Capitolo 1
Titolo:
Come l'Irlanda
Prologo
Una
donna correva velocemente, stringendo al petto il fagotto che aveva
tra le braccia.
Aveva
in mente una meta
precisa e nulla avrebbe potuto fermarla.
Doveva
portare in salvo la sua bambina.
In
realtà avrebbe voluto che la sua piccola crescesse al suo fianco, ma
non poteva permettersi questo lusso, perché lei era in pericolo e
sapeva già, in cuor suo, che sarebbe morta.
I
suoi passi, seppure pesanti,
scorrevano veloci sulla strada bagnata, il suo respiro era affannoso
nella densa nebbia notturna e la sua vista offuscata,
sotto il cielo cupo che l'accompagnava in quel triste addio.
Bimba
mia, cresci forte... sappi che, nonostante io non ti starò accanto
fisicamente, ci sarò e che il mio amore non morirà in questa notte
d'addio, ma crescerà forte e rigoglioso all'ombra della tua vita,
sempre con te.
Ti
amo.
Adagiò
lentamente il fagotto, dopo aver depositato l'ultimo bacio di addio
sulle guance piene
della sua bambina, e suonò il campanello.
Voltandole
le
spalle
per sempre.
***
Dopo
poco una signora che indossava un leggero kimono
aprì la porta e prese tra le sue braccia quel piccolo fagotto
fradicio, sospirando rumorosamente.
«Che
c'è, mamma?» chiese un bimbo, aggrappato alla sue gambe, con due
immensi occhi azzurro cielo.
Capitolo
uno
La
vincitrice del concorso
«Il
concorso per essere la fortunata coinquilina degli One Direction è
ancora aperto.
Migliaia
e migliaia di ragazze da tutto il mondo stanno tentando di vincerlo,
comprando scatole e scatole di cereali e inserendo il loro nome nelle
urne da cui usciranno i nomi poi inseriti
nella grande bussola
d'oro a Londra. Tutti quei biglietti contengono il nome della
potenziale ragazza che vivrà con loro per un anno! Chissà chi sarà
la fortunata!»
***
«Ancora,
ancora!» pretese Elle, schiacciata sul pavimento dal peso di Davey.
«Sicura?»
chiese lui, alzando un sopracciglio, dubbioso.
«Sì,
perché io voglio finire sopra di te!» ribatté lei, stizzita.
«Per
oggi basta: sei abbastanza stanca» le fece notare lui, scostandole
una ciocca bagnata dalla fronte imperlata di sudore.
Guardò
profondamente negli suoi occhi marroni così simili ai suoi...
«Per
oggi abbiamo finito» concluse, alzandosi con un balzo.
«No,
no, invece!» Elle gli saltò addosso, facendolo cadere a terra.
Agilmente,
con poche mosse,
finì sopra di lui.
«Colpo
basso: ero distratto.»
«Un
combattente ha sempre i sensi all'erta» lo schernì, sdraiandosi sul
pavimento accanto a lui. «E tu sei uno tra i combattenti più bravi
che io conosca.»
«Ah,
sì?» chiese lui e, girandosi verso di lei, si mise da un lato in
modo da poterla vedere. «Non sono il più bravo? Sono il campione
nazionale!»
Elle
gli rivolse uno sguardo ironico. «Ricordamelo ogni volta che vinco
contro di te. Non tutti battono il campione nazionale»
«Ciò
significa che non potrò dirlo più, perché io non perdo mai contro
di te. Che ne dici?» fece il segno di mostrarle i suoi bicipiti.
Elle
allungò una mano per fargli il solletico.
«No,
no ti prego no...» scongiurò lui, alzandosi per scappare da lei.
«La
vincitrice di oggi è Elle O'Ryan» gridò trionfalmente, saltando
sul letto.
Mentre
i due creavano una confusione frastornante, la madre bussò alla
porta e, non udendo alcuna risposta, aprì la porta senza attendere
oltre, entrando con un vassoio ricolmo di biscotti, fatti in casa, al
cioccolato.
«Perché
ogni volta che vi lascio da soli a studiare, degenera sempre fino a
questo punto? Finite sempre per mettervi le mani
addosso e
annientarvi a vicenda!»
«L'istinto
dell'io combattente» rispose la figlia, cercando di essere seria.
«È
lei,
che,
sadica, non riesce a resistere un secondo senza
farsi battere!»
aggiunse lui con un grande sorriso ironico.
