Le
mani si serrarono più strette attorno al volante mentre
fissava il
cartello che dava il benvenuto a Magnolia.
Mancava
dalla sua città da quasi dieci anni ormai, da quando aveva
preso il
diploma e si era iscritto all'università; era rimasto a
lavorare a
Crocus e non sarebbe tornato se il matrimonio di una cara amica non
fosse stato imminente.
Lisanna
Strauss stava per sposarsi con un tizio che lui neanche conosceva, e
lo aveva invitato alle nozze, minacciandolo di morte violenta se non
si fosse presentato. Sorrise, rimettendo in moto per raggiungere la
città: molto tempo prima era sicuro che sarebbe stato lui
suo
marito. Stavano insieme ai tempi del liceo e avevano fatto coppia
fissa per poco più di tre anni. Fino a quando una nuova
ragazza si
era trasferita a Magnolia e nella loro scuola e lui aveva perso la
testa per quella biondina, spezzando il cuore a Lisanna. Inutilmente,
visto che la ragazza nuova era diventata in breve la fidanzata del
suo migliore amico.
Gray
Fullbuster e Lucy Heartfilia, la coppia più ammirata della
scuola:
entrambi belli e intelligenti, sembravano fatti l'uno per l'altra,
talmente affiatati da aver deciso di iscriversi alla stessa
università, accennando addirittura a una vita futura insieme.
E
piuttosto che fingere di essere felice per loro, lui aveva preferito
lasciare la città, con la scusa di voler frequentare la
prestigiosa
università della capitale. Natsu Dragneel non era un
codardo, non
scappava di fronte alle difficoltà; ma Lucy, senza saperlo,
gli
aveva conficcato un pugnale nel cuore.
"Natsu!",
esclamò Lucy entrando tutta trafelata nella sua camera.
"Devo
dirti una cosa!".
"Ehi,
ehi calma! Coraggio, spara".
"Gray
mi ha chiesto di uscire!", strillò tutta eccitata mentre
saltellava per la stanza. "E tu dovevi saperlo per primo!".
"Davvero?
E perchè?", chiese lui ridendo.
Lucy
lo guardò, seria. "Sei il mio migliore amico, Natsu. Lo
sarai
per sempre".
Crac.
Natsu avrebbe giurato di aver sentito il proprio cuore frantumarsi in
quel momento. Lucy gli aveva appena confermato di vedere in lui
niente di diverso da un amico e faceva male, troppo male.
Nonostante
tutto si costrinse a sorridere. "È tutto come volevi,
giusto?".
Lucy
annuì, prendendogli le mani. "Sì. E grazie di
essermi stato
sempre vicino".
Natsu
sfiorò la collanina che portava al collo, un regalo di Lucy.
Era un
pegno di amicizia che si erano scambiati quando lui le aveva detto
che sarebbe partito presto; Lucy aveva pianto, abbracciandolo,
chiedendogli di ripensarci ma era stato irremovibile. C'era un limite
al dolore che poteva sopportare e lo aveva superato da tempo.
Scosse
la testa scacciando quei pensieri, e schiacciò
più forte
l'acceleratore. Prima fosse passata quella settimana, meglio sarebbe
stato per tutti.
Natsu
parcheggiò l'auto nel vialetto della casa dei suoi genitori
e scese
spiando con la coda dell'occhio la villetta accanto: la casa di Lucy.
Sembrava disabitata e si permise di guardare con più
attenzione. Le
finestre erano tutte chiuse e il giardino recava evidenti segni di
abbandono. I genitori della ragazza erano mancati per un tragico
incidente qualche anno prima ma non credeva che lei avrebbe mai
lasciato quell'abitazione.
