansioni né ordini da loro Padre. Quello era il giorno del
riposo, il giorno della quiete. L'indomani la Schiera d'angeli
avrebbe avuto ognuna i suoi incarichi e i propri gradi. Il
più
meritevole, in base a come Dio stesso l'aveva creato, sarebbe
divenuto Arcangelo. Ed ogni angelo avrebbe rispettato questa
decisione, così come il suo compito.
Castiel
e Gadreel erano due angeli, ali possenti e luce divina colmava i loro
corpi celesti e le loro voci echeggiavano in una lingua ormai
cancellata nei tempi. Posavano su un luogo cui un giorno si sarebbe
dato nome Sahara e cui venti sarebbero stati chiamati Simùn,
Harmattan, Khamsin e Ghibli.
«Hai
visto l'uomo?» chiese Gadreel interrompendo il placido
ascoltare di suo fratello dai venti che urtavano contro le dune.
«Intendi
l'ultima creatura di nostro Padre? Dio gli ha dato il dono di
dominare su tutta la creazione.»
«Si
vocifera fra gli angeli che dovremmo giurare di sottometterci
all'essere umano, domani.» affermò Gadreel,
mirando un
fulmine in lontananza, e poi dei tuoni rimbombare nel cielo a est.
«Gli
ha dato semi e frutti per potersi sfamare e una donna e animali per
poter amare. Ci è inferiore perché per vivere
deve
saziarsi e bere dai fiumi che Dio ha creato, ma ci è
superiore
perché ha sentimenti. In sostanza siamo suoi
Fratelli.»
«È
tutto così perfetto ai tuoi occhi.»
«Hai
dubbi?» Castiel trasalì.
«No.
Ma non ho visto l'uomo. Mi fido di mio Padre, ma spero di non avere
il compito di occuparmi delle Porte dell'Eden. Stare a guardia di un
fratello debole e forte allo stesso tempo... mi confonde. Non
permettere che gli accadi nulla di male perché egli prova emozioni ed ha il dono del libero arbitrio. Sorvegliarlo per chissà quale pericolo che possa giungere da
fuori, quando
non c'è
niente là fuori... se non questo meraviglioso
mondo che
potrei osservare eternamente.»
«Sei...
preoccupato? E... estasiato da questa Terra?»
«Sono
felice. Perché nostro Padre ha creato questa sabbia,
Fratello
mio. - e cercò di sentirne lo spessore, ma i granelli
cadevano
dalle sue mani -Distese immense di sabbia che non posso sentire col
tatto, perché non ne ho bisogno non essendo umano. Distese
immense di sabbia e tuoni e fulmini da mirare come prodigi
miracolosi. È uno spettacolo... è straordinario
Castiel.»
«Sarà
straordinario anche l'uomo, allora. Tu non l'hai ancora visto, ma
Dio si fida di lui. E di noi.»
«Sì.
- confermò sicuro, per poi confidare un pensiero -L'uomo
è
in un giardino... si perde così tanto.»
«Allora
gli parlerai tu di ciò che hai visto.»
«Sono
un soldato del Signore. -sembrò quasi canzonarlo- Ho parlato anche troppo, oggi.» concluse Gadreel che si considerava
ligio al dovere e ogni altra cosa gli era per lui futile.
Guardò
tramontare il sole e spianando le ali, volò via. Il caldo
non
scaldava i corpi degli angeli e mai lo fece. L'indomani sarebbe stato
pronto.
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«Un
traditore! Dopo Lucifero anche tu? Anche tu Gadreel?» una
schiera di angeli lo incriminò e lo recluse. Una schiera di
angeli, suoi fratelli, lo incolpò e lo imprigionò
senza
neanche ascoltarlo. Poteva comprendere come dei soldati si sentissero
devoti alla loro causa, soprattutto dopo il tradimento del
più
lucente e splendido della loro schiera celeste. Ma era loro
fratello... un loro fratello.
«Fatemi
spiegare! -urlò per i primi giorni, da quella gabbia in
Paradiso -per pietà Fratelli, fatemi spiegare!»
Poi la
sua voce si spense, si indurì e si rassegnò fra
le
notti che inesorabili passarono.
Il
rimorso era cucito sulle sue ali e su i suoi occhi, una macchia
perenne e immortale. Ma non era stata colpa sua. Chi, fra le atroci
suppliche, lo avrebbe ascoltato? Aveva dato la sua parola ed era un
soldato.
Chiuse
gli occhi e non riuscì mai più ad aprire le ali,
stretto in quel carcere sigillato. Avrebbe voluto rivedere Castiel e
avrebbe voluto dirgli che aveva ragione: l'uomo era una degna, la
più
degna, creatura di Dio. Ma aveva ragione anche lui: l'uomo si era
perso così tanto ed ora, con la cacciata dal Paradiso
avrebbe
ottenuto le distese immense di sabbia e tuoni e fulmini. Mentre lui,
lui avrebbe marcito nelle prigioni, con l'immagine di un paesaggio
che non avrebbe più potuto osservare.
Ed
era sempre quell'immagine, sempre quella, e quel dialogo con suo
Fratello il settimo giorno dopo la Creazione, che Gadreel ricordava
quando le torture divenivano insopportabili.
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Buon Pomeriggio!
Seh, mi ritrovo
sempre a scrivere robbba ANGST. 'Sta volta è colpa del pg
che
nell'ultima puntata mi ha fatto l'effetto di marshmallow nel fuoco:
mi ha sciolto.
Specie quando si
rassegna al carcere. Qui lo troviamo 'dove tutto ha inizio'. Certo
non ho VOLUTO spiegare cosa è successo quando Gadreel era a
guardia del Giardino dell'Eden ed è entrato il 'male' e
quindi
è 'colpa sua' se gli uomini sono stati cacciati dal Paradiso
e
mandati sulla Terra. Gadreel, io non lo ritengo colpevole. Ci sono
tanti vari accenni in cui si comprende che 'non l'hanno ascoltato' e
che 'non è stato proprio così'. Anyway
è un
Personaggio che HO ADORATO.
Quindi... tutto
qui. Spero vi piaccia e che magari lasciate una recensione. Yo oh,
Giò.
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