«Ora
fate la merenda da bravi bambini e finite la vostra ricerca. Io devo
uscire» raccomandò la madre, appoggiando il vassoio sul basso
tavolino in stile
giapponese.
«Certamente»
rassicurò la figlia. «Grazie mamma.»
«Grazie
Angie» ripeté
Davey, prendendo posto accanto al tavolino.
«Ultimamente
mi pare sempre così stanca...» commentò lui dopo che la porta fu
richiusa alle spalle della gentile donna.
«Sta
anche dimagrendo tantissimo: sarà lo stress» Elle scrollò le
spalle per nascondere la sua preoccupazione. Da mesi, ormai, sua
madre perdeva peso e vitalità e le sue occhiaie si erano fatte
sempre più evidenti... era come se stesse invecchiando sempre più
velocemente.
Davey
addentò un biscotto. «Mm... buono! Accendiamo la televisione!»
cercò di catturare l'attenzione dell'amica in modo che non pensasse
a cosa negative. La conosceva benissimo: la scrollata di spalle non
era mai positiva.
«Guarda
quei buffoni» le indicò la televisione che trasmetteva un
telegiornale. Vi era un giornalista che parlava degli One Direction.
“A quanto pare la vincitrice di oggi è Elle O'Ryan.”
«Cosa?!»
per poco Davey si strozzò con il biscotto. «Anche tu hai comprato
quei cereali per partecipare all'estrazione?» all'espressione
incredula del ragazzo, Elle scoppiò in una risata fragorosa.
«Sì,
poi mi offrirò come volontaria per colonizzare Marte! Guarda,
piuttosto mi trasferisco sulla Luna. Sai quanti Elle ci saranno fra
tutte le ragazze indemoniate per loro?» rispose tranquillamente,
girando e rigirando il biscotto in mano. Stava ancora pensando a sua
madre: davvero non riusciva a capire cosa avesse... era così assente
ultimamente... era come ammalata, eppure continuava a insistere sulla
sua salute di ferro.
“Pare
sia una ragazza irlandese che abita in uno tranquillissimo paese
d'Irlanda, a Clonmel, chissà come cambierà la sua vita. A patto
che, ovviamente, venga accettata dalla terribile band” continuò la
cronista dopo aver divagato su altre informazioni che riguardavano il
concorso e il suo sponsor.
«Oh,
per caso conosci un'altra Elle, che abita in questa stessa città?»
Davey per lo shock, le aveva afferrato le spalle e la stava scuotendo
piuttosto violentemente.
Lo
sguardo spento di Elle si posò sul televisore. “Ha diciassette
anni e frequenta l'istituto
St Mary.”
«Comincio
a preoccuparmi» ammise lei. «Però io non ho né comprato quegli
cereali, né tanto meno inserito il mio nome in una urna.»
Elle
alzò gli occhi al cielo come colta da una fastidiosa illuminazione.
«Clary» sussurrò minacciosa, prendendo il cellulare dalla
scrivania.
Cercò
nella rubrica il numero dell'amica e attese, battendo impazientemente
i piedi sul pavimento.
«Pronto»
rispose una voce,
dall'altro capo, accompagnata
da uno degli immancabili pezzi
degli One Direction.
«Ciao
Clary. Sei stata tu, vero?» chiese, cercando di respirare
profondamente. Inspira
ed espira.
«A
fare cosa, cara?»
«A
mandarmi all'inferno! Perché cavoli hai messo pure il mio nome?!»
«Senti,
sto facendo yoga, non è un buon momento... eh, cosa mamma? Vuoi che
ti aiuti a preparare la cena?! Arrivo subito! Scusa tanto, El, ma
devo scappare... ci vediamo domani!» disse e riagganciò
frettolosamente.
La
ragazza, furiosa, buttò il cellulare sul letto.
«Che
ha detto?» le chiese Davey, accarezzandole la schiena per calmarla
un po'.
«È
colpa sua, semplicemente colpa sua» si sedette sul letto e si mise
la testa tra le mani. «Che seccatura... chissà cosa succederà
adesso.»
«Nulla,
basta che tu faccia finta di nulla e non succederà niente. O almeno
spero. Non penso che questa faccenda sia così grave. Tanto non sei
la prima ragazza a esser stata scelta dalla sorte: se ne
dimenticheranno. Quei palloni gonfiati hanno trovato un modo per
essere ancora più al centro dell'attenzione con questo impensabile
concorso. Trovano sempre un modo per far parlare di loro, sempre e
solo loro.»