La
osservò ancora per qualche minuto prima di decidersi a
entrare in
casa sua. Anche questa era disabitata, i suoi si erano trasferiti a
Crocus quando anche sua sorella aveva deciso di iscriversi
lì
all'università, ma avevano lasciato un incaricato che la
mantenesse
in ordine. Natsu non poté non pensare che stava facendo un
ottimo
lavoro, tutto era esattamente come lo ricordava, sembrava che sua
madre vi vivesse ancora.
Lasciò
le valigie nell'ingresso ed entrò in salotto, lasciandosi
cadere
pesantemente sul divano. Prese il cellulare e scorse la rubrica fino
a trovare il numero che cercava; esitò un secondo, poi
avviò la
chiamata.
"Lisanna?
Sì, sono io, sono appena arrivato... Stasera?
Perché no, sarà
divertente rivedere qualche faccia conosciuta... Sì...
Sì, non
preoccuparti, sarò puntuale! A stasera".
Natsu
si sdraiò sul divano, lasciando il cellulare sul tavolino
basso lì
accanto. Temeva di vedere Lucy in compagnia di Gray quella sera ma
non poteva più scappare: quando avesse visto che erano
felici, forse
si sarebbe rassegnato e avrebbe potuto trovare qualcuna con cui
condividere lo stesso amore.
Si
accorse di essersi addormentato solo quando fu svegliato dal
cellulare che squillava; la voce acuta di sua madre quasi gli
perforò
i timpani mentre la donna gli rimproverava di non averla chiamata per
farle sapere di essere arrivato. Natsu dovette scusarsi per dieci
minuti abbondanti prima di poter chiudere la telefonata e iniziare a
prepararsi alla serata che lo aspettava.
Fece
una doccia veloce e si cambiò in fretta: voleva uscire
presto e
raggiungere il luogo dell'appuntamento a piedi, aveva molta nostalgia
di Magnolia e gli avrebbe fatto piacere una passeggiata.
Fu
felice di costatare che la città era cambiata davvero poco,
sembrava
che il tempo si fosse fermato: lungo il tragitto incontrò un
gruppo
di studentesse che portava ancora la stessa divisa di quando lui
frequentava il liceo. Persino il posto dove aveva appuntamento con
Lisanna era rimasto esattamente lo stesso: un locale piccolo e
accogliente che aveva ospitato spesso l'allegra combriccola formata
dai suoi amici.
L'interno
era come sempre caldo e luminoso al punto giusto, quello che ci
voleva in quella fresca
serata autunnale. Natsu si guardò intorno alla ricerca di
Lisanna e
scorse una ben nota capigliatura albina a qualche metro da
sé.
"È
occupato questo posto?", le chiese sopraggiungendo alle sue
spalle.
"Veramente
sar... Natsu!", esclamò Lisanna saltandogli letteralmente
fra
le braccia. "Non ci posso credere, sei proprio tu! Ero sicura
che mi prendessi in giro!".
Natsu
rise divertito. "Non mi sarei perso il tuo matrimonio, Lisanna".
Lei
gli prese le mani, scostandosi leggermente per osservarlo. "Ma
guardati, stai benissimo! Credo che mi ruberai la scena alle nozze!".
"Esageri,
come sempre", rispose lui con un sorriso. "E lo sposo?".
"Oh,
Aki è qui fuori, è uscito a telefonare. E fra
poco vedrai che
saranno tutti qui, gli altri non vedevano l'ora di incontrarti,
manchi da...".
"Dal
funerale dei genitori di Lucy. È da allora che non tornavo a
Magnolia".
Lisanna
sorrise comprensiva e annuì. "A proposito di Lucy...", fu
interrotta dall'ingresso proprio della persona in questione e tacque.
Natsu
restò gelato sentendo la voce di Lucy che salutava Lisanna.
Si
voltò, permettendole di vederlo in viso e la vide reagire
allo
stesso modo, bloccata dove si trovava.
Lucy
scosse la testa incredula: quello era Natsu, era proprio lui! Dopo
cinque lunghissimi anni, finalmente poteva rivederlo, poteva
riabbracciare la sola persona in grado di ridare un senso alla sua
vita.
