Salva (per un altro giorno)

di Aching heart
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Eccoti di nuovo qui, come se i progressi fatti in questi mesi non fossero altro che acqua che ti è sfuggita fra le dita lasciandoti con niente in mano.
Sembri non essere fatta per sentimenti positivi come l’allegria, le felicità, la serenità. Ti domandi a cosa sia dovuto. Eppure ieri sera eri così serena e felice, la vita ti sembrava così dolce, non riesci a credere che adesso tu sia di nuovo in lacrime. Sta accadendo troppo spesso, è accaduto troppo spesso.
Sei diventata stanca.
A volte ti chiedi cosa te lo faccia fare. Ne vale davvero la pena, di continuare così?
Lo specchio del bagno ha visto così spesso i tuoi occhi rossi e i tuoi fazzoletti zuppi di lacrime che sicuramente avrà la nausea. Anche tu ce l’hai. Sei nauseata da te stessa, dai tuoi genitori, dalla tua vita che a volte sembra davvero uno scherzo della natura, o del destino.
Basterebbe così poco per mettervi fine. Non l’hai ancora fatto e ogni volta che ti riduci alle lacrime ti chiedi il perché. Chi sentirebbe la tua mancanza, in fondo? Nessuno rimarrebbe traumatizzato dalla tua morte. Lui ti conosce davvero superficialmente, sarà dispiaciuto perché è una persona sensibile, ma ha la sua vita e tu non ne fai parte: non piangerà per te. Chiara ha Dio a cui fare affidamento, non ha bisogno di te. Lorenza ha talmente tanti altri amici che riuscirà a sostituirti in fretta. I tuoi cugini ormai sono cresciuti e quel rapporto speciale che c’era fra voi sembra essersi spezzato, non ti piangeranno più di quanto sia necessario. Per il resto, la famiglia è numerosa: nessuno sentirà la mancanza di un membro in più. Tua sorella ti ha causato più problemi di tutti gli altri, proprio non dovresti curarti di lei. E poi i tuoi sono ancora giovani, potrebbero ancora darle un fratellino o una sorellina con cui rimpiazzarti. I tuoi genitori… loro avranno ancora un’altra figlia, dopotutto. La loro preferita, è questo che conta. Quanto potrebbero sentire la tua mancanza, considerato come ogni volta ti conducono al limite? Potrebbero sentirsi in colpa, ma in fondo è questo che vuoi. Che sentano sulla loro pelle il dolore che ti hanno arrecato, seppur in minima parte: non avranno mai idea di cosa hai provato, ma sarà comunque qualcosa.
Ma ancora non lo fai. Per un altro giorno sei salva. Non hai il coraggio di porre fine alla tua vita, ma temi – o speri? – che un giorno tutto sarà troppo, così tanto da superare perfino la tua codardia e il richiamo che la vita ha ancora su di te.
In fondo non hai perso la speranza che un giorno tutto questo possa cambiare. Il tuo sogno brucia ancora nel tuo cuore e ti spinge ad andare avanti. Ti riprometti che te ne andrai appena potrai. Non darai più ai tuoi genitori la possibilità di ferirti. Te ne andrai lontano e sarai la persona che hai sempre voluto essere, non tornerai più indietro. Sarai libera e non soffrirai mai più, sarai felice e realizzerai il tuo sogno.
Una parte di te sa che questa è solo un’utopia condita di menzogne, ma finché ti permette di sopravvivere te ne nutri disperatamente. Preferisci non pensare a cosa succederà quando questo non ti basterà più. Allora sarà davvero la fine.
Non sai davvero come sei arrivata a questo punto. Cosa è cambiato? Vorresti cercare di capirlo. Prima non eri così. Forse è solo l’età, l’adolescenza. Non che l’infanzia fosse tutta rose e fiori – eri una combinaguai, lo sei sempre stata, crei sempre problemi – ma non c’è proprio paragone con quello che stai vivendo adesso.
La nostalgia è fortissima: ti manca quella piccola bambina innocente. Se solo potessi ritornare indietro nel tempo e rimanerci…
Non ricordi quasi più com’era, essere piccola. Quella bambina riccia e magrolina non sembri tu, non senti più di essere tu. Di lei ti rimangono solo poche cose, e ancora meno testimonianze di com’era dentro. Qualche disegno e un paio di diari. Di foto e video, in compenso, ce ne sono un bel po’. Ballava davanti ad una telecamera, addirittura, cosa che tu non faresti mai. (Ero davvero così disinvolta e spensierata?) E il sorriso che faceva quando veniva fotografata era sempre enorme, sincero e bellissimo, anche quando mancava qualche dente che ancora doveva ricrescere. Niente a che vedere con i tuoi sorrisi forzati e infinitamente più brutti di adesso.
Dove sei andata? Perché mi hai lasciata sola?
Ma lo sai che non c’è più e che non ritornerà. L’hanno uccisa.
L’ha uccisa il tempo, l’ha uccisa la crudeltà delle persone, l’ha uccisa il suo cuore troppo fragile e sensibile, l’ha uccisa la convinzione dei suoi genitori che andasse tutto bene, anche quando le loro parole di scherno le scavavano dentro una voragine che non sarebbe stata colmata mai più.
E nessuno se n’è mai reso conto. Solo tu e, paradossalmente, la tua sorellina, che con un commento innocente ha svelato una verità scomoda. “Eri felice solo in quelle foto” ha detto, mentre guardava le immagini di quella bambina che non sei più. Tutti l’hanno presa  con una risata, come di solito sono presi i commenti senza peli sulla lingua dei bambini, ma tu sapevi che con la sua ingenuità tua sorella aveva scoperto cosa ti affligge da tempo.
Se n’è andata, quella bambina, ma non hai mai avuto la forza di dirle addio. Farlo avrebbe significato chiudere per sempre quella porta dietro di te, e non l’hai mai voluto. Dentro di te conservi ancora la speranza che un giorno riuscirai a ritornare indietro a quei giorni felici. Allora, solo allora, avranno senso questi giorni di dolore senza luce.
E’ ammirevole vedere con quanta tenacia continui ad illuderti.
Ma non importa, se questo ti permette di andare avanti.
E le menzogne e le illusioni sono ciò che ti ha salvata. Ma solo per un altro giorno.





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