«Spero
sia come dici tu... dai continuiamo con la ricerca, Davey» Elle si
alzò per raggiungere la scrivania ove vi era appoggiato il computer.
«Fino
ad ora abbiamo scritto: “Il vulcanesimo è un fenomeno”.»
«E
dovremo proseguire con “L'attività vulcanica
di Elle è impressionante! Non si sa come possa accumulare tanto gas
dentro di sé perché si crei quella pressione che rende possibile
che erutti ogni giorno...”».
«Fai
pena» gli diede un pizzicotto sul braccio, sghignazzando.
«Almeno
stai ridendo. Se queste frasi stupide hanno questo effetto su di te,
ne vale la pena.»
Allungò
un braccio e l'avvolse in uno stretto e caldo abbraccio.
***
«Eh,
che ne dici, vuoi passare una notte di fuoco con me?» chiese Zayne,
alzando e abbassando sensualmente le sue sopracciglia.
«Ehm...»
«Non
dirmi che la risposta è no» proseguì, avanzando verso di lei. Ad
ogni centimetro guadagnato, abbassava sempre più la sua canottiera
bianca che aderiva perfettamente sul suo fisico asciutto. Si leccò
lentamente le labbra, prima di sporgersi verso di lei con
l'intenzione di baciarla.
La
ragazza, che ormai era rifugiata nell'estremità più lontana del
divano, lo guardava inorridita.
Ad
un certo punto si mise a urlare e scappò a gambe levate.
Zayn
si baciò i bicipiti, soddisfatto: le ragazze erano
fatte così. C'erano quelle che non facevano altro che fare sogni
erotici su di loro e che,
una volta che offrivano il loro corpo,
scappavano come delle capre da un lupo affamato.
«Ecco,
fatto. Un'altra scappata. Sono stato veloce stavolta, eh?» chiese a
Niall che era seduto sulla poltrona a giocare il suo gameboy.
«Bravo...
chissà come se la stanno cavando gli altri...» Niall fu interrotto
dal rumore di uno scoppio che proveniva dalla cucina.
«Direi
egregiamente» aggiunse dopo aver visto un'altra ragazza fiondarsi
verso il salotto da una della camere di sopra.
«Aspetta!
Aspetta! Non scappare! Devo ancora finire!» urlava Harry, correndo
sulle scale, dietro a una ragazza con metà testa rasata e con i
capelli restanti, color arancio, bruciati. «Hai promesso che mi
avresti fatto finire la mia pettinatura nuova! Aspetta!».
La
ragazza, rimasta con un solo sopracciglio, gli rivolse un ultimo
sguardo inorridito per poi scomparire alla velocità della luce.
«Lei
è la settima. Oggi hanno estratto l'ottava: ancora una e riotterremo
la nostra agognata libertà» commentò Niall.
«Già...
all'inizio non pensavo che delle fans potessero essere così
fastidiose. Ma quelle là ti seguono ovunque! Una era pure nascosta
nel mio bagno! Ed io ero entrato per fare il mio bisognino!» si
lamentò Louis che li aveva raggiunti nel salotto.
«Ah,
io me sono trovata una nuda nel letto» rincarò la dose Liam.
«Perché
non è successo a me una cosa simile? A me una mi fotografa ogni due
secondi... di giorno era sopportabile, ma di notte i flash sono
fastidiosi» aggiunse Zayne.
«Sapete
quando arriva la nuova vincitrice?»
«Mi
pare si chiami Elle... che nome particolare... ed è irlandese» li
informò Niall.
«Be',
dopo aver mandato via delle squilibrate mentali arabe e indiane,
credo che potremo farcela» Liam annuì convinto.
«Arriverà
entro la settimana, perciò nel frattempo armiamoci di forconi e
progettiamo nuovi malefici piani! Yup!» concluse entusiasta Zayn,
baciandosi, ancora una volta, i bicipiti.
Angolino
mio:
Ciao!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Scoprirete
fra moltissimi capitoli ciò che stavano facendo Davey ed Elle.
Spero
che l'idea del concorso vi sia piaciuta. Dovrei aggiornare al più
presto, solo dopo aver capito se la storia è degna, altrimenti la
lascerò archiviata per poi riscriverla quando sarò migliorata.
Grazie
per aver letto.
Saluti.
Elsker.
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