"Natsu...",
mormorò andandogli incontro, mentre lui faceva lo stesso,
ritrovandosi l'uno fra le braccia dell'altra. "Natsu... non
riesco a credere che tu sia qui, mi sei mancato così tanto!".
Natsu
la strinse più forte possibile, posandole un bacio fra i
capelli.
"Mi sei mancata anche tu, Lu".
Lucy
chiuse gli occhi, godendosi il calore di quell'abbraccio, il suo
rifugio sicuro. Non si erano praticamente più sentiti dal
funerale
dei suoi genitori, lei non riusciva a superare la perdita e non
voleva angustiarlo coi suoi drammi: così aveva
progressivamente
rarefatto le telefonate e le mail fino a ridurle al minimo. Ma per
qualche giorno poteva fingere che fosse tutto come prima.
Natsu
le sollevò il viso, baciandole la fronte e lei
sentì la pelle
pungere a contatto con la sua barba incolta ma non se ne
curò.
Lisanna
li guardava, stupita e commossa al tempo stesso e tossì per
attirare
la loro attenzione quando il resto della comitiva entrò nel
locale.
Natsu fu letteralmente rapito dai loro amici, tutti desiderosi di
salutarlo e sapere come se la cavasse; lui, dal canto suo, era stato
felicissimo di rivederli, non aveva idea di quanto gli fossero
mancati. Ammutolì di stupore quando vide Gray arrivare in
compagnia
di una donna che non conosceva e che il suo amico gli
presentò come
Juvia, la sua fidanzata; ma ancora di più quando vide la
stessa
ragazza salutare e parlare amabilmente con Lucy che sembrava
assolutamente tranquilla.
"Natsu,
cosa c'è che non va?", gli chiese Gray vedendolo turbato.
"Tu
e Lucy...".
"Non
stiamo più insieme da anni, Natsu. Lei non ti ha detto
niente?".
Natsu
scosse la testa, fissando Lucy: era tranquilla, non fingeva di star
bene con Juvia, o lui se ne sarebbe accorto, la conosceva troppo
bene. Si ripromise di parlarle non appena avessero avuto l'occasione,
mancavano troppe tessere in quel puzzle.
Lisanna
si avvicinò per presentargli Aki che nel frattempo era
rientrato, e
Natsu gli strinse la mano con decisione: non lo conosceva ma se
Lisanna voleva sposarlo doveva essere una brava persona e questo gli
bastava.
Sedettero
attorno ai tavoli disordinatamente e
facendo confusione come di consueto; il proprietario non si lamentava
a proposito, sapeva che nonostante tutto alla fine non veniva rotto
nemmeno un bicchiere. Una spinta involontaria catapultò Lucy
fra le
braccia di Natsu, facendola scoppiare a ridere.
"Scusa
Natsu!", disse quando si fu calmata. "Gajeel è il solito".
Lui
le sorrise, rafforzando la stretta anziché lasciarla andare.
"Fortuna che c'ero io e non il muro, eh?".
"Già,
avrei finito per presenziare al matrimonio col naso rotto, vero
Gajeel?!".
"Scusa
coniglietta!".
Lucy
sbuffò divertita. "È proprio incorreggibile".
Tornò a
voltarsi verso Natsu, osservandolo: era sempre come lo ricordava ma
adesso i suoi lineamenti erano quelli di un uomo e la barba incolta
gli dava un'aria da cattivo ragazzo che gli donava moltissimo. "La
porti ancora", disse notando la collanina che lei stessa gli
aveva regalato.
Lui
annuì, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Anche
tu porti la tua".
Lucy
sorrise, leggermente arrossita. "Non la toglierei mai".
La
serata passò fra le risate e il divertimento, com'era
prevedibile
visti i partecipanti, e alla fine erano rimasti solo Natsu e Lucy a
tenere compagnia ai futuri sposi.
"Beh
credo sia ora di andare anche per noi", disse Aki guardandosi
intorno. "Direi che ci siamo divertiti un sacco come al
solito!".
Lucy
ridacchiò. "Hai ragione, Aki!".
"Vi
vedete spesso?", chiese Natsu.
"Tutti
quanti insieme una volta al mese, sempre qui; ma capita di uscire con
qualcuno di loro anche in altre occasioni, in fondo viviamo tutti
qui!", rispose Lisanna mentre si alzava. "E ora scusateci
ma si è fatto tardi, dobbiamo proprio andare. Ci vedremo
ancora nei
prossimi giorni?".
"Sicuramente.
Lucy, ti va se facciamo un po' di strada assieme?".
Lucy
sorrise e prese sotto braccio Natsu. "Andiamo?".
Senza
averlo deciso, si incamminarono verso la casa di Natsu, in silenzio,
godendosi la reciproca compagnia. Giunti a destinazione, si fermarono
entrambi a osservare la casa di Lucy.
"Non
ci vivi più?", chiese a bruciapelo lui.
"No.
Dopo l'incidente è venuto fuori che mio padre aveva
sbagliato un
investimento e questa casa è diventata troppo costosa per
me. Ho la
mia e va bene così, anche se non è una villa,
è bella e spaziosa".
Inaspettatamente,
Natsu la strinse, cingendola in un abbraccio protettivo. Anche se
parlava con tranquillità, lui poteva sentire la tempesta che
le si
agitava dentro.
"Perché
non parli più con me, Lucy? Mi fa male sentirti solo per
telefonate
di circostanza, lo sai che puoi dirmi tutto".
Lucy
alzò la testa per guardarlo e si perse in quello sguardo di
pece:
non poteva più tenersi tutto dentro, non con lui. "Non
riesco
ad accettare quello che è accaduto ai miei; forse
perché è
successo in un periodo già brutto di suo, io e Gray avevamo
appena
rotto... non so se è questo il motivo ma non posso
rassegnarmi".
Lui
le carezzò il viso dolcemente, fissando quegli occhi color
cioccolato che tanto aveva amato... O
amava? "Dovevi dirmelo".
"Non
volevo rattristarti coi miei problemi, hai la tua vita, lontano da
qui".
Natsu
la strinse più forte, quasi con violenza. "Non pensare mai
che
non abbandonerei tutto e tutti per te. Mai".
"Natsu...",
sussurrò lei; erano talmente vicini che poteva respirare il
suo
respiro e fu sul punto di baciarlo ma all'ultimo istante si ritrasse,
posando la fronte contro la sua. Non poteva baciare Natsu e
chissà
che altro solo per scacciare la solitudine. "Dovrei andare
adesso, è tardi".
"Resta",
disse lui. "È davvero troppo tardi e c'è tanto
spazio da me".
Lucy
sorrise e annuì. "Va bene".
Natsu
le mise un braccio attorno alle spalle, conducendola verso casa. Era
proprio
come quando erano studenti e si ritrovò a pensare che forse
Lisanna
aveva ragione riguardo il suo ritorno in città: non sarebbe
stato
così terribile alla fine.
"È
rimasto tutto esattamente com'era!", esclamò Lucy quando
ebbe
varcato la porta d'ingresso.
"Ho
avuto la stessa sensazione", ridacchiò Natsu mentre la
precedeva al piano di sopra. "Allora, vieni?".
"Arrivo!",
esclamò lei affrettandosi a raggiungerlo.
Lo
trovò nella stanza degli ospiti, intento a controllare che
fosse
tutto a posto, e lo raggiunse, abbracciandolo alle spalle. "Mi
sei mancato, Natsu".
"Mi
sei mancata anche tu", rispose Natsu, guardandola con un
sorriso. "Non pensarci adesso, abbiamo un'intera settimana prima
che io riparta, ci rifaremo! E dopo non ci sentiremo solo per le
feste o i compleanni".
Lucy
colse un lieve rimprovero in quelle parole e tirò fuori la
lingua.
"Me lo rinfaccerai per l'eternità, vero?".
"Ovviamente".
Lei
rise, lasciandolo per spostarsi davanti a lui. "Grazie".
Natsu
alzò le spalle, andando verso la porta. "Non mi ringrazierai
quando dovrai lavare i piatti domani mattina".
Lucy
mise su una finta faccia scandalizzata. "Cosa?! Brutto...".
Lanciò un cuscino che colpì la porta mentre Natsu
le augurava la
buonanotte dall'altra parte.
"Buonanotte
Natsu".
Natsu
si girò per l'ennesima volta, gettando un'occhiata alla
sveglia: le
4:07 del mattino, praticamente non aveva chiuso occhio da quando era
rientrato. E il motivo dormiva a pochi metri da lui, tormentandolo
con la sua sola presenza.
Non
aveva resistito all'idea di chiedere a Lucy di restare ma adesso si
rendeva conto che forse non era stata una grande pensata: ora ne era
sicuro, la amava ancora e faceva ancora male, e ancora desiderava
sentire quella pelle morbida a contatto con la sua.
"Basta
Natsu!", esclamò all'improvviso, alzandosi dal letto. "Una
doccia fredda è quello che ti ci vuole".
Raggiunse
e spalancò la porta, deciso a mettere in atto il suo
proposito, ma
restò pietrificato al suo posto trovandosi davanti niente
meno che
l'oggetto dei suoi pensieri: Lucy era lì, la mano ancora
bloccata a
mezz'aria. E la maglietta che le aveva prestato lasciava ben poco
all'immaginazione.
"Lucy...
Hai...
Bisogno
di qualcosa?".
Lei
lasciò scorrere lo sguardo sul corpo di Natsu, chiedendosi
se era
sempre stato così perfetto e tornito. "Io... Ecco...
Non
riesco a dormire e mi chiedevo se... No,
lascia perdere, sicuramente ti avrò anche svegliato... Scusami...
Buonanotte
Natsu".
Lui
la fermò, afferrandola per un braccio e l'attirò
a sé,
trascinandola nella stanza. "Aspetta".
Si
chinò su di lei e la baciò, esitante, temendo che
lo respingesse;
Lucy lo sorprese, ricambiando più che entusiasta. Gli cinse
il
collo, infilando le dita nei suoi capelli e Natsu le strinse le
braccia attorno alla vita, strappandole un sospiro compiaciuto quando
i loro corpi aderirono, perfetti come le tessere di un puzzle.
Fu
solo il bisogno d'aria che li spinse a fermarsi, e lui posò
la
fronte contro quella di Lucy, sfiorandole le braccia con carezze
leggere.
"Lucy...",
cominciò, ma lei gli pose l'indice sulle labbra.
"Sh...
Natsu... Non
dire niente".
Gli
posò la mano sul viso, accarezzandolo teneramente. Era
cambiato
molto ma dentro era sempre il suo Natsu, l'unico che conoscesse tutti
i suoi pensieri. Era stata troppo accecata dall'amore per Gray per
capire quanto per lei contasse davvero quando si erano separati.
Si
staccò dal suo corpo solo il tempo necessario per togliere
la
maglietta che indossava e lo abbracciò di nuovo, baciandolo
quasi
con prepotenza.
Natsu
non si fece pregare e l'afferrò per la vita, facendola
arretrare
fino al letto dove lei si lasciò cadere, stendendo le
braccia perché
la raggiungesse; lui raccolse l'invito e si distese su di lei,
reggendosi sui gomiti per non pesarle addosso.
Si
prese un momento per osservarla, e la trovò bellissima come
sempre,
forse anche di più. Le accarezzò il viso con
reverenza e chinò il
capo fino a baciarla, di nuovo possessivo, di nuovo bramoso, le mani
libere di percorrere il suo corpo.
Lucy
lo aiutò a liberarsi dei pantaloni e gli posò i
palmi aperti sulla
schiena, stringendolo più forte nel momento in cui lo
sentì dentro
sé. "Natsu", gemette sul suo collo un momento prima di
baciarlo e cominciare a muoversi con lui.
Natsu
le afferrò i polsi, costringendoli gentilmente sul materasso
e prese
a baciarle il viso, il collo, il seno, lasciando una scia infuocata
su quel corpo che tanto aveva desiderato, per cui provava tanto
amore. Il pensiero che lei potesse non provare lo stesso gli
incupì
per un istante lo sguardo ma lo scacciò deciso, dedicandosi
soltanto
a portare entrambi al massimo del piacere.
Crollò
accanto a Lucy, stringendola a sé mentre si voltava supino.
Le tirò
su il viso e la baciò, un dolce sfiorarsi di labbra. "Ti amo
Lucy", sussurrò.
Lei
rimase gelata da quelle parole e tacque, limitandosi a sorridere ed
abbracciarlo, il viso nascosto sul suo petto perché lui non
la
vedesse: non sapeva ancora cosa provasse davvero per Natsu, non
sarebbe stato giusto mentire solo per farlo contento.
Natsu
dal canto suo, ingenuo com'era sempre stato, non percepì
minimamente
il turbamento di Lucy e si sistemò più comodo,
tenendola stretta.
Non ci mise molto ad addormentarsi, al contrario di lei che trascorse
le ore successive a tormentarsi: lui era importante, lo era sempre
stato ma era amore quello che sentiva? Poteva esserlo considerate le
circostanze? Natsu era stato il suo confidente, il suo migliore
amico, non aveva mai pensato a lui nelle vesti di fidanzato, e adesso
la situazione tra loro era totalmente cambiata... non era una
romantica vecchio stampo e non si aspettava certo che diventassero
una coppia, ma Natsu non era tipo da 'amicizia particolare', lui
sicuramente l'amava davvero.
Lucy
era stata tanto tormentata da quei pensieri, da riuscire ad
addormentarsi solo quando era già mattina inoltrata.
Dormì
appena un paio d'ore, e quando si svegliò si accorse che
Natsu non
era lì. Si guardò intorno e recuperò
la maglietta che indossava la
sera prima - scendere a controllare la cucina senza niente addosso
non sembrava una buona idea.
Lui
era lì, intento a combinare qualcosa ai fornelli, e Lucy
sentì un
piacevole rimestio al basso ventre costatando che indossava a
malapena i boxer.
'Lucy
non è il momento!'. Scosse la testa dandosi un buffetto
sulla
guancia e lo raggiunse. "Togliti di lì, lo sai che sei un
disastro in cucina!", scherzò spingendo via Natsu con un
colpo
di fianchi.
Lui
per tutta risposta la prese fra le braccia e la baciò fino a
toglierle il fiato. "Buongiorno".
Lucy
chinò la testa, sentendosi improvvisamente colpevole per la
felicità
che sentiva e gli strinse la mano. "Natsu... io...".
"Lo
so che credi
di non amarmi",
disse Natsu tirandole su il viso. "Invece
è così,
ne sono certo".
Lei
gli sorrise teneramente. "E cosa ti da questa sicurezza?".
"Stanotte
non è stato solo sesso, ho percepito qualcos'altro. Siamo
fatti per
stare insieme noi due... Gray si è messo in mezzo ma non lo
permetterò mai più a nessuno".
Lucy
rise sommessamente, posando la fronte sul petto di Natsu. "Se
anche avessi ragione...
Sei
il mio migliore amico, Natsu. Non voglio rischiare
di
perderti".
Natsu
le posò un bacio fra i capelli. "Dammi questa settimana.
Dopo
il matrimonio di Lisanna devo tornare a Crocus: se sarai sempre dello
stesso avviso, non ne parleremo più; ma se ammetterai quello
che già so,
non ti libererai di me".
Lucy
lo guardò, divertita. "E va bene, abbiamo un patto!",
esclamò prima di voltarsi a guardare il piano cottura.
"Natsu...
ma che diavolo è successo qui?", chiese vedendo il tutto
ricoperto di schizzi di... che cos'era quella cosa?!
"Stavo
preparando la colazione!".
Lucy
ridacchiò nervosamente. "E cos'è questa roba?".
"L'impasto
per i pancakes", rispose candidamente Natsu. "Non li
vuoi?".
"È
meglio che li lasci preparare a me, fidati. Dopo mi aiuterai a
ripulire, a tua madre verrebbe un infarto se vedesse!".
Natsu
sbuffò fingendosi offeso, e sedette al tavolo, senza
staccare gli
occhi da Lucy: doveva regalarle quella maglietta, a lei stava
decisamente meglio.
"Ecco
a te!", la voce di lei lo riscosse e si vide piazzare davanti
una porzione enorme di pancakes: doveva ammettere che lui non sarebbe
mai riuscito a prepararli, era bravo solo a mangiare!
Lucy
sedette di fronte a lui con una tazza di caffè fra le mani.
"Cosa
vuoi fare oggi?".
"Fofa?".
"Natsu,
inghiotti prima di parlare!".
"Scusa",
disse Natsu dopo aver ubbidito. "Cosa volevi dire?".
"Ti
sarai fatto un programma di come passare questa settimana, o
intendevi restare chiuso in casa fino al giorno del matrimonio?".
"Beh...
A
dire il vero, io...".
"Non
hai fatto nessun programma, ho capito", sospirò Lucy. "Oggi
andiamo al parco, che ne dici? Devo solo passare da casa mia per
cambiarmi".
"Andata!",
esclamò Natsu con un enorme sorriso.
Lei
non poté fare a meno di ricambiare, felice come non era
più stata
da troppo tempo: Natsu, ora lo capiva, era da sempre l'unico che
potesse rendere completa la sua vita. Lo
aveva lasciato andare via una volta,
ingannata
dai suoi sogni di adolescente, ma avrebbe impedito che accadesse di
nuovo;
non si sarebbe negata la possibilità di un
amore tanto grande.
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Buonasera a tutti!
Sono tornata dopo un'assenza
abbastanza lunga e la prima cosa che voglio dirvi è grazie:
grazie a tutti voi che continuate a leggere le mie storie e a farmi
sapere cosa ne pensate, è una gioia immensa!
Ma bando alle ciance: quante di
voi hanno strillato come fangirl impazzite dopo aver visto le nuove
opening ed ending dell'anime? Oltre alla sottoscritta intendo :D
Beh, personalmente ho rischiato
il collasso e dopo aver letto anche il testo dell'ending - che riporto
- la storia ha preso vita da sola nella mia mente, non potevo fare a
meno di trascriverla! Come avrete notato, il finale è
abbastanza aperto, non è escluso che divenga una long in
futuro ;)
Grazie mille se avrete la
bontà di leggere e grazie anche se deciderete di lasciarmi
il vostro pensiero sulla storia.
Il testo in inglese della
canzone - che da anche titolo alla shot:
"From
the beginning I have been thinking that we are just simply good friends.
Starting to like you, who now has a boyfriend, is something not
possible, am I right?
I,
too, have somebody that's on my mind, and I have told you this many
times as well.
But around these days, we no longer interact with one another.
The
sound of the summer rain that began to fall,
and the sound of stepping on fallen leaves,
it was you who were listening to it besides me.
In
my mind I hope that you, he, me, and she,
All of us will be able to laugh with each other even more."
Alla prossima <